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Musica

La scena punk-hardcore underground

‘hardcore fa parte della scena musicale alternativa italiana fin dagli anni ’80, quando il punk hardcore visse il suo momento d’oro grazie a gruppi entrati nella storia della musica quali Negazione, Raw Power, Nerorgasmo che ebbero un discreto successo anche all’estero e che sono tutt’oggi amati e rimpianti da tutti gli appassionati del genere.
La scena italiana ha assunto sin dalla nascita connotati strettamente politici, particolarmente indirizzati al mondo della sinistra extraparlamentare, e dell’area anarchica in particolar modo.

Oggi, dopo quasi 30 anni, l’hardcore è più vivo che mai. Vorrei focalizzare l’attenzione non su quei gruppi che tutti, chi più e chi meno, conoscono, ma su quei gruppi della scena underground, spesso composti da ragazzi giovanissimi che, utillizando l’unico mezzo che hanno a disposizione, cioè la loro musica, vogliono lanciarci un messaggio.
Anti-tetanika, Skifo, Intothebaobab… nonostante i gruppi provengano da posti diversi, il risultato non cambia: la noia, il disagio, la mancancanza di stimoli, l’avversione verso il proprio paese, il nichilismo, la sociopatia, l’anarchia, sono temi ricorrenti nei loro pezzi.

Black Flag / Henry Rollins

Black Flag / Henry Rollins

ANTI-TETANIKA

Gli Anti-tetanika sono un gruppo del novarese nato nel 2004. Un gruppo che definire hardcore è più che limitativo.
Hanno all’attivo due Ep, “La vita appesa ad un filo” del 2005 e “Possibilmente in un’altra vita” del 2007.
Prendete la potenza del NYHC. Aggiungeteci l’espressività dell’hc italiano anni ’80 (Negazione in primis). Mischiateli con i vostri libri di filosofia esistenzialista e nichilista.
Ed otterrete gli Anti-tetanika, che si definiscono “il peggior gruppo hc tra i peggiori gruppi hc” ma, a mio dire, sono una delle migliori band che ho avuto modo di vedere live.
Le canzoni sono potenti ma equilibrate, le liriche sanno essere intellettuali, crude, incisive.A volte, delle vere e proprie poesie (“Non riesco più a sorridere, non vivo sopravvivo, piango lacrime di sangue ai vagiti della morte”, 30 secondi di nichilismo). Uno degli elementi che meglio caratterizza questo gruppo, è la presenza scenica, ben sostenuta sopratutto dal cantante, Goblin D.M., la cui voce sa essere nevrotica, assillante, isterica, incazzosa, allucinante ma, soprattutto, piena di passione e di spirito. Inoltre, sono un gruppo in continua evoluzione e maturazione. Sono passati da un po’ i tempi in cui facevano la cover di Piccola Katy dei Pooh (per fortuna!): cosa ci riserveranno in futuro??
Che dire, teneto d’occhio la loro pagina myspace – www.myspace.com/antitetanika e supportateli, che meritano davvero!

Torino Traffic Festival

Torino Traffic Free Festival 2008

INTOTHEBAOBAB

Un altro gruppo degno di considerazione sono gli IntotheBaobab, un simpatico trio punk di Medicina, paesino situato nei dintorni della laidissima Bologna.
Il gruppo s’è formato nel 2004 e oggi sono tra i gruppi più seguiti di Bologna, grazie ai loro pezzi originalissimi, in cui si possono riscontrare influenze raggae, punk ’77 e hardcore.
I testi sono spesso basati sull’uso della satira e dell'(auto)ironia (“Mangia tortellini con carne di bambini, Bologna la grassa, Bologna la rossa”, recita una loro canzone, che fa quasi il verso alla celebre canzone di Guccini, ispirata anch’essa alla “vecchia signora coi fianchi un po’ molli, col seno sul piano padano ed il culo sui colli”.).
Gli Into the baobab comunicano grazie alla loro musica, comunicano con il stile, le loro parole, i loro modi di fare. ”Non credo sia anacronistico parlare di anarchia e pace, come dicevano i Crass. Per me anarchia è fare quel cazzo che mi pare, autogestirmi senza che qualcuno mi imponga ciò che devo fare”, dice Modi, voce e chitarra del gruppo, quando li ho intervistati.
Idee chiare e messaggi forti quelli di questo gruppo di giovanissimi, che ci vengono direttamente sputate in faccia ad ogni concerto, ad ogni giro di chitarra, ad ogni urlo, perchè: “Noi suoniamo come un gruppo energetico, non come i mille gruppi da piano bar che si vede che non hanno un cazzo da fare su quel palco. Brucia brucia brucia! Suoniamo e cantiamo come se la fantasia in un carnevale che dura tutto l’anno gira ubriaca ad una festa dance travestita da anarchia con una mutanda fallica piena di colla di pesce! …Credo…”, scrivono sul loro myspace.
Potete sentire le loro canzoni su un demo, che contiene 6 pezzi (Bologna Panc) oppure aspettare il loro primo cd, che uscirà a breve..nel frattempo fatevi un giro sul loro space www.myspace.com/intothebaobab3.
Attualmente con loro sta suonando anche Ernesto, vocalist degli Skifo.
Ed è proprio di loro che vi voglio parlare.

Torino Traffic Festival

Torino Traffic Free Festival 2008

SKIFO

Gli skifo si definiscono una “stupid punk band di Bologna”, in realtà, sono molto di più.
Gli Skifo sono tutto quello che non avete mai ascoltato fino ad ora.
Prendete degli street punk (e una skin girl, sennò si offende!). Mettetegli in mano degli strumenti musicali. Immaginateli pazzi, isterici, aggressivi… e otterrete un gruppo semplicemente geniale.
Alcuni loro pezzi credo rimarranno impressi per sempre nella mia memoria: Panini alla merda, Emo maledetto, nella loro semplicità, sono canzoni che, in un certo senso, fanno riflettere.
Bisogna tenere in considerazione il fatto che gli Skifo sono molto giovani, tutti sotto i 20 anni. E il fatto che prendano in giro la società in tutte le sue molteplici sfumature, dai fighetti che mangiano al McDonald piuttosto che quelli che vengono considerati una nuova piaga sociale (gli emo, per chi non l’avesse capito), ci indica che c’è uno stato di malessere generale, che rende sociopatici anche i più giovani.
La carica del gruppo è data soprattutto dal cantante, Ernesto, un’icona punk che sembra quasi essere anacronistica ai nostri giorni: da vedere(e sentire), assolutamente.


“Punk significa Fanculo a qualsiasi tecnica, ciò che mi interessa è l’anima di chi suona”
, diceva il Giovani Lindo Ferretti in un’intervista degli anni’80 e questi ragazzi, c’è da crederci, hanno anima da vendere.

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