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Reportage Live

La Prima Estate – Day 5: Jamiroquai, Nu Genea, Studio Murena e Bruno Belissimo

Articolo di Stefania Clerici

La giornata più lunga di quest’anno è stata lo scorso 21 giugno, con il solstizio d’estate, ma non per chi è qui a Lido di Camaiore in questo sabato 24 giugno: assolato, caldissimo ed estivo, in un San Giovanni ammare così le premesse per una serata tutta dance sono altissime e un successo annunciato per gli ospiti di punta del week end, con un graditissimo ritorno, quello dei Jamiroquai.

Ma andiamo con ordine, ad aprire i live c’è Bruno Belissimo (con una L!): dj, produttore e polistrumentista italo-canadese, porta il suo ritmo funky a scaldare il palco già bollente per le alte temperature con il suo ritmo tutto particolare. A seguire sono gli Studio Murena, aperti con la sopresa di Danno dei Colle der Fomento, per una session di rap inaspettata. Innovativi nel loro sound che mischia i suoni del jazz e dall’elettronica, gli Studio Murena sono dei rapper sui generis, che con ben un’ora di session trascinano il pubblico, sempre più numeroso (saranno registrate quasi 20 mila persone a fine serata) all’ora del tramonto, per catapultarci del Mar Mediterraneo dei Nu Genea.

Foto Credits Stefano Dalle Luche

Marechià a Lido di Camaiore

Puoi portare Napoli in Toscana senza spostare il Vesuvio? Sì, se sei Massimo e Lucio dei Nu Genea. Perchè se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna. E il duo napoletano più interessante degli ultimi anni ci è riusciuto alla grande, ricreando un sound unico e particolare, fatto di echi sonori che hanno toccato Napoli nel corso dei secoli: c’è l’influenza del dominio dei francesi, con una commistione di lingua tra dialetto napoletano e lingua napoleonica, c’è il sound orientale dei porti del sud Italia e della dominazione borbonica, con influenze spagnole e arabeggianti, c’è il background culturale e di esperienze di Massimo Di Lena e Lucio Aquilina, con commistioni sud americane derivanti dal funk e dal boogie, passando per l’elettronica e la folk music quasi balcanica.

Foto Credits Stefano Dalle Luche

Una musica innovativa che è il crocevia del melting pot culturale che è la città di Napoli e la sua costa: colori, atmosfere e profumi particolari rievocati attraverso i suoni e la voce incantevole dell’artista francese Célia Kameni. Simbolo di questo insolito groove è il pezzo Marechià, intitolato proprio al quartiere di Posillipo che affaccia sulla famosa “fenestella”: ritmi che ti fanno ballare e sentire “di casa” un pezzo metà in francese  e metà in napoletano, in cui si balla e ancheggia ad un ritmo ancestrale. Si continua così sulle poetiche Tienatè, Bar Mediterrano, Praja Magia, in un crescendo tutto dance che prepara il terreno ai Jamiroquai.

È il funky bellezza: i Jamiroquai son tornati

Unica data italiana annunciata con largo anticipo, se sei un figlio degli anni ’80, questo era uno dei concerti a cui avresti voluto partecipare già 20 anni fa, ma non avresti immaginato che a distanza di un altro ventennio sarebbe potuto essere così intenso.

Sì perchè passano gli anni, ma Jay Kay resta sempre lo stesso, anzi come il buon vino, è meglio: voce, balletti e salti inclusi. Il concerto si apre sulle note di Main Vein, a cui segue Little L: Jason e la sua tuta acetata sono il marchio di fabbrica da anni, insieme al suo famoso casco psichedelico che nella serata a Lido di Camaiore è diventato per l’occasione un copricapo da mojicano, con tanto di piume ed inserti di pelle.

Foto Credits Stefano Dalle Luche

Come un capo indiano si muove e dirige i Jamiro, con la sua immancabile naturalezza ed energia. La prima grande ovazione del pubblico arriva poco dopo l’inizio dell’intro di Space Cowboy. Un tuffo nei ricordi di 30 anni fa, ce lo dice anche Jay Kay, quando cita il suo primo live in Italia, dalla non lontana città di Firenze, all’anfiteatro delle Cascine nel lontano ’93. È un pezzo di storia del funky jazz, che continua ad essere ripercorso in una set list così amabilmente vintage e molto “gigiona” che fa esplodere di gioia e cantare, di pezzo in pezzo.

Alright è riarrangiata ma sempre bella e ballabile, dopo l’infilata di When You Gonna Learn, Time Won’t Wait e Rock Dust Light Star, arriva la dance di Runaway… ci si rituffa nell’amato ’93 con Emergency on Planet Earth per poi arrivare verso un finale super in crescendo.

I visual verde acido di Cosmic Girl impongono anche un “cambio d’abito” di Jay Key che sfoggia una nuova felpa, quella con l’inconfondibile logo della sagoma delle corna dei Jamiroquai sulle spalle. Il gran finale celebra la funky dance con Canned Heat e Love Fool, per poi salutare il pubblico su Virtual Insanity alla mezzanotte del sabato: “Odio il coprifuoco, ma devo salutarvi” dice Jason Kay, che la allunga ancora un po’ tra applausi e inchini, perchè lui non vuole andare via e nemmeno noi lo vorremmo.

Scopri la scaletta del concerto dei Jamoroquai

Main Vein
Little L
Space Cowboy
Alright
When You Gonna Learn
Time Won’t Wait
Rock Dust Light Star
Runaway
Emergency on Planet Earth
Cosmic Girl
Canned Heat
Love Foolosophy
Virtual Insanity

Written By

Milanese, classe 1983, sono appassionata di musica, cinema e cultura pop. Adoro viaggiare, mangiare, dormire, viaggiare, ballare, sorridere e fare l'amore. Oltre a scrivere di musica su Rockon sono digital producer per il tuo canale tv preferito. Amo il rock in tutte le sue forme, i gatti, fotografare il cibo che mangio (e lo faccio da anni, non per moda social) e perdermi per le vie delle città che non conosco. Bulimica di serie tv, collezionatrice di vestiti, scarpe, borse e tutto ciò che può entrare in una grossa cabina armadio puoi chiedermi di tutto e ti darò la risposta che cerchi (altro che Google e il libro delle risposte!), basta non domandarmi: “qual è il tuo artista preferito?”.

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