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Interviste

Il cantautore OCEANI ci parla del “Futuro”: leggi l’intervista

Dopo il singolo “Il Futuro”, il cantautore romano Oceani ha rilasciato “Un Romanzo di Stephen King”, il suo EP di debutto uscito su etichetta Himalaya Dischi e distribuito da Artist First. Cinque brani di cantautorato italiano abbastanza diversi l’uno dall’altro, fatti di immagini, fotografie, film, momenti banali tipo perdersi all’Ikea o viaggiare in macchina di notte. È inoltre in rotazione radiofonica il nuovo singolo “Ghepardi”, secondo estratto dall’EP.

C’è stato qualche episodio particolare che ti ha fatto sentire il bisogno di scrivere le tue canzoni?
No, non un episodio singolo. Piuttosto un desiderio che negli anni è diventato sempre più forte. Credo sia anche molto comune: quando tu suoni con band o per altri artisti, la musica che fai ti può piacere o meno, ma è difficile sentirla tua al 100%. Nella mia esperienza, c’era sempre qualcosa che avrei fatto diversamente, a gusto mio. Scrivere le proprie canzoni è l’unica strada che conosco per rimediare a questo.

È uscito “Un Romanzo di Stephen King”, il tuo EP di debutto. C’è un filo conduttore che unisce i brani?
Le canzoni che finora ho scritto – e me ne sono accorto dopo – parlano tutte bene o male di rapporti umani e di relazioni: “Il Futuro” parla della fine di una storia, “I ragazzi si tuffano dagli scogli più alti” parla della mancanza di qualcun altro, mancanza che a volte si fa più difficile da sopportare e ti porta a situazioni come quelle descritte in “Un Lunedì Sera.” “Cantautore” spezza un po’ questo gioco: parla ovviamente delle sfide di scrivere una canzone.

Hai dichiarato che “Ghepardi”, il singolo attualmente in rotazione radiofonica, è il brano che preferisci. Ci racconti perché?
Per diversi motivi. Comincio col dire che quando risento ogni canzone, mi escono spesso commenti del tipo: “questo l’avrei fatto diverso, questa cosa oggi la cambierei…” Con “Ghepardi” non mi succede, buon segno.

Poi mi piace come la canto, lo so che probabilmente questa risposta ha senso solo per me, ma è la verità: ogni canzone cerco sempre di scriverla “per me”, a volte ci riesco e altre volte no. Qua mi sento bene, quindi direi che ci sono riuscito.

In passato, prima di dedicarti al tuo progetto solista, hai fatto parte di altri progetti musicali. Cosa ricordi di quelle esperienze?
Tantissimi bei ricordi. Live, furgone, studio di registrazione, tour. Litigate, scazzi, incomprensioni, abbracci. Sentirsi una famiglia. Locali bellissimi e altri meno. Tanti chilometri. A volte i progetti partono, altre volte stanno fermi per anni. Sono sempre stato bene nelle varie situazioni, ma come ho detto prima, presto o tardi avrei voluto scrivere robe mie.

Hai in programma delle date live per il periodo estivo?
Al momento no, ma qualunque novità verrà prontamente segnalata sui miei canali social Facebook e Instagram.

Alla luce di tutto quello che ci siamo detti, quale messaggio vorresti trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la tua musica?
Al pubblico vorrei far sentire che un modo diverso di scrivere canzoni è possibile, fare musica -spero- di qualità che esuli dall’aspetto social, dall’immagine e dagli algoritmi.

Ai musicisti vorrei dire: cominciate a fare tutto da soli. E poi trovate persone con le quali vale la pena collaborare, che credono nel vostro progetto, perché quando sei da solo, dopo un po’ ti rendi conto che va mai avanti oltre un certo punto.

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