Caro Elton ti scrivo per ringraziarti per questi 50 anni di musica, per la classe e l’eleganza con la quale hai portato la bandiera del piano rock mondiale in giro per il globo. Ma soprattutto: non hai caldo con quel frac brillantinato e la camicia con questo clima rovente?
Il sole batte ancora fortissimo in questa rovente serata che di primaverile ha solo la collocazione nel calendario gregoriano e si comincia prestissimo, poco dopo le 20, forse anche per consentire al baronetto di esibirsi domani a Londra per le commemorazioni per il Giubileo di Platino della Regina Elisabetta.
La scenografia è un perfetto mix di l’eleganza che contraddistingue il musicista britannico e di modernità con una regia e dei visual molto attuali e ricercati che che colorano la tela all’’interno di questa magnifica cornice di un San Siro super sold out per l’evento.
La voce di Elton è potentissima come sempre e colpisce i cuori dei 55 mila presenti come un pugile in “Border Song”, come sempre dedicata ad Aretha Franklin, che ammutolisce letteralmente lo stadio per quanto bella ed intima.
Gli spalti si rianimano subito con l’iconica “Tiny Dancer” e la bellissima “No Mercy OnThe Criminal” che raccoglie l’ovazione dei presenti che mancava dalle scalette da parecchi anni.
La band è come sempre perfetta a partire dal chitarrista Davey Johnstone sempre energico e preciso che sfoggia la sua chitarra doppio manico in “Rocket Man” fino al mitico percussionista John Mahon che sale in cattedra in “Levon” durante la quale il pubblico del parterre decide definitivamente di abbandonare il proprio posto e di accalcarsi sotto palco per vedere da più vicino il proprio idolo per l’ultima volta.

Chiude la prima parte una bellissima “Candle in the Wind” cantata dal solo Elton e dedicata a Marilyn Monroe durante la quale i telefoni dei presenti trasformano gli spalti in un altare pieno di lumini accesi e danzanti a ritmo della ballata.
La seconda parte del concerto parte molto intima per poi finire in maniera più movimentata dalla doppietta tratta da Caribou composta da “Don’t Let the Sun Go Down on Me” (dedicata a Gianni e Donatella Versace) e “The Bitch Is Back” in poi dove vengono snoccialte una dopo l’altra le altre hit più danzerecce del cantante britannico.
Elton la butta un po’ in caciara con “Crocodile Rock” e “Saturday Night’s Alright for Fighting” eseguendole a velocità supersonica e po’ nel trash in “Cold Hear” eseguita da solo accompagnata da base e voce di Dua Lipa pre-registrata tra l’altro fuori sync con i visual, quest’ultima tranquillamente evitabile e sostituibile con una delle tante altre magnifiche hit rimaste in camerino.
“Your Song” ci riconcilia con tutto e Elton Saluta il pubblico con “Goodbye Yellow Brick Road” dove ci ricorda il suo primo concerto a Milano 50 anni fa sottolinea quanto ami e sia legato al nostro paese.
Che dire? A 75 anni fare 2 ore e passa di concerto con uno spettacolo del genere e con questa voce ancora così potente e penetrante penso sia qualcosa di veramente sorprendente. Certo, il tempo passa per tutti: il fisico non è quello di una volta, i capelli sono veri come quelli di Antonio Conte la camminata è goffa e ondeggiante ma una volta seduto davanti a quel piano il tempo si ferma e lui rispende come fosse ancora al culmine della sua carriera. Perchè forse in realtà lo è: ha saputo reinventarsi, prendersi in giro come in Kingsman II o nei featuring natalizi con Ed Sheeran, e invecchiare al punto di saper dire basta, anche se probabilmente quello sportellino non sui quella tastiera non verrà mai definitivamente abbassato. Noi speriamo sia così.
ELTON JOHN – la scaletta del concerto di Milano
Intro (Pinball Wizard)
Bennie and the Jets
Philadelphia Freedom
I Guess That’s Why They Call It the Blues
Border Song
Tiny Dancer
Have Mercy on the Criminal
Rocket Man
Take Me to the Pilot
Someone Saved My Life Tonight
Levon
Candle in the Wind
Funeral for a Friend/Love Lies Bleeding
Burn Down the Mission
Sad Songs (Say So Much)
Sorry Seems to Be the Hardest Word
Don’t Let the Sun Go Down on Me
The Bitch Is Back
I’m Still Standing
Crocodile Rock
Saturday Night’s Alright for Fighting
Encore:
Cold Heart (Solo)
Your Song
Goodbye Yellow Brick Road
Outro:
(Don’t Go Breaking My Heart)
