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Interviste

CLIO M ci racconta la sua battaglia: un nuovo inizio, una M e un tour in arrivo

Venerdì 19 gennaio 2024 esce il nuovo singolo del progetto solista di Clio M (in distribuzione Believe Music Italy). “A Good Day” è il nuovo brano ed il secondo capitolo estratto da “Tabula“, il nuovo disco in uscita questa primavera.

Il brano affronta il tema della violenza sulle donne in tutte le sue forme ed è ispirato da un episodio di molestia subito per strada.

Clio M è il progetto solista di Clio Colombo, ex Clio and Maurice. Clio M si è esibita in Francia, Germania, Regno Unito, Olanda, Italia e Marocco nell’arco di diversi tour. 

Noi per l’occasione abbiamo incontrato Clio, ed ecco cosa ci ha raccontato.

Il nome d’arte “Clio M” a cosa fa riferimento? E cos’è rimasto del duo da cui tutto è partitolo “Clio and Maurice”?

Non ho mai voluto un nome d’arte diverso dal mio nome proprio, perché mi piace e mi ci identifico senza problemi. Come spesso accade, come nel caso di fka twigs, La “M” nasce da un’esigenza pratica, perché Clio è anche il nome d’arte di una cantante francese famosa. Non direi che tutto è partito da Clio and Maurice, anche se del duo rimangono la collaborazione con Martin Nicastro e Giuliano Pascoe: in questo nuovo progetto ci sono molte cose diverse rispetto a prima, come il sound e l’impegno politico. Ovviamente è difficile notarlo da un solo brano, ma spero di riuscire a mostrare tutte queste sfumature a breve.

Cosa volevi comunicare con il tuo singolo di debutