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RockOn Love: Ian Curtis e Annik Honoré

RockOn Love - Ian Curtis e Annik Honoré
Tempo fa un ragazzo mi chiese quale musica ascoltassi abitualmente.
Tra i pochi gruppi citai anche i Joy Division e lui, svelto, chiese ancora: «Ma sei single?».
Non capendo la correlazione tra i due argomenti, risposi divertita: «Perché, sono solo i single depressi ad ascoltare i Joy Division?».
Era agosto, e agosto è anche il mese in cui nel 1979 Ian Curtis, frontman dei Joy Division, incontra per la prima volta Annik Honoré.

Non esistono molti reperti fotografici che ritraggono insieme Ian Curtis e Annik Honoré.
Anche cercando nel web, la maggior parte delle immagini sono frame estratti da “Control”, il film di Anton Corbjin la cui scenografia è ispirata da “Così vicino, così lontano”, libro scritto da Deborah Woodruff, la vedova di Ian, nel 1996.
Ad essere sinceri, di tutta la loro storia si sa davvero poco – quel tanto che basta per far sopravvivere al passare del tempo il mito di una delle più romantiche storie del mondo della musica.
Forse proprio la riservatezza ha contribuito a consacrare la relazione tra Ian Curtis e Annik Honoré, ma la storia tra i due, in fondo, è speciale proprio in virtù del suo essere fuori dai canoni tradizionali.

Quando Annik incontra Ian lui è già in crisi con Debbie, la moglie.
A dirla tutta, Ian è in crisi da una vita intera.
Da tempo combatte contro l’epilessia e sebbene sia stato lui a convincere Deborah Woodruff ad avere una relazione, da un po’ di tempo le cose tra loro sono cambiate.
Da poco Debbie lo ha reso padre, ma in questo particolare momento della sua vita Ian soffre l’ennesima crisi.
Debbie, d’altro canto, ama profondamente il marito e pensa solo al bene della famiglia anche se
Ian si mostra impassibile contro ogni suo gesto.
Nonostante sia scontroso, insofferente ed intrappolato in una situazione che rifiuta, Ian compie l’errore più banale di tutti: non ne parla con Debbie, dandole la tacita illusione che nonostante tutto il matrimonio può andare avanti.
I silenzi, la riluttanza a ricevere aiuto e l’incedere pesante della malattia creano tra i due un divario irrecuperabile.

Parlare di Debbie nel ripercorrere la storia tra Ian e Annik è un atto dovuto.
Nel suo rapporto col marito è sempre stata la parte “debole”, quasi succube, sin dagli anni del fidanzamento al liceo.
Questa non è una gara tra buoni e cattivi, ma è onesto ricordare che a rendere difficile la loro unione è stata la presenza di molti fattori.
Nei cinque anni che li hanno tenuti insieme come marito e moglie la malattia ha avuto un ruolo ingombrante, spingendo Ian a soffrire di depressione cronica.
Vivere accanto ad una persona con frequenti tendenze suicide non è semplice per nessuno.
Lo è ancor meno se hai appena vent’anni e sei una ragazza di provincia, ingenua e spensierata.
Dal vortice della depressione Ian solo in parte è riuscito a risollevarsi, e lo ha fatto quando ha conosciuto un’altra donna: Annik.

Agosto 1979.
Sotto il palco di un concerto dei Joy Division a Londra in prima fila c’è Annik Honoré.
Giornalista e promoter musicale, resta letteralmente folgorata dall’esibizione del gruppo al punto da chiedere un’intervista alla band.
Non sono i tempi delle email e dei cellulari: ci mette più o meno un mese, ma alla fine riesce ad ottenere un appuntamento con il gruppo.
Anzi, con l’aiuto del giornalista Michel Duval riesce addirittura ad organizzare una data nella sua città natale, Bruxelles.
L’occasione dell’inaugurazione de “La Raffinerie du Plan K” è quella giusta per un concerto epico, quello che vede i Joy Division condividere il palco con i Cabaret Voltaire.
I primi incontri tra Ian e Annik nascono quindi così, per lavoro.

Ian comprende di aver a che fare con una donna tutt’altro che superficiale: indipendente, profonda e libera, Annik fa parte del suo stesso universo.
È una donna che si è avvicinata ai Joy Division dopo aver studiato con attenzione i brani di “Unknown Pleasure”, l’album di debutto della band.
E la sua fascinazione nei confronti di questo cantante così enigmatico e complesso non è di natura sessuale.
Quando parlano, si ascoltano e si perdono l’uno nelle parole dell’altra.
Poesie, sogni, canzoni: se non sono insieme è il telefono a legarli in uno scambio intellettuale ed artistico senza fine.

Dal canto suo, Ian stesso non si nasconde ad Annik: non gioca al divo con la groupie, anche perché lei della groupie non ha proprio nulla.
Lui con lei si apre, si confida, si sfoga.
Le racconta il bello ed il brutto della propria vita, senza tralasciare il buio delle crisi e della malattia.
Sono argomenti che nella loro pesantezza vengono affrontati con una confidenza atipica, senza la chiusura che invece alimenta e contraddistingue il rapporto con Debbie.
È come se Ian in Annik avesse riconosciuto la propria anima.
Spesso non servono nemmeno le parole: basta uno sguardo e occhi negli occhi entrambi hanno la capacità di leggersi dentro, di sentirsi “a casa”.

Inevitabilmente, il rapporto tra Ian e Annik sfocia ben presto in qualcosa di ancor più intenso. Diventano inseparabili e quando non ci sono occasioni per incontrarsi le creano.
Sono l’uno l’ombra dell’altra ma non hanno rapporti intimi.
La passione che sfocia tra loro non è quella classica legata al sesso: soltanto una grande intesa che va oltre la fisicità stessa.
È difficile da credere e ancor più da capire, ma la solidità della loro storia è racchiusa proprio in questo dettaglio.
Le medicine assunte da Ian per contrastare l’epilessia costituiscono un impedimento all’atto pratico del sesso, ma il legame che lo tiene unito ad Annik va oltre tutto questo.
Il loro rapporto si basa su un’affinità elettiva che coinvolge entrambi in modo elitario.

Annik passa molto tempo anche con i Joy Division, li segue passo dopo passo.
La sua non è una presenza invadente ma un supporto dal punto di vista lavorativo.
In qualche modo, Annik sostiuisce la figura di Debbie.

Restare lontano dal piccolo centro di Macclesfield è per lui il modo più semplice per non affrontare la questione e vivere il presente con Annik: il gioco regge finché la storia non viene allo scoperto.
Sull’incapacità di Ian di prendere una posizione netta in merito al matrimonio prevalgono la razionalità ed il cuore ferito di Debbie.
È lei nei primi mesi del 1980 a chiedere il divorzio.
È lui, in preda all’ennesima crisi, a suicidarsi pochi mesi dopo, nel maggio dello stesso anno, impiccandosi in casa.

«Love Will Tear Us Apart»: per quanto forte possa essere stato il sentimento che legava Ian ad Annik, stavolta l’amore non è riuscito a salvare l’uomo dal baratro della depressione.

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