Abbiamo fatto ascoltare Supercinema, il primo disco di Supernino, a Filippo Pasqui (autore della recente raccolta di racconti Racconti di Blablacar e del romanzo L’Ondra).
Il disco è stato pubblicato per Sony Music e conferma Supernino, che vanta feat. con Willie Peyote e Auroro Borealo, tra le uscite più interessanti del periodo.
C’era una volta, o forse erano due, un ragazzetto talmente sotto con Nino Frassica che decise di cambiarsi il nome in Nino. Ad oggi, nessuno ricorda quale fosse il nome di Nino prima di chiamarsi Nino. Un nome talmente tanto dentro la coscienza collettiva di tutta la sua cerchia che ormai divenne comunemente usato: la vicina di casa con demenza senile lo chiamava al telefono solo quando sentiva le sirene delle ambulanze per strada perché facevano NINONINONINONINO pensando fossero i suoi amici che lo volevano con insistenza; quegli stessi amici che – ubriachi il sabato sera – lo chiamavano Trenino perché, appunto, vedevano tre Nino. Bagnino presso le acque del Po, un giorno ci cadde dentro per salvare un suicida che voleva compiere il gesto estremo dopo che una conoscente gli aveva spoilerato il finale de La Regina degli Scacchi. Da quella nuotatina, tutti lo iniziarono a chiamare Supernino: non per il gesto eroico, ma perché dentro al Po aveva assorbito una fraccata di radiazioni dei rifiuti industriali piemontesi che gli consentirono di avere dei superpoteri spaziali.
Palesemente incel, dopo quell’evento Supernino iniziò ad avere relazioni occasionali con donne di ogni tipo. Non si sa come, ma capitava. Nel momento del dunque però succedeva sempre un gran casino: preso dall’emozione, da Supernino fuoriusciva un’aura che sbloccava le porte della percezione esattamente dalle vagine delle sue amanti, trasformandole in dei buchi neri. La prima volta si spaventò e si rifugiò in un posto remoto in cui le vagine sicuramente non erano presenti, ovvero al cinema a vedere Tenet. Poi capitò una seconda volta con una ragazza conosciuta in una chat di Ruzzle, e anche in quella occasione un buco nero si aprì e si fece inghiottire vedendola come un’opportunità per scoprire cose mai conosciute e comprese da qualsiasi uomo, tipo la sessualità femminile.
[ Buco ]

Purtroppo, finito in un mondo di persone bagnate che si scrollano ma non mollano a terra e che a quanto pare hanno tutte delle nonne super contente perché non le costringono a far passare lo straccio per la quarta volta in una giornata, a Supernino accadde un misfatto. Ospitato proprio da una di queste persone aliene dopo essere stato trovato completamente fradicio a seguito del suo viaggio intervaginale, Supernino vide che il suo benefattore scrollava ma non mollava a terra e quindi lui ingenuamente pensava di essere in grado di fare la stessa cosa. E invece fece un lago gigante che fece piangere la povera nonnina del benefattore, che in quel momento si arrabbiò talmente tanto che lo intimò a scappare a suon di ruggiti e imprecazioni. Mai toccare le nonnine dei fradici.
[ Scrollo ]
In ansia e completamente spaventato, con la convinzione di essere arrivato in un posto senza vie di uscita, Supernino iniziò ad avere delle visioni. Sognò di amare una televisione e di dedicarle poesie, lettere d’amore e canzoni. Visioni di televisioni lo mandarono completamente in pappa e si svegliò con una consapevolezza: doveva capire cosa fosse in grado di fare, sperimentare a pieno tutti i suoi poteri.
[ Manchi ]
Sforzatosi un attimino col pensiero, riuscì ad estraniarsi completamente e a distaccarsi con l’anima dal suo corpo. Divenne una specie di Casper, il fantasmino, e non appena comprese il concetto di libertà fluttuando nel cielo di quel pianeta di fradici, finì sciaguratamente risucchiato da uno di quei depuratori d’aria Dyson che, ahimè, erano arrivati anche in quel pianeta. Purtroppo, il marketing petulante capitalistico esisteva anche in quel mondo, convincendo gli abitanti a comprare cose inutili di cui non avevano bisogno. Rimanendo rinchiuso in quell’aspirapolvere dell’aria, Supernino non fece altro che maledirsi e dirsi quanto diamine stava meglio quando stava peggio, ovvero in preda alle visioni di televisioni.
