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D’Iuorno – Diversamente capace

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Il vero cantautore è colui che si sforza di analizzare ciò che gli accade attorno e di farci delle canzoni che invitano l’ascoltatore a riflettere. Questo è ciò che è riuscito a fare Alessandro D’Iuorno, in arte D’Iuorno, cantautore fiorentino, che con “Diversamente capace” ha pubblicato il suo secondo lavoro.

Un disco che si fregia della produzione e degli arrangiamenti di Giorgio Canali e che ha il valore aggiunto di descrivere la generazione dei trentenni, incapace di ribellarsi a ciò che il potere ha tolto loro e ad esprimere la rabbia per la condizione di precarietà della vita che sono costretti a vivere. L’approccio di D’Iuorno è di ballate pop-rock elettroacustiche, dalle quali emergono tante emozioni, ma soprattutto la rabbia, che quando non ha senso esprimere, si tramuta in tristezza.

Per certi versi il cantautore fiorentino ricalca il sentiero tracciato dai bluesmen, perché non esprime chiaramente la rabbia verso i potentati economico-finanziari che ci hanno ridotto in questo stato, ma devia la sua rabbia verso situazioni introspettive. Tuttavia, ad un ascolto attento è chiaro l’obiettivo verso cui è diretta la rabbia. Data la prevalenza di ballate “Diversamente capace” è accostabile a “Nostra signora della dinamite” di Canali, grazie soprattutto a ballate evocative come “Via di qua” e a “Passano le nuvole”.

Questa osservazione non vuole assolutamente sottolineare che si tratta di un lavoro derivativo, perché il cantautore toscano ha delle belle frecce di autonomia al suo arco, come il pop scoppiettante e rancoroso di “Senza strategie” o la convincente “Nenia” e l’introspettiva title-track, oltre a “Sapessi quante chiacchiere la gente”, il brano migliore, nel quale le belle chitarre sostengono un bel testo da cui emergono rabbia, amore e sconfitta.

Written By

Vittorio Lannutti, ricercatore/sociologo delle migrazioni, counsellor, con una grave, cronica ed irreversibile dipendenza da rock.

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