Protosound
Paolo Tocco, cantautore abruzzese a cinque anni dal suo ottimo esordio “Anime sotto il cappello”, pubblica questo secondo lavoro, confermando le sue ottime doti cantautorali. I richiami a Francesco De Gregori sono smorzati e contaminati con altre influenze, sapientemente rielaborate. Tocco, in questo modo, ha dimostrato di essere in grado di creare uno stile suo, nel quale convivono, oltre alla tradizione cantautorale italiana, anche quella di stampo Usa, sound mediterranei e africani, oltre a qualche tocco di elettronica.
Tuttavia, la vena cantautorale, con tratti esistenziali, quando non intensamente poetici dominano le undici tracce de “Il mio modo di ballare”. Tocco, infatti, si destreggia molto bene tra momenti intimi (“Nenè”) o delicati (“Come le formiche”), così come con ballate sospese tra De Gregori e Tom Petty (“Luna nera”), fino a sfociare in momenti che rievocano i fasti della PFM, nella struggente “11 settembre”.
Se con il tono della voce in alcuni frangenti evoca Pierangelo Bertoli (“D’oro e di pane”) nella preghiera laica di “Da questo tempo che passa” fa emergere come è riuscito a metabolizzare decenni di ascolto di Fabrizio De Andrè e Ivano Fossati. Con “Il mio modo di ballare” Tocco si è definitivamente iscritto nella lista degli ottimi cantautori italiani della generazione dei trentenni.
