Il Laboratorio Musicale “Suono C” nelle campagne del sud. Registrare in cinque postazioni diverse. Registrare di notte. La Puglia chiama, Snowdonia Records risponde. Largo all’avanguardia. Oggi siamo free. Parecchio free. Che palle la sperimentazione, io sperimento, tu sperimenti, tutti sperimentano tutto. Molti male, pochi bene. Che poi se faccio quattro accordi alla cazzo, sputo e parlo nel sax, muovo le corde del basso, tempo due mesi e divento il più sperimentale sperimentatore della sperimentazione avanguardistica della musica sperimentale. Quanto mi piace il free-rock. Anche il free-jazz. Da piccolo sognavo i baffi alla Zappa. La mosca no perché non mi è mai piaciuta. Che poi Frank Zappa c’entra poco e niente, è solo una questione di godereccia fantasia free-form.
Il Laboratorio Musicale “Suono C” e l’esordio discografico, “Fobetore”. Otto tracce, più di cinquanta minuti. La fobia nella fobia. Ho paura ma rimango sveglio. Dormo ma ho paura. La sintesi dell’improvvisazione, della musica scomposta, della forma senza forma (“Terfobeo” è la bellezza), degli schemi senza schemi, dell’avanguardia minimalistica, rumoristica, paranoica e totale di Cage (“Efotobre”), del free-jazz di Sun Ra. Computer, sax, chitarre, synth ed un magnetico tappeto di rumori stridenti. La marcatura a uomo è morta. Rompete le righe e bla bla bla. Più precisamente, fate un po’ come cazzo vi pare. Amore, ho bisogno di te. Anzi no, ho bisogno dei tuoi soldi. Ti prego, regalami la gioia, regalami una piallatrice, devo piallare il mondo, il mondo ha bisogno di una bella piallata.
“Fobetore”, produce Snowdonia, la Puglia, la campagna, sentirsi senza vedersi, la manipolazione sonora delle fobie, delle paure, delle ossessioni compulsive, istintive. La poesia crepuscolare del Laboratorio Musicale “Suono C”, come una delle più moderne ed efficaci espressioni avanguardistiche degli ultimi cinque anni.
Francesco Diodati
