RTL 102.5 è la radio di Umbria Jazz ha incontrato il batterista dei Pink Floyd Nick Mason , intervistato da Stefano Mannucci dopo il concerto dei Nick Mason’s A Saucerful Of Secrets, il progetto con il quale sta portando sui palchi di tutto il mondo le canzoni del primo periodo della leggendaria band.
Far rivivere i vecchi capolavori dei Pink Floyd è stata un’idea straordinaria
Più che altro ora mi sembra la scelta più sensata perché, a parte David Gilmour e Roger Waters, ci sono tante band, tante tribute band che suonano solo il materiale più recente dei Pink Floyd ed è bello avere qualcosa di fresco da suonare.
Queste canzoni sembrano più che contemporanee, proiettate verso il domani.
Sì e credo sia ciò che le rende straordinarie. Sono state scritte 50 anni fa – e anche oltre in alcuni casi – e Syd (Barrett) ha avuto in realtà solo un anno, circa, per scrivere e lavorare. Sembrano ancora nuove.
E’ stato anche un modo per mettere sotto i riflettori la creatività di Syd.
Sì, ma è interessante che ci sia anche un sacco di altra roba, ad esempio ‘Remember A Day’ di Richard Wright e ‘Set The Controls For The Heart Of The Sun’, una canzone che Roger ha scritto nel 1968 ed è ancora fantastica da suonare.
Sono 50 anni dall’allunaggio e voi avete esplorato il lato illuminato della natura umana, prima ancora di quello scuro della luna.
Sì, beh, la cosa divertente è che ci venne chiesto dalla BBC di fare della musica per l’allunaggio ma non ricordo assolutamente niente, è un totale mistero. Ricordo che lo abbiamo fatto ma non ho alcun ricordo del momento.
In quei giorni eravate negli studi di Abbey Road, gli stessi dove vi trovavate ai tempi del primo album con i Beatles che stavano registrando “Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band” nella stanza accanto. Cosa ricorda di quei giorni?
Ricordo di averli incontrati e di essere andato negli studi dove stavano registrando. Noi eravamo la band più piccola lì, eravamo agli inizi, e loro all’epoca erano delle divinità. Per noi è stato un grande onore registrare nello stesso posto in cui si trovavano loro e dopo 50 anni ancora ne parlo!
C’è una possibilità che i Pink Floyd possano riunirsi?
Non penso ma, se mai dovesse accadere, almeno sto facendo pratica.
Foto di Roberto Finizio
