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Reportage Live

MOLČAT DOMA: il racconto e le foto del concerto al Circolo Magnolia di Milano

I Molčat Doma ammaliano il pubblico di Milano con un mix di post-punk, coldwave, darkwave e industrial

Articolo di Pamela Piccolo | Foto di Federico Buonanno

 

Sembrava dovesse piovere anche questa sera, al CIRCOLO MAGNOLIA. I live dei MOLČAT DOMA in Italia sono, casualmente, sempre accompagnati da pioggia o temporali.

È come se la Natura volesse consapevolmente imporsi maestosa a corollario di una performance musicale ricca di pathos e trasporto emozionale quale quella portata abitualmente in scena dai Molčat Doma al fine di ampliarne l’assorbimento da parte dell’ascoltatore.

Così i Molčat Doma portano sul palco un mix di post-punk, coldwave, darkwave e industrial.

Il trio bielorusso esordisce con “Kommersanty”, tratto dal secondo album in studio “Ėtaži” rilasciato nel 2018 da Detriti Records. I tre musicisti, giunti in Italia per l’ottava edizione di UNALTROFESTIVAL (festival musicale dedicato agli amanti della musica indie-rock e punk) per COMCERTO, ammaliano sotto tutti i punti di vista: visivo, canoro, sonoro. Il timbro vocalico di EGOR ŠKUTKO rimanda la mente e il cuore alla voce baritonale di Nick Cave.

Balzati agli onori della cronaca grazie ad un brano approdato nel 2020 su TikTok, “Sudno (Boris Ryzhyi)”, i Molčat Doma fanno vibrare. Sono in grado di creare immagini potenti che rimandano indietro nel tempo. Le sinuosità delle danze di Egor Škutko si intersecano con la coreografia delle luci e con il cielo sopra di noi, quasi fossero un tutt’uno. 

Questa è parte della maestosità dei Molčat Doma, che,nonostante la recente nascita della band,hanno riscosso grande successo di critica e pubblico. 

Provenienti da Minsk, i tre ci proiettano con gioia agli anni Ottanta, con ripetuti richiami ai Joy Division, ai The Cure, ai Kino e a Rue Oberkampf, per citare delle fonti di ispirazione.Il polistrumentista PAVEL KOZLOV, che si divide tra basso e sintetizzatori, e ROMAN KOMOGORCEV alla chitarra e alla drum machine accompagnano Egor Škutko per una serie di brani scuri, significativi e ballabili.

Toska”, “Tantsevat’” e gli encore “Kletka” e “Sudno (Boris Ryzhyi)” fanno sognare, nonché riflettere, anche per ciò che raccontano: un’istantanea sulla vita bielorussa e sulla glacialità della sua condizione socio-politica, passata e presente. Triste, malinconica, vitale sono i tre aggettivi con cui la band descrive a chi non la conosce la propria musica.

Ed è confortante avvertire l’empatia che i Molčat Doma traslano stando a pochi metri da noi. Un live sicuramente da ripetere, in attesa dell’uscita di un quarto album in studio. 

Clicca qui e guarda la gallery fotografica del concerto dei Molčat Doma a Milano o sfoglia qui sotto gli scatti del live

Molchat Doma

MOLČAT DOMA – la scaletta del concerto di Milano

Kommersanty

Filmy

Toska

Zvezdy

Udalil Tvoy Nomer

111

Obrechen

Son

Volny

Doma Molchat

Tantsevat’

DiskotekaNa Dne

ENCORE:

Kletka

Sudno (Boris Ryzhyi)

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