2016 MRM Records
Dalla calda Sicilia un caldo disco cantautorale, un seducente mix di saudade, intimità, swing, folk, blues, odori coloniali, jazzly ibrido, stravaganze e cotillon a bizzeffe che arriva svelto, fa il suo spettacolo sonoro e si ritira gigione, lasciando in giro il fascino frastornato di un lavoro discografico ritagliato sulla bellezza indipendente.
Storto e il disco del cantautore siciliano Marco Corrao, otto pezzi di una Sicilia Americana che dipana le proprie direttrici, le stende, tira e le fa atterrare dove vuole, dove l’orecchio dell’ascoltatore è più ricettivo, ed è una premessa artistica che fa subito presa, un registrato che pare confidare, ma poi lo fa, storie, sensazioni di vite passate dall’oggi, ieri da tirare in avanti e domani da creare dal niente, ed è tutta sana conseguenza uno straordinario allume che amplifica una creatività e uno stile estetico da 100 & lode.
Corrao offre ceselli di un disco personalissimo, poliedrico, dove convergono – oltre le influenze già captate – ispirate armonie che lasciano con poco fiato, il mantra folk Marta, spezie smooth Scimmio, una vena che pulsa aggraziata Domiano e un caracollare che sa di capperi, zibibbo e fichi d’india che rivisita A pittima del grande De Andrè, anteprime di un piccolo capolavoro caldamente consigliato a tutti coloro che rifuggono le banalità dell’offerta underground attuale. Eccellenza in transito.
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