Jestrai/Area Pirata
Da qualche anno va di moda, in maniera eccessiva il vintage e non sempre le proposte musicali sono all’altezza, ma per i Giobia si può fare un discorso a parte. Le sonorità proposte da questo quartetto milanese, con all’attivo già un altro disco, sono coinvolgenti e ci catapultano nelle sonorità prevalenti a cavallo dei settanta nella Londra psichedelica e nella San Francisco sotto effetto dell’acido del flower power del 1967.
Il gruppo milanese, infatti, se nell’esordio “Beyond the stars”, tra partito con l’obiettivo di coniugare le istanze hippy con quelle punk, in “Hard stories” hanno deciso di cambiare strada, indirizzandosi più verso le atmosfere dei ’60, in particolare verso il garage-surf-psichedelico. La durata stessa di poco più di mezz’ora è tipica dei dischi di quel periodo. La psichedelia è uno degli elementi portanti di questo disco, anche se rarefatta o
manifestata con l’organo in primo piano, come in Electric light. Questi quattro milanesi riescono comunque anche ad essere piacevolmente ballabili come nel garage di Underground e nella frenetica Momentum, con un’ottima coda surf. Interessante poi My soundtrack for life, con elementi di pop beatlesiano e di folk inglese.
Tra i brani poi troviamo anche un’ottima cover di Are you lovin’me more (but enjoy it less) degli Electric prunes.
Vittorio Lannutti
