In una giornata soleggiata, nella sala a ridosso del Naviglio, dove sono in corso le ultime prove che precedono il live, i Deproducers ci danno il benvenuto e ci presentano DNA, nato in collaborazione con AIRC, terzo capitolo del loro percorso creativo.
Chi sono i Deproducers lo sappiamo, parliamo di Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo, Riccardo Sinigallia e Max Casacci, musicisti, produttori, autori che hanno influenzato il corso della musica italiana ed hanno creato, ormai dieci anni fa, un collettivo musicale, nato come un confronto tra artisti animati dal desiderio di capire se si poteva fare qualcosa di nuovo in ambito musicale, su un tema che fosse esterno alle singole esperienze individuali. E così, avendo come punto di partenza il loro sapere, ma allo stesso tempo liberandosene per lasciare spazio a nuova creatività, nasce il primo capitolo del loro percorso nel mondo della scienza, Planetario (il cui tema sono le stelle e l’infinito), seguito da Botanica (ovvero la terra sulla quale viviamo) e ora, in uscita il 5 Aprile DNA (le cellule e l’infinitamente piccolo), la cui sfida è rendere fruibile a tutti, a prescindere da età, conoscenza o attitudine, un messaggio scientifico, rigoroso ed importante come le mutazioni, che possono essere positive, come nel caso dell’evoluzione della vita sulla terra, ma anche negative, come il cancro.
Il frontman di DNA è il professor Telmo Pievani, filosofo, scienziato ed evoluzionista “Non siamo ancora andati in scena, ma per me è stata fin qui già un’esperienza bellissima” ci confida, mentre racconta come è nato DNA “Questo progetto ha il suo inizio mesi e mesi fa. Ciascun brano è nato attorno ad un concetto scientifico. Ci siamo ritrovati in studio di registrazione nel momento creativo del disco, a discutere di scienza, di origine della vita, di mutazioni genetiche, di cancro e di evoluzione. I brani sono nati insieme a questi temi ed approfondimenti, per cui la parte strumentale non è una colonna sonora per i racconti, ma testo e musica nascono compenetrati”. Per rendere ancora più immersiva l’esperienza dello spettatore, i visual di Marino Capitanio che coinvolgono anche il senso della vista, il terzo ingrediente, che oltre ai racconti e alla musica, creano l’amalgama che rende “unico ed innovativo questo progetto, per format e contenuti” Prosegue Pievani “Fino ad oggi la scienza e l’evoluzione sono stati raccontati con strumenti e linguaggi tradizionali. In questo modo la divulgazione scientifica avviene su un pubblico che non se lo aspetta e che entra, grazie al format, direttamente nella narrazione. La ricerca e la cultura scientifica fanno parte del nostro patrimonio e vanno conosciute e rispettate.” Fa seguito il professor Pier Paolo Di Fiore, che ci fa porre l’attenzione su quello che, per me che sto scrivendo e cerco di trasmettere la preziosità dei contenuti dell’incontro, è la chiave di tutto “Va superata la spaccatura che si è verificata ormai quattro secoli fa nella nostra società, che vuole l’esistenza di una cultura umanistica rispetto a una cultura scientifica. Non esiste una differenza sostanziale, sono forme del sapere, attività umane che tendono a fotografare la stessa realtà da prospettive diverse. La difficoltà ora è risintetizzare tutto questo, ma il modo o il luogo esiste ed è l’arte, che va a parlare direttamente alla componente più ancestrale esistente in noi, al sistema limbico, riuscendo ad arrivare a tutti quanti: tutti possono essere colpiti dal messaggio dell’arte, così che non sia più l’intelletto a guidare la conoscenza, ma sia l’emozione a far nascere la voglia di conoscenza” concetto ribadito da Niccolò Contucci di AIRC “Da anni cercavamo un linguaggio che ci consentisse di comunicare con chi avesse voglia di imparare qualcosa che non sa. Siamo certi che grazie ai Deproducers e Telmo solleciteremo la curiosità di una grossa quantità di persone, di coloro che andranno a teatro e godranno di uno spettacolo emozionante a priori. Non un concerto, non una conferenza, ma divulgazione, che avverrà grazie a questi quattro illuminati artisti”
Per cui divulgazione scientifica, attraverso nuovi linguaggi, sulla spinta dell’emozione data dalla musica. Ma anche l’attenzione all’importanza della ricerca di base e della serendipità (ovvero il trovare una cosa non cercata, mentre se ne stava cercando un’altra) che ha consentito di effettuare scoperte che hanno cambiato il nostro quotidiano e che hanno dato la possibilità di trovare rimedi per malattie fino a quel momento incurabili. Citando implicitamente Amleto, la serendipità dimostra che la natura è molto più grande della nostra immaginazione e ci sorprende sempre.
La data zero dello spettacolo live sarà al Teatro Grande di Brescia, il 9 aprile. Sul palco con i Deproducers, la batteria di Simone Filippi. Uno spettacolo da non perdere.
DEPRODUCERS – DNA Tour
Questi i primi appuntamenti:
• BRESCIA, 9 aprile – Teatro Grande
• ROMA, 11 aprile – Parco della Musica
• MANTOVA, 18 maggio – Food and Science Festival
