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I 5 brani preferiti di Tina Platone

Finalista di Music is The Best e vincitrice del premio Rockit Pro del contest musicale organizzato da Panico Concerti e la regione Emilia-Romagna, che le ha permesso di pubblicare il singolo Luna d’Arancia, Tina Platone torna con un nuovo brano, decisamente più scuro e intitolato Impulsi Elettrici

Il brano si presenta come un dramma sexy, un ballo nella psiche tra i pensieri tristi di giornate no e quelli delle profonde epifanie che si manifestano nel dolore.  La mente è come una caverna decadente in cui vengono proiettate delle ombre, scrivere canzoni è un processo di rivelazione e guarigione. 

E per l’occasione le abbiamo chiesto, come sempre, quali fossero i suoi cinque brani preferiti. 

Hurt Yourself – Beyonce 

Who the f*ck do you think I am? 

Sto scrivendo la tesi su Lemonade per farvi capire quanto mi ha colpito quest’album. Ancora oggi mi fa venire i brividi per quanta energia emana. Beyoncè è al top del top dal punto di vista creativo: visuals pazzeschi, versatilità massima, da ballad romantiche a brani che danno dieci a zero a qualsiasi canzone trap, femminismo intersezionale e una dose abbondante di black pride. Se la vita ti serve dei limoni, tu facci la limonata.. beh quella di Beyoncè è la più buona di tutte. 

La Solassitude – Stromae 

Le célibat me fait souffrir de solitude

La vie de couple me fait souffrir de lassitude 

Con questo disco penso di aver scoperto davvero Stromae. Ovviamente conoscevo le hit del passato, ma Moltitude ha catturato tutta la mia attenzione. Amo le ibridazioni tra elettronica e folklore con influenze di musica da tutto il mondo. Pulito, coerente ed elegante, Stromae è la dimostrazione che la logica dei singoli e la frammentazione della musica si piegano davanti a un album ben fatto.  Questo brano in particolare mi lega a un mio amico perchè sembra quasi scritta per lui, è diventata simbolo delle nostre chiacchierate fino alle 4 del mattino. 

Day Old Blues – Kings Of Leon 

least there’s a record that i love to play dreaming ‘bout a place i’ll never see 

So tutta la loro discografia, li ho scoperti durante il mio periodo di svolta più hipster. Sin da bambina sono stata appassionata di rnb ma durante l’adolescenza (complice la mia prima relazione) ho iniziato ad ascoltare più rock e alternative, dai verdena agli strokes, dagli arctic monkeys, ai two doors cinema club e ovviamente i Kings of Leon, che tra tutti sono quelli che mi sono rimasti più nel cuore, non so perchè. Sarà la voce caldissima di Caleb Followill. Nella sua semplicità, questo brano non mi stancherà mai, continuerò a cantare ogni singolo day old blues ad occhi chiusi fino alla fine della coda. 

Good Night – The Beatles 

Dream sweet dreams for me Dream sweet dreams for you 

Ho dovuto pensare davvero tanto a quale brano scegliere, è impossibile scegliere. I Beatles li ho scoperti tardi (si lo so, assurdo). Ancora oggi mi capita di scoprire canzoni nuove o che non pensavo fossero loro e ogni volta non riesco a non stupirmi di quanto davvero abbiano rivoluzionato il mondo della musica per come lo conosciamo oggi. Brillanti, lungimiranti, carismatici e anche un po’ regaz. Questo brano in cui canta Ringo Starr chiude il White Album ed è di una dolcezza disarmante, soprattutto perchè appena sopra nella tracklist compare Revolution 9 ed  io adoro i contrasti. 

Fantasmi pt2 – Ghemon 

“Niente è tanto personale che non si può raccontare” 

Il primo brano di Ghemon che ho ascoltato e in me “qualcosa è cambiato” (cit). Se faccio musica oggi, un po’ lo devo a questo pezzo che mi ha fatto realizzare che si poteva dire davvero delle cose nelle canzoni, che potevi farlo in rima con eleganza e che il rap in realtà è per tutti.

Oggi sembra banale dirlo, perchè ormai il rap si è fuso alla perfezione con il pop ma una volta i due generi avevano pubblici nettamente distinti. Personalmente ho sempre preferito il ramo più conscious dell’hip hop italiano, quello con le influenze più soul, dai ritornelli cantati, come questo brano. 

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