Dischi obliqui
“Frank” è il quinto disco, in quattro anni, dei vicentini Nova sui prati notturni. Il gruppo mantiene l’asse su un post punk etereo e dilatato, in questo disco, molto più del precedente “L’ultimo giorno era ieri”. In quest’ultimo lavoro, infatti, mancano scosse noise, tuttavia, resta l’attenzione ai testi e a fare in modo che la musica sia connessa con i testi e con il loro significato. I testi sono un parte fondamentale della produzione dei vicentini.
Si tratta di poesie, più che di canzoni, spesso introspettive ed esistenziali, in grado di toccare la profondità e la sensibilità dell’ascoltatore. Badate bene, questa volta ho usato il termine ascoltatore non a caso, perché quando ci si pone di fronte ad un lavoro dei Nova sui prati notturni o si decide di ascoltare ogni singolo momento, ogni lento fraseggio ed ogni parola, oppure è meglio lasciar perdere.
È vero il gruppo ha un fare intellettuale, ma è salutare, oltre che terapeutico, perché questi brani aiutano a fare un viaggio interiore e a prendere coscienza con parte di sé di cui non si era consapevoli.
