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Reportage Live

ENRICO RUGGERI, l’anima eterna del rock italiano funziona alla grande

Articolo Alvise Salerno | Foto di Roberto Finizio

Credo di avere preso una certa abitudine nell’ascoltare e apprezzare i grandi artisti, nazionali e internazionali, del passato.
Solo quest’anno ho visto, giusto per citarne alcuni, i Tears For Fears, Mark Knopfler e, ultimo in ordine di tempo, Enrico Ruggeri.

In tutti i casi mi ha stupito, soprattutto, la capacità di questi artisti di avere un’energia, a dispetto delle carte d’identità, tale da spazzare via con una semplice brezza primaverile tutti sti pseudo artisti moderni che durano mezza stagione, una intera se hanno proprio tanto talento.
Lungi da me volere difendere per forza, come del resto accade giornalmente ormai, i grandi miti del passato e schiacciare gli idoli di oggi, anche perché sono un estimatore del grande pensiero che ogni epoca abbia la propria musica e che bisogna rispettarla se produce risultati tangibili, al di là del gusto personale, ma è anche vero e oggettivo che Contessa, Sultans Of Swing o Everybody Wants To Rule The World le hai ascoltate, le ascolti e le ascolterai per sempre. Quelle di oggi? Passiamo oltre.

Ieri sera il Fabrique non era pienissimo per Enrico Ruggeri ma, chi c’era, ha potuto ammirare uno dei pochissimi, forse l’unico al momento, artisti della new wave italiana (con tutte le derivazioni del caso) che sia stato capace di mantenere intatta la propria anima e la propria natura. Anzi, riuscendo anche ad amplificarla ed elevarla alla massima potenza.
Lo si capisce fin da subito quando, a luci spente, parte Cold Song nella versione del compianto Klaus Nomi. Andate a cercarlo su YouTube, Spotify ha solo la versione remix del 2013, non apprezzereste il suono e il suo volto iconico. A tal proposito, di questa canzone vi consiglio anche una deliziosa esibizione live di Sting.
Enrico entra in scena in penombra, con un cappotto di pelle lungo a ricordare Il Corvo (ieri era l’anniversario dell’uscita del film nelle sale 25 anni fa, chissà che non l’abbia fatto di proposito) e, fregandosene di tutto e tutti, accende una sigaretta, fa un tiro e inizia a cantare. Se fai una cosa del genere, oggi, hai già vinto a prescindere da come e cosa canterai.
Dopo la prima strofa de Il Labirinto, sigaretta passata al bassista. A tal proposito voglio aprire una parentesi stilistica su questo personaggio. Fate conto di avere davanti un omone a forma di Johnny Bravo senza capelli, tatuaggi sulle braccia, in canottiera e con occhiali bianchi Carrera. Hai spaccato fratello, tu hai stile.


Lo spettacolo inizia subito forte, insomma, anche perché alla fine di questo primo brano parte il trombettista che però, è esattamente nel lato opposto del Fabrique. Metaconcerto.

Synth anni ’80 fanno da intro a uno dei capolavori ruggeriani per eccellenza, Il Mare D’Inverno, con cui strappa applausi a scena aperta. Una partenza davvero col botto, un’energia incredibile che neanche un ventenne a inizio carriera e un ringiovanimento di almeno 20 anni. La sensazione è che voglia dare tutto se stesso in questo che è l’ultimo concerto nei club italiani.
Tra una canzone e l’altra, Enrico sfodera delle perle rare di cultura e una dialettica unica, figlia sì della lunga carriera musicale ma, azzardo, anche dell’esperienza radiofonica su Radio24. La radio aiuta sempre.
Racconta la tragica storia alle spalle del testo de Il Pallone, brano profondo che narra la storia di un bambino venduto dal padre per 8 dollari e costretto a creare palloni per altri bambini. “Privato dei propri sogni, crea sogni per altri bambini”. Straziante. Nell’album Alma è cantata con Ermal Meta.
Da sottolineare l’incidente tecnico su Il Primo Amore Non Si Scorda Mai. Sparisce l’audio, completamente, e restano attive solo le casse spia.
Perché bisogna citarlo? Perché Ruggeri & band se ne sono allegramente fregati, andando avanti imperterriti fino alla fine. Rocker vero, ci si nasce così. Alla fine dell’esecuzione è calmo, tranquillo come se non fosse successo nulla e, anzi, chiarisce che questo episodio è un collegamento perfetto con il significato della canzone successiva, Rock Show. Collegamenti ipertestuali che PowerPoint levati proprio.
Due momenti che mi sono rimasti più impressi nella mente sono stati su L’Amore Ai Tempi Del Colera, in cui si sente tutto il peso dell’esperienza di oltre sessanta anni di vita nella voce e nel timbro di Ruggeri, e Lettera Dal Fronte. Su questa canzone potrebbero aprirsi mille scenari di carattere politico e militare ma non sarebbe il caso. Dico solo che la sensazione è che questo testo sembra molto più vicino al nostro presente di quanto non lo fosse ai tempi in cui venne scritta, fine anni ’80.

Primo cambio d’abito (saranno 3 in totale) e fine di una prima parte di concerto sprint. A questo punto direi di saltare a piè pari tutta la parte centrale, profonda sì ma anche molto pesante dopo un po’. I testi sono straordinari, tutti, ma probabilmente una scaletta leggermente più corta avrebbe aiutato ad apprezzarne meglio le diverse sfaccettature.
Tutto si riprende all’improvviso con Polvere, altro storico capolavoro, che viene arricchito con un intro che riprende il giro di chitarra di A Forest dei The Cure. E’ quel mondo lì, c’è poco da fare, ed è bellissimo.
Si ricomincia con un ritmo incalzante e con canzoni che riescono ad accendere l’interesse anche dei pochi bambini presenti. Una bambina di 4 anni al massimo, convince il padre a caricarsela sulle spalle per scatenarsi su Supereroi, cosa di cui Enrico Ruggeri si accorge con un misto tra stupore e orgoglio.
Il bis, come ovvio, è legato alle canzoni più conosciute in assoluto, quelle che canta anche la persona più lontana dalla discografia ruggeriana e dei Decibel: Contessa e Mistero.
Questa è stata la fine di un percorso molto lungo e per i presenti è stato un vero e proprio regalo.
Le canzoni, le parole, il rock, il punk. C’era tutto ma io sono sicuro che, anche tra 50 anni, la cosa che personalmente ricorderò con entusiasmo toninelliano sarà il bassista a forma di Johnny Bravo con i Carrera. Che stile!

Clicca qui per vedere le foto di Enrico Ruggeri a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto).

Enrico Ruggeri

ENRICO RUGGERI – La setlist del concerto di Milano

Il Labirinto
Il Mare D’Inverno
Eroi Solitari
Un Pallone
Il Primo Amore Non Si Scorda Mai
Rock Show
L’Amore Ai Tempi Del Colera
Lettera Dal Fronte
Il Costo Della Vita
Il Futuro è Un’ipotesi
Vorrei/Forma21
Lettera Dal Duca
La Banca
Il Punto Di Rottura
Ulisse/Aspettando I Superuomini
Polvere
Il Treno Va
Peter Pan
Supereroi
Poco Più Di Niente

Encore:
Come Lacrime Nella Pioggia
Contessa
Mistero

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