Connect with us

Hi, what are you looking for?

Dischi

Felicitazioni! In fedeltà la linea c’è: i CCCP tornano dal vivo e nel vivo

La band soviet-punk per eccellenza annuncia la pubblicazione del loro primo concerto del 1983 a Reggio Emilia in un album live che vede pezzi di inediti, voglia di riconciliarsi e rimarcare il proprio ruolo, attualissimo, nel mondo post-moderno, lasciando che le cose vadano come devono andare. E quindi di annunciare un tour italiano già quest’anno.

Foto di Michele Lapini

Articolo di Marzia Picciano

C’è qualcosa di estremamente affascinante nell’Emilia (Romagna) e nel modo in cui questo territorio è riuscito a determinare, nell’immaginario collettivo degli italiani, una precisa idea di sè stesso, della sua ricchezza industriale unita a una scoppiettante vena di rivoluzione. Laddove una rivoluzione (economica) sopraggiunge, del resto, è impossibile che non se ne innesti un’altra (sociale e culturale) nel suo profondo, opposta al senso della prima. Da questo contrasto e contaminazione costante nasce buona parte di quella che è la storia italiana contemporanea, nel bene e nel male. Emilia Paranoica.

Per questo nessuna sorpresa per l’attenzione verso il ritorno non scontato e soprattutto in forme assolutamente non gratuite di marketing di una delle band più iconiche degli anni 80-90 italiane, i CCCP (si, stringiamo le labbra per sussurrare ogni volta la parola “RUSSIA”). Zamboni lo ha detto correttamente nella conferenza stampa pop-up di Reggio Emilia di stamattina: è una situazione che non ha nulla da invidare a un romanzo. Ma andiamo con ordine.

Oggi 16 febbraio il Circolo Arci Pigal ospita loro, Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, la benemerita soubrette Annarella e l’artista del popolo Danilo Fatur, il collettivo per eccellenza nell’esperienza musicale italiana, per la conferenza stampa di presentazione del nuovo album, “Altro Che Nuovo Nuovo” (Virgin Music / Universal Music Italia, in uscita il 23 febbraio), quasi a sorpresa. A dire il vero, sopresa più per loro che per gli altri. Chissà se i quattro si aspettavano un successo come quello ottenuto sulla mostra (meritevolissima) ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia “Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla linea. 1984 – 2024”, visitata da oltre 34 mila persone e prolungata al 10 marzo, o dal sold out delle date dello spettacolo con “CCCP in DDDR” a Berlino dei prossimi giorni (24-25-26 febbraio). Spettacolo che, ci tengo a sottolineare, come da comunicato “porta il punk filosovietico e la musica melodica emiliana nel cuore pulsante della Repubblica Smantellata di Germania Est, all’Astra Kulturhaus“. Come per il “Gran Gala Punkettone di parole e immagini”, con loro Andrea Scanzi e regia di Fabio Cherstich. Per non parlare del fenomeno cinematografico di Kissing Gorbaciov, sul festival Le Idi Di Marzo e di come Giovanni e soci siano stati poi tra i pochissimi ad andare dall’altra parte della cortina di ferro. Come rimanere fermi in questo fermento? Come far finta che il ritrovamento e la miracolosa masterizzazione di un vecchio, perduto disco AMPEX ritrovato nell’organizzazione della mostra e che riporta, precisamente, a 40 anni fa, al primo concerto della prima formazione dei CCCP, il 3 giugno 1983 nella palestra dell’Arci Galileo, non significhi niente e che non ci sia nient’altro da dire?

