Aagoo
Questo strampalato trio continua a regalarci momenti musicali stranianti, religiosi ed eversivi. Ovviamente i Father Murphy hanno un loro modo molto personale di intendere la religione, quindi state tranquilli che non hanno nessuna pretesa dogmatica. Il trio anche in questo lavoro tratta i temi della vita, della morte e dell’amore. Il disco si apre con il folk ironico e funereo di “How we ended up with feelings of Guilt”, nella quale il Reverendo canta in modo desalto suonando una chitarra scordata. A seguire l’inquietante e distrurbante “His faced showed no distrosions”, che evoca il terrore del condannato a morte che percorre l’ultimo miglio. La successiva “It is funny. It is restful. both came quickly” è uno sferragliare ansioso e precipitoso nel quale il trio coagula black metal e fuzz, trasmettendo solitudine e disperazione. Tagliente e profondamente malinconica, con i bambini che piangono come nella “Berlin” di Lou Reed, è “Digging the bottom of the hollow” e la successiva “In praise of our doubts” è anch’essa opprimente e pesante con l’orchestra ed il cantato lirico che danno un tocco epico al brano. La traccia più sperimentale è senza dubbio “Their consciousness” un incostante blues tiratissimo e umbratile che ci porta negli ambienti plumbei dei primi Black Heart Procession. Nel finale c’è un po’ di spazio per la speranza con la nenia rocambolesca di “In the flood, with the flood” e l’industrial rallentato di “Don’t let yourself be hurt this time”. “Anyway, your children will deny it” mixato da Greg Saunier dei Deerhoof, oltre ad essere il disco definitivo dei Father Murphy, è un lavoro che farà tanto discutere, perchè non si può essere indifferenti di fronte a tanta ricchezza d’arte.
Vittorio Lannutti
