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Musica

Siamo stati a vedere LIVINGSTON a Milano. E ci siamo sentiti vecchi

Livingston concerto Milano 2025
Livingston in concerto alla Santeria Toscana 31 di Milano foto di Katarina Dzolic per www.rockon.it

Articolo di Marzia Picciano | Foto di Katarina Dzolic

Se andate a chiedere a un campione misto di popolazione chi é Drake Jon Livingston Jr., in arte solo Livingston, ovvero l’artista sul palco della Santeria ieri 7 febbraio con il suo A Hometown Odyssey, probabilmente otterrete lo stesso gruppo, misto, che era a vederlo proprio in questa data.

Giovani, non giovani, genitori con figli, la quota straniera standard, peró in generale, un bel potpourri di umanità (decisamente su di giri, a giudicare da come sono stata aggredita da una coppia al seguito del loro cucciolo super fan per aver cercato di individuare la mia collega fotografa, passando tra di loro) per il nostro poco-piu-che-ventenne texano. Ho detto bene, ventiequalcosaltro. Potere del webbe.

Livingston concerto Milano 2025
Livingston in concerto alla Santeria Toscana 31 di Milano foto di Katarina Dzolic per www.rockon.it

Del resto il nostro Livingston é questo: una star nata come, direbbero oggi i colleghi del mondo dei social, creator su Tik Tok. Di cover, principalmente, e quindi ha vinto un contratto con prima Elektra Records per poi passare a Republic Records, non un soggetto a caso, per le sue hit Half Live e Last Man Standing. Dal 2020, in due anni é alla sua tournee europea. In poco di più di due anni ha dimostrato ai suoi compagni di scuola che lo prendevano in giro per le sue canzoni come di fatto l’intuizione era giusta (l’ha detto lui stesso ieri, molto commosso).

Del resto come dargli torto? Giovanissimo, in giro per l’Europa. Cantautore e produttore, che ha usato la musica per combattere l’ansia. Ok, la Santeria non era stracolma, ma che foga e che dedizione nei suoi fan. E anche qui, potere del webbe.

Sarebbe poco credibile affermare che parte di questo successo, per un ragazzo di 22 anni al primo disco ma come per tanti fenomeni, non sia dovuto alla possibilità di entrare nelle menti e orecchie di moltissimi grazie alle proiezioni di infinite storie e scroll sui social, aperti e disponibili a tutti.

Anche perché, chi é Livingston? E bando alle battute sui gabbiani. Biondo, capelli lunghi, occhi azzurri, sguardo alla Di Caprio momento Titanic (ma con un pó di follia alla James Franco), bella voce, tantissima energia, entra in scena in canotta e cappottone invernale, look giovane dannato, come piace oggi e come piaceva anche nei novanta. Sul palco solo lui e il batterista, il resto é base, ma vabbé, fa lui il movimento e la scena per tutta la band.

Dopo l’intro voce (registrata), luci e batteria, si lancia in Half Life e Surprise con una foga che onestamente non mi aspettavo. Per un momento il palco della Santeria sembra piccolo rispetto all’idea che la sua musica in realtà sottintende, e questo é un pó il problema con le produzioni molto complesse: la resa live sembra sempre un pó più dimensionata (se non sei regina Taylor e sposti 1 punto di PIL con il The Eras Tour). Ma poi il tutto va ad amalgamarsi e si contestualizza, grazie soprattutto alla presenza scenica di Livingston.

Livingston concerto Milano 2025
Livingston in concerto alla Santeria Toscana 31 di Milano foto di Katarina Dzolic per www.rockon.it

Ammetto: arrivo a questi live da neofita del genere. É un pop ritmico e moderno, fatto di molte parole, prodotto con abbondante uso di piano e sviolinate, cori e controvoci, e grandi aperture alari nei vocalizzi dei ritornelli (basta sentire il nuovo singolo, Brainstorm) che lo accomuna ad altre star come Alex Benjamin, ma anche all’immaginario degli Image Dragons, SIA e nei momenti più intimistici, George Ezra, insomma l’alt-pop a cui siamo abituati da un decennio ormai, cattura-cuori e cantate.

E come si cantava. Si cantava anche in attesa dell’inizio del live (attenzione: no opening act), su Chandelier che andava in filodiffusione. Ovvio che il pubblico canta tutte le canzoni. Affiatatissimo con il loro beniamino, che non é freddo e algido, anzi, é in ricerca continua della sua audience. Se all’inizio mi sembrava di essere infiltrata in una festa di cui non conoscevo il festeggiato, alla fine ero lì a cantare Go figure, go figure/I turned out to be the gravedigger insieme ai padri che sollevavano le bambine e alle ragazze in lacrime. Parte del fandom. Ah, la forza del fandom!

Non diró che si tratta di un’esperienza da fare, perché in realtà noi millennial siamo programmati per questo prodotto. Figli o quasi dei baby boomer, cresciuti nella foga del capitalismo e del loro prodotto musicale perfetto, l’ipertrofia di boy band, talent shows, Top of the Pops, in breve: il benessere economico che ha portato l’industria delle major a scoprire l’esistenza di una fascia di consumatori adolescenti senzienti e “spendenti”. Si, quelli che si sono rotti le scatole di sentire i padri mettere per l’ennesima volta Buena Vista Social Club senza aver capito bene ancora cos’é Cuba per i propri genitori, distratti come sono dai Game Boy.

Ora quei consumatori stanno comprando il vinile con cui sentire a ripetizione De Camino A La Vereda, i loro figli sono su Tik Tok a scoprire nuove star come Livingston, quindi no suprise se siamo qui a cantare tutti insieme. Look Mama, I Can Fly!

Sarà per questo che alla fine mi sento un pó vecchia. Ma in senso buono. Alla fine le storie si ripetono sempre. L’importante é non perdere l’occasione di lasciarsi andare a qualcosa come un pó di musica pop fatta per bene. Come quella di Livingston.

Clicca qui per vedere le foto di Livingston a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto).

Livingston

LIVINGSTON – La scaletta del concerto di Milano

  1. Half Life
  2. Surprise!
  3. Warrior
  4. Neon
  5. Architect
  6. Brainstorm
  7. Otherside
  8. Traitor
  9. The Ending You Deserve
  10. Symphony
  11. Look Mama, I Can Fly
  12. Haunt Me
  13. Last Man Standing
  14. Glow
  15. Gravedigger
  16. Godspeed
  17. Shadow
Written By

Dall’Adriatico centrale (quello forte e gentile), trapiantata a Milano passando per anni di casa spirituale, a Roma. Di giorno mi occupo di relazioni e istituzioni, la sera dormo poco, nel frattempo ascolto un sacco di musica. Da fan scatenata della trasparenza a tutti i costi, ho accettato da tempo il fatto di essere prolissa, chiacchierona e soprattutto una pessima interprete della sintassi italiana. Se potessi sposerei Bill Murray.

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