Questo pensiero potrebbe sembrare pura mitomania se non si fosse appunto avuto un passato come quello di tutti direi i benemeriti soggetti in questione. Caliamo il tutto come uno storico dell’arte cala un artista e la sua opera in un contesto temporale. Quello di una città vivace e contraddittoria come Reggio Emilia. I CCCP hanno avuto la fortuna e la capacità di riconoscersi, pur essendo, tutt’ora, dei montanari prima di tutto come sottolineano a più riprese (e con questo termine indicato un preciso modo di essere, sicuro non il più mondano) nel flusso dell’ecletticità che pervadeva la piana emiliana. Di incontrare, e lavorare, con personaggi come Luigi Ghirri (per chi si chiedesse perchè, basterebbe passare per la sala dedicata a Etica Epica Etnica Pathos nei Chiostri e capire cosa significhi nel più profondo stabilire una corresponsione di amorosi sensi), Pier Vittorio Tondelli (quando l’Espresso parlo di soviet-punk per la prima volta su una testata a tiratura nazionale), l’ex sindaco Renzo Bonazzi (che scrisse l’introduzione al Libretto Rozzo). Di trovarsi in un momento storico rilevante, di grande rottura, sino alla fine degli anni ’80, quando anche la spinta culturale che è stata quella pure alla base del fenomeno CCCP, che da Reggio Emilia è arrivata in TV con Amanda Lear, alla caduta del muro si è trasformata in ritorno alla fede. Come ne ha parlato anche Luca Zannotti, il manager dietro l’intero fenomeno di ritorno della band, con i CCCP c’è l’aspetto punk che incontra la tradizione, che incontra l’ironia, incontra l’Emilia e questo è il patrimonio dei CCCP.

Da quando un album live puó essere cosi rivoluzionario? Lo spiega Ferretti quando prende la parola e conferma di non essersi preparato per questa conferenza. “Già sono qui per smentirmi per quello che detto negli ultimi dieci anni” ovvero, che non sarebbe mai e poi mai tornato a suonare come CCCP ancora. E invece non solo lo farà a Berlino, ma anche in tutta Italia, come annunciano confermando i già ricorrentissimi rumors senza dirci molto di più (more to come). Uno potrebbe chiedersi: ce ne era bisogno, dopo una mostra, uno spettacolo, un film-documentario, aver suonato a Mosca e San Pietroburgo quando ancora la Germania era spaccata in due? “C’è la reazione che è quello che è il nostro pubblico, c’è qualcosa di ragionevole in una quantità grande di persone che hanno motivazioni grandi e profonde per ascoltare i CCCP. Non esiste solo Sanremo”. E su questo siamo d’accordo ma non si era persa la linea? “In fedeltà in questa linea c’è. È bastato ritrovare la fiduca in noi quattro. Non è un problema di marketing, ma di allineamento”.

Sentire parlare Ferretti con la sua forza predicatrice che l’età non ha assolutamente attutito è quasi lisergico. C’è tutta una storia, quella di un album che lui stesso ha avuto fatica ad ascoltare, perche non parla dei CCCP “eterni” e consacrati alla linea, ma quell’inizio, con l’unica batteria possibile di Agostino Zeo Giudici, fratello minore di Annarella (lei che in un brano da lei letto all’inizio della conferenza dirà di essere continuum ed estensione dello stesso sul palco e nel gruppo) e il basso di Umberto Negri. Quando il gruppo era l’ipotesi di tesi di laurea di Ferretti, per dire. “È una storia di cui è difficile definire i contorni. Ci sono tantissime persone. È la storia di un palcoscenico, non di una discografia. Quando abbiamo iniziato a suonare l’ossessione di tutti era fare un disco. A noi non ce ne fregava niente, volevamo fare i concerti”. Del resto i CCCP sono stati e sono nel loro intimo una forma d’arte performativa totale, come tra l’altro la mostra dimostra in maniera incontrovertibile – come dice Zannotti loro era il “dono di rendere iconografico qualunque cosa toccavano”. Ma è lo stesso Ferretti anche lo stesso che dice di aver “imparato ad avere un pó paura a cantare le parole sul palco, perchè dopo le devo ascoltare”.

