Articolo di Alessandro Amendolara | Foto di Giorgia De Dato
Quando ero adolescente, ho fatto la vacanza più bella della mia vita in Salento. Avevo tutto: gli anni migliori, i miei amici, tante ragazzine da baccagliare, lu sule, lu mare, lu ientu, le birrette (altre cose che fanno rima) e la libertà di scorrazzare per le strade salentine con la musica a palla, cantando a squarciagola la nostra playlist fatta su cassettine registrate, tra cui “Aurora Sogna” era proprio la canzone che usavamo per caricarci prima di buttarci nel clubbing più sfrenato. Qualche anno dopo, con quella compagnia abbiamo provato a ricreare quella vacanza magica, ma mancavano troppi pezzi: il mondo era cambiato, le situazioni erano cambiate e forse i primi ad essere cambiati eravamo proprio noi, insieme ai nostri riferimenti culturali. Sono quei momenti in cui ti accorgi lucidamente che sono veramente rare le persone che riescono a maturare, ad evolversi ma a rimanere coerenti con sé stessi e i Subsonica penso proprio che facciano parte di questo insieme. Quindi mi infilo le stesse Dr. Martens che avevo la prima volta che li ho sentiti all’Hiroshima Mon Amour e mi fiondo all’Alcatraz: saranno ancora gli stessi ragazzi che incrociavo ai Murazzi, tempestandoli di domande e proposte di collaborazioni imbarazzanti?
Intanto che cammino, passo in rassegna qualche numero: il 2024 segna la pubblicazione del loro decimo album in studio (Realtà Aumentata), che portano in giro prima per i teatri e poi nei festival estivi italiani con “La Bolla Tour”; nell’anno seguente, la loro voglia di muoversi sembra non finire e organizzano il “Club Tour 2025”, omaggiando prima i loro fan sparsi per l’Europa con sei date a febbraio e ritornano in Italia a marzo per altre nove, partendo dall’Alcatraz di Milano con due serate consecutive.
Nel frattempo, dopo una tipica pioggerellina milanese, entro nel club con ancora la loro musica nelle cuffiette, saluto le tante facce amiche (tra cui Ensi, che speravo fosse lì per regalarci il duetto in Aspettando il Sole, ma mi toccherà aspettare il concerto di Neffa a novembre…), prendo la prima bionda media della serata e puntuale come Equitalia, Samuel sale sul palco con i suoi soci e ci saluta aprendo con Eden.

L’acustica stasera è perfetta e i ragazzi decidono di partire con una selezione da “Realtà Aumentata”: Pugno di sabbia ci fa subito saltare, tra i riffoni di Max Casacci e le basi drum & bass del molleggiatissimo Boosta; Africa su Marte ti entra dentro col suo beat tribale e Nessuna colpa ci fa riflettere sulle tematiche migratorie che purtroppo contraddistinguono amaramente l’ultimo decennio.
Con Colpo di pistola si torna indietro nel tempo alla fine dei Novanta, come apripista al momento clubbing che sta per arrivare, non prima di farci pogare sottopalco con Albascura. Prende la parola Boosta che ci ricorda il loro primo sold out al “Binario Zero” e spiega che questo tour nasce proprio dalle radici della band, perchè “tutto è iniziato nei club ed è sempre bello e giusto ritornarci”: possiamo dargli torto? Allora l’Alcatraz non può fare altro che infiammarsi con una combo nostalgica ad altissimo contenuto di beat: La glaciazione apre il set e la gente inizia a saltare e poi perde totalmente il controllo con Discolabirinto (curiosissimo che in quel momento ci fosse Andy dei Bluvertigo al mio fianco). Non facciamo in tempo a riprenderci, che attaccano vigliaccamente con Nuvole Rapide, quasi come un dj-set ci mixano di seguito Nuova Ossessione, ci fanno sentire una eco di “Motel Connection” con L’ultima risposta e omaggiano il vate Franco Battiato con la cover Up Patriots to Arms. Ammetto di essere provato da questa combo assassina, ma per fortuna lo spillatore di birrette è davvero a pochi passi da me!

Usciamo dall’edonismo dell’EDM ed entriamo in un momento del concerto più “sociale”, con l’introduzione di Samuel a I Cerchi Degli Alberi, un testo particolarmente toccante di Casacci, che già nel 2014 si concentrava su tematiche ambientali e comportamentali, che dieci anni dopo risultano ancora attuali e sempre più preoccupanti. Il tutto purtroppo viene rafforzato anche nel testo della successiva Missili e Droni, che diventa uno spunto a riflettere sul nostro futuro collettivo con Sole silenzioso.
Segue Depre, un pezzo che sembra non essere stato scritto nel 1999, perché a sua volta si concentra su aspetti ancora molto presenti nel mondo contemporaneo (a loro volta legati all’affresco sociale complessivo dipinto dalla band nei tre brani precedenti), che sfociano e si ampliano nell’universo onirico alternativo di Aurora Sogna.

Il poter taumatargico del rito concertistico ci traghetta da questo momento di autocoscienza collettiva ad un sabba salvifico, che si incarna nelle note di Liberi Tutti che ci fa gridare a grandi polmoni che ci libereremo da tutti questi mali, perché siamo stanchi di sentire critiche sterili nei nostri confronti come quelle di Benzina Ogoshi.
Quando partono le prime note inconfondibili di Tutti I Miei Sbagli, ho la conferma che i ragazzi di Torino siano rimasti fedeli a sè stessi e che in più abbiano maturato una coscienza sociale che li ha addirittura elevati, regalandoci un caleidoscopio di sensazioni che riescono a farci elevare come persone, sia sfruttando il potere endorfinico del ballo sia la potenza delle parole, sempre ben calibrate e ponderate.
Mentre il mio cervello elucubra pensieri astrusi, lo strattone involontario di un ragazzo al mio fianco, mi fa tornare su questa Terra e accorgermi che siamo arrivati in chiusura con Strade, che lascia infine spazio all’ultimo brano della serata, Preso Blu, un pezzo originariamente pensato per gli Africa Unite che sancisce definitivamente la posizione dei Subsonica su tematiche come discriminazione e pregiudizio.
Se ho avuto per un secondo il dubbio che i ragazzi fossero cambiati, le due ore passate insieme stasera hanno sancito inequivocabilmente che i Subsonica rimangono i Subsonica e “invecchiando” migliorano come i migliori vini piemontesi.
Ora mi vesto, faccio partire Aurora Sogna nelle cuffiette e come quell’estate in Salento la canto a squarciagola lungo la strada che mi accompagna verso il mio kebabbaro di fiducia e “posso dirmi vivo“!
Clicca qui per vedere le foto dei Subsonica in concerto all’Alcatraz di Milano o sfoglia la gallery qui sotto:
SUBSONICA – La scaletta del Club Tour 2025 all’Alcatraz di Milano
Eden
Pugno Di Sabbia
Africa Su Marte
Nessuna Colpa
Colpo di pistola
Albascura
La glaciazione
Discolabirinto
Nuvole Rapide
Nuova Ossessione
L’ultima risposta
Up Patriots to Arms (Cover di Franco Battiato)
I Cerchi Degli Alberi
Missili E Droni
Sole Silenzioso
Depre
Aurora Sogna
Liberi Tutti
Benzina Ogoshi
Tutti I Miei Sbagli
Strade
Preso Blu
