Articolo di Chiara Amendola | Foto di Oriana Spadaro
Cosa significa esibirsi dal vivo? I musicisti dovrebbero rimanere fedeli alla loro “creazione originale” o offrire un’esperienza indimenticabile?
Più concerti archivio in memoria, più penso a questa domanda. Una band può sfoggiare la propria “nota musicale” senza quella “nota” da sala di registrazione e fare comunque uno spettacolo incredibile?
Come qualsiasi altra cosa, la risposta probabilmente sta in una sorta di area grigia, ma la questione è stata ulteriormente rimescolata al concerto dei Cigarettes after Sex all’Alcatraz.
Per riassumere il live in un tweet: hanno eseguito i loro album. Questo è tutto.
Quasi come se caricassero una playlist su Spotify.
Lo show dei Cigas è esattamente ciò che sembra se hai un minimo di familiarità con la loro musica. Ma se ce l’hai, sai anche quanto è bello.
L’immacolata composizione del cantautore Greg Gonzalez orchestra il significato, apparentemente cosmico, che si cela in quei brevi momenti che trascorriamo con le persone di cui ci innamoriamo saltuariamente. I suoi riff, le trame delicate e giganti, sono capaci di spianare davanti ai tuoi occhi l’intera galassia.
Faccio il mio solito giro d’ispezione pre serale per osservare la fauna che si dipana intorno a me. Quando ci sono band dal fascino sapio sexual, l’individuo medio tende a fare di tutto per distinguersi sfoggiando look ostentatamente “indie”, il risultato è un magma di luoghi comuni: baschi everywhere (rossi, gialli e a pois), perfect match di baffi e tute Diadora, giacche di jeans anche se la gente in strada indossa montoni. Tante, tantissime coppie, ad ogni passo inciampo in qualcuno che limona. Quelle più attempate, e meno cool, sono al bar e si lanciano sguardi ammiccanti mentre addentano emaciate piadine.
Direi che è il caso di spegnere le luci e iniziare a suonare. Amen.
La platea è accolta da una scenografia a trame con luci bianche, nebbiose e lente, uno schermo proietta un film muto in bianco e nero in cui riconosco una Monica Vitti ne “L’Avventura” di Antonioni.
Dal vivo, i Cigas non sono per coloro che vogliono sentirsi visivamente stimolati, i loro spettacoli mettono la musica in prima linea, senza troppe distrazioni.
L’apertura dello show sugli accordi di Hentai è da brividi, il pubblico si arrende subito alla voce eterea di Gonzalez e alla sua chitarra ipnotica.
I Cigas vivono nella stessa orbita musicale di altri ricreativi del rock dilaniati dall’amore come Lana del Rey, i Beach House, e persino i primi revivalisti come Chris Isaak di Wicked Game. Come loro i Cigas rimangono nel proprio universo di snowglobe, intimo e silenzioso, freddo ma ancora in qualche modo caldo. Sono la personificazione dell’estetica ragazzo triste / ragazza triste, probabilmente è questo il motivo per cui sono una delle band che più apprezzo negli ultimi anni.
A metà concerto Gonzales si gioca le sue carte migliori, proponendo uno dopo l’altro i brani più carichi di disagio, Nothing’s gonna Hurt You Baby, Sunzet, Affection e K, creando intorno a sé, e a noi, una rassicurante comfort zone.
Heavenly chiude questo cerchio ovattato per una finta uscita di scena.
Giusto il tempo di rinfrescarsi la gola, l’intro di Apocalypse riporta la band sul palco da cui s’irradia un incredibile gioco di luci, questa non è la fine del mondo ma voglio immaginarla proprio così.
Dreaming of you annuncia una romantica buonanotte, e anche se ho fatto i conti con alcuni fantasmi del passato, torno a casa col sorriso. Non è masochismo ma pura espiazione.
Posso dire senza remore che le sigarette questa sera non mi hanno fatto male.
Clicca qui per vedere le foto dei Cigarettes After Sex in concerto a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto)
Cigarette After Sex – La scaletta del concerto di Milano
Opera House
Crush
Cry
Sweet
Falling in Love
Nothing’s Gonna Hurt You Baby
Sunsetz
Affection
Touch
K.
Heavenly
Apocalypse
Starry eyes
Dreaming of You