C’è anche da dire che l’album contiene una serie di tracce inedite, o meglio: suonate, e mai registrate. Parliamo Oi Oi Oi, Onde e il brano Sexy Soviet che è stato modificato più volte nel corso del tempo, fino a raggiungere una forma definitiva con la pubblicazione nel 1989 sotto il titolo di Brucia Baby Burn nell’album “Canzoni Preghiere Danze Del IIº Millennio – Sezione Europa”. Nella setlist compare la cover di Kebab Träume del gruppo di Düsseldorf D.A.F., spesso proposta live dai CCCP ma mai incisa.

Lungi dal voler essere celebrativi di se stessi (come forse saremmo tentati noi di essere), Ferretti, Zamboni Annarella e Fatur non hanno questo approccio. Dice bene Oi Oi Oi: il tema è che sono arrivati tardi o forse troppo presto e “comunque il nostro tempo non assomiglia al vostro”. Sarà per questo che dribblano eventuali partecipazioni a Sanremo e responsabilità educative: “Non abbiamo mai imparato, quindi non ci sentiamo di insegnare” o più semplicemente come dice Giovanni “Non ho il problema dei giovani perche’ non ho il problema dei vecchi”. È vero: i CCCP sono riusciti a dar voce, negli anni e a prescidere dall’orientamento politico, a un disagio pervasivo della società, quella emiliana si, partendo dalla casa di Fellegara, quello del capitalismo consumista (ammettiamolo) che ci rode a livello psicologico anche oggi. Sarà per questo che anche per chi non è stato grande già a fine secolo come la sottoscritta, ascoltare un brano del quartetto rimane più attuale e meno nostalgico del Festivalbar.

Potremmo etichettare questo nuovo lavoro come fa Fatur dicendo che “la cosa bella di questo disco è la batteria acustica e le tante tendenze che piano piano confluiscono nei pezzi dei CCCP” (del resto lui si unirà solo dopo come performer al gruppo), ma la verità e che questo disco è veramente un ritrovamento, di se stessi, di un modo di pensare la musica come parte di un processo artistico che doveva provocare il pensiero comune. E anche oggi, dopo tutto, è impossibile rimanere fermi. Felicitazioni!

Altro Che Nuovo Nuovo” (Virgin Music / Universal Music Italia) sarà disponibile dal 23 febbraio in digitale, CD, doppio LP nero e doppio LP crystal da collezione in edizione limitata numerata con una stampa del volantino originale del concerto in formato A4, in esclusiva sullo store online di Universal Music che dà accesso prioritario ad un incontro con la band a Reggio Emilia (svoltasi oggi pomeriggio, 16 febbraio).

Altro Che Nuovo Nuovo – La scaletta dell’album

Live in Pankow
Punk Islam
Sexy Soviet
Militanz
Onde
Stati di agitazione
Trafitto
Kebab Träume
Manifesto
Valium Tavor Serenase
Tu menti
Mi ami?
Morire
CCCP
Noia
Sono come tu mi vuoi
Emilia paranoica
Oi Oi Oi

Written By

Dall’Adriatico centrale (quello forte e gentile), trapiantata a Milano passando per anni di casa spirituale, a Roma. Di giorno mi occupo di relazioni e istituzioni, la sera dormo poco, nel frattempo ascolto un sacco di musica. Da fan scatenata della trasparenza a tutti i costi, ho accettato da tempo il fatto di essere prolissa, chiacchierona e soprattutto una pessima interprete della sintassi italiana. Se potessi sposerei Bill Murray.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Scopri anche...

Festival

Come ogni anno ritorna il Piazzola Live Festival, per questa estate 2025, tutto concentrato in un intenso mese di luglio con un variegato cartellone di...

Concerti

I grandi concerti di Giugno: Linkin Park, Dua Lipa, Billie Eilish, Guns N' Roses, Korn, NIN, Green Day, Avenged Sevenfold, Slipknot e molti altri

Musica

Tra tante felici conferme, le novità del Festival delle serie tv e l'omaggio a Tondelli nei 40 anni dall’uscita di ‘Rimini’ sono l'occasione per...

Concerti

Dopo la mostra “Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla linea 1984-2024”, dopo il “Gran Gala Punkettone di parole e immagini”, le tre date all’Astra Kulturhaus...