Manua Loa
Nati quindici anni gli orvietani Nonzeta con “Se venisse notte” pubblicano il fatidico terzo disco della maturità. Non è retorica, perché la band dimostra di aver raggiunto un equilibrio tra le varie istanze e passioni dei componenti.
La voce calda del cantante Gabriele Martelloni, che in più occasioni evoca quella di Mario Venuti, è il perfetto collante tra il pop colto, che sembra derivare proprio dai Denovo, in particolare nelle aperture solari di “Fra le pieghe dei giorni” ed istanze più aggressive, quindi più rock, come nell’esplosiva “In ascolto”, ma ancora di più nel roboante rock di “Niente di personale”, con ottime chitarre, ma mediato dalla melodia della voce.
Se la maggior parte dei testi sono incentrati sulle relazioni interpersonali, un pezzo politico trova spazio. Si tratta di “Cosa preghi” un ansiogeno electro-funk anticlericale, ben scandito ed efficace grazie al ritmo sincopato tendente al p-funk. Nel complesso il disco si lascia ascoltare con semplicità.
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