2016 Contro Records
Lavoro che schiuma rabbia, malinconica dolcezza e molti pezzi di vetro intimi questo Le Derive della Rai, esordio del cantautore piemontese Andrea Fardella, disco di istantanee ottenute grazie ad un lavoro di carotaggio interiore, una quasi alchimia d’approccio ora minimalista ora esplosiva che mette in piazza storie, delusioni, conflitti esistenziali, rinascite e folgorazioni, e tutto in undici tracce in cui l’artista – come in una formulazione provvisoria – ne traccia l’espressionismo con una poetica cruda e parallela ad una dimensione personalissima.
Disco che richiede due o tre giri di rodaggio prima che entri i circolo, ma poi – quello che all’inizio può sembrare inanimato – prende senso e direzione imbastendo un tu per tu con l’ascoltatore al pari di un confidente – magari isterico – ma confidente inaspettato. Cantautorato, rock stratificato Sposa, sperimentazioni, metafisiche e intrecci vocali sopraffini sono le “intonazioni” estetiche, in certe nebulizzazioni un impalpabile Battisti Cin Cin, un Moltheni rappreso Nuovo giorno, Anima senza rumore, Crisi, movenze psichedeliche Madre Terra, fino a che il delirio di Piccino riesce a far decollare alto il volo trasversale dell’intero lotto e stilare un positivo ok a questo cantautore del “famolo strano, ma bene!”
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