Neurot
Gran bel disco questo sesto lavoro degli Akimbo di Seattle, che sono stati scelti personalmente dai Neurosis per la loro etichetta, la Neurot. Il disco è un concept album, dato che il tema portante dei sei brani è il tragico attacco di squali che colpì la costa del New Jersey nel 1916. In quasi quarantasette minuti, il trio riesce a trasmettere tutti i sentimenti negativi che un evento del genere può suscitare. Terrore, angoscia, rabbia, impotenza, frustrazione, dolore, paura sono tutti condensati in questi magmatici ed intriganti brani, suonati con cura e con grande maestria dove affiorano tutti i principali generi di riferimento della band guidata da Steve Von Till. Post metal, post core, noise, psichedelia, stoner, ma anche math sono le sonorità presenti. Il disco si apre con “Matawan”, che parte lenta, ma con un sottofondo di tensione, che poi esplode con chitarre tirate e cambi di ritmo che vanno dall’accelerato al tirato. Il secondo brano “Bruder vansant” ha un’esplosione catartica, che poi rallenta, lasciando spazio alla psichedelia, per ripartire più rabbiosa, ma anche più tesa. “Lester stillwell” è convulsa, tritata, ansiogena, che si evolve prima verso il post metal, ma poi omaggia l’hard rock classico dei ’70. A seguire gli Alimbo ci propongono “Rouge” vibrante ed aperta, ma anche più urticante e vicina allo stile Unsane. Il penultimo brano è “Great white bull”, che parte con sonorità che miscelano il sound dei Neurosis e, ancora, degli Unsane, ma poi cambia quasi totalmente registro stilistico, omaggiando gli Shellac. In conclusione la title-track, che è una lunga suite di oltre dodici minuti, che parte minimale, essenziale e con una ritmica rallentata, con forti tratti psichedelici, per intensificarsi nell’ultima parte. Con questo disco monumentale, che speriamo non passi sotto silenzio, gli Akimbo, insieme a pochi altri gruppi, stanno riscrivendo le regole della musica pesante, con originalità, dato che hanno ben capito quanto sia fondamentale la contaminazione.