[ Sto ]
Così cadde in un trip lisergico per non soccombere all’apatia della prigionia, senza sapere che proprio quel trip lisergico era quella stessa apatia della prigionia da cui scappava. Rivide in visione la televisione, che in questo caso era molto arrabbiata perché Supernino era scomparso senza dirle nulla. La povera tv lo prese a telecomandate in faccia e iniziò a trasmettere solo videoclip di Ultimo a massimo volume solo per fargli un dispetto. “Bastava dirlo prima che mi volevi morto” rispondeva singhiozzando Supernino, ma alla televisione non fregava più niente di lui e lo voleva vedere soffrire. Come lei aveva sofferto per lui.
Supernino si risvegliò dentro al Dyson con le guance solcate dalle sue lacrime.
[ Bastava Dirlo Prima ]
Non poteva più sopportare tutto questo, quindi tutta quella sofferenza divenne rabbia e cacciò un urlo talmente forte che lo fece trasformare in Megasupernino, come i Digimon, e il suo corpo ritornò allo stato solido e si ingrandì a tal punto da distruggere il Dyson e renderne alcune parti un accessorio al suo corpo. Con questa azione assorbì anche le funzionalità, e quindi da quel momento poteva finalmente risucchiare tutto solo aspirando con la sua bocca.
[ Portafoglio ]

Incazzato come una biscia, Megasupernino devastò il pianeta dei fradici che lo aveva così tanto deluso iniziando a risucchiarne tutta l’acqua: la devastazione del suo risucchio lo portò a diventare il pianeta degli aridi, però rese tanto felici le nonnine che non avevano più acqua da asciugare in casa a causa di chi scrollava e mollava. Si creò una situazione strana in cui tutte le nonnine del pianeta degli aridi stavano subendo sia la peggior disgrazia della loro vita ma anche la migliore occasione per vivere finalmente una vita serena e senza preoccupazioni, portandole quindi a subire una sorta di sindrome di Stoccolma per Megasupernino. La loro ansia di non avere più un pianeta su cui sopravvivere divenne amore verso colui che aveva reso così inospitale il loro ambiente.
[ Ansia ]
Mentre Megasupernino seminava aridità riempendosi di acqua e divenendo una mega sfera rotolante tipo gavettone, un’orda di milioni di nonnine arrapate lo inseguirono per venerarlo e renderlo il loro unico Dio da servire e riverire con parmigiane di melanzane e caramelle Rossana. Megasupernino di molte non se ne accorse e mentre rotolava ne fece perire centinaia di decine di migliaia di centinaia. Solo una volta prosciugato l’intero pianeta dei fradici si rese conto di queste minuscole nonnine, mentre lui oramai era diventato Ipermegasupernino per l’enormità che aveva raggiunto. Accettò volentieri le loro offerte e i loro sacrifici e la sua rabbia si affievolì.
[ Tutto Ok ]
Mentre veniva rimpinguato, in sottofondo le nonnine superstiti cantavano festanti e gioiose Gloria di Umberto Tozzi come inno alla supremazia di Ipermegasupernino e allo stesso tempo, a causa della sua presenza, dalle loro vagine si crearono dei buchi neri che unite diedero vita a un portale enorme quanto la stazza di Ipermegasupernino. Un’altra volta risucchiato dal gigantesco buco nero, Ipermegasupernino venne trasportato nel vuoto dello spazio dove vi rimase per il resto della sua esistenza e col tempo divenne una stella che per la sua grandezza venne nominata dai posteri Gigaipermegasupernino. Oggi, quella stella è conosciuta da tutti con il nome di Maria Luce.
[ Sitcom ]
