Articolo di Philip Grasselli | Foto di Marco Arici
Il ritorno, dopo ben sette anni, di Zara Larsson al Fabrique di Milano non poteva che essere più trionfale: oramai giunta alla decima tappa del suo “Venus” Tour, ci porta con mano attraverso la sua decennale carriera (come vola il tempo!).

L’apertura di Yaeger
L’apertura è affidata alla conterranea Yaeger, giunta al suo terzo EP, “Jaguar”, con questa musica un po’ alla Charli XCX e tendente, pertanto, all’hyperpop. L’assetto sul palco è molto semplice ed essenziale: base mandata dal FOH, drum pad e chitarra elettrica con pedaliera digitale. Più che sufficiente per scaldare il pubblico molto internazionale: da notare la notevole presenza di svedesi all’interno del Fabrique.
L’imponente palco

Il palco che si presenta agli occhi degli spettatori è uno dei più complessi visti alla venue di Via Gaudenzio Fantoli: la band si trova sotto quest’impalcatura stile garage da Need for Speed Underground 2, a sinistra e a destra del palco due rampe di scale riflettenti e metallizzate che portano sul soppalco dove sono posizionati un largo ledwall. Completano la scenografia due pareti, con quattro barre led ciascuna, che scorrono in maniera perpendicolare al palco e con passaggio centrale, realizzate in maniera analoga alle scale.
Il live di Zara Larsson
Scoccano le 21:00 precise e parte il video introduttivo che porta Zara Larsson a comparire improvvisamente, quasi come un prestigio, tra le due pareti poste pressoché a contatto: canta “Venus”, l’undicesima traccia dell’eponimo album (e dell’eponimo tour) e già ci fa capire il grande e inconfondibile livello vocale e scenografico della serata. Ebbene sì, saranno passati dieci anni dall’esordio, ma addirittura ci sono stati momenti in cui la cantante svedese ha cantato un semitono sopra la canzone originale (in “Symphony”, forse il suo brano più celebre in featuring coi Clean Bandit).
Girl power
Ovviamente non c’è solo musica ma c’è anche coreografia: quattro ballerine (Summer Villiers, Zhane Samuels, Alexandre Novelli e Shawarah Battles) la accompagnano in quasi tutti i brani in scaletta, con qualche momento di sacrosanto half-playback mentre Zara Larsson balla intensamente con loro.
Certamente è da menzionare la band tutta al femminile: Sofie Veie alla chitarra Suhr color turchese Tiffany, Lina Anderberg alla batteria e percussioni e, infine, Chloe Beth Smith ai sintetizzatori.

Il finale
Tornando al concerto vero e proprio, le interazioni con il pubblico non sono state tante ma intense, tra cui un saluto ai propri genitori che stavano belli mischiati nel pubblico.
I’m so happy to be here! My mum and my dad are also here tonight: they actually live here in Italy, if you didn’t know. So, my mum and I are practicing some Duolingo, I can say that I’m a “ragazza”, but also “buongiorno”, “grazie mille”.
Zara Larsson prima di “None of These Guys”

L’ultima parte del live è stato un grande esercizio cardio, come promesso da Zara Larsson a inizio concerto: si chiude con tre dei suoi più grandi successi: “On My Love” e “Can’t Tame Her” dall’album “Venus” e il suo cavallo di battaglia, “Lush Life”, il brano che l’ha resa famosa a livello internazionale.
Clicca qui per vedere le foto di Zara Larsson al Fabrique di Milano (o scorri la gallery qui sotto).
ZARA LARSSON – La scaletta del concerto al Fabrique di MILANO
Intro
Venus
I Would Like
Escape
Look What You’ve Done
Girls Like
Words
Never Forget You
Ruin My Life
Healing
Symphony
Wow
None of These Guys
Ammunition
You Love Who You Love
Ain’t My Fault
End of Time
On My Love
Lush Life
Can’t Tame Her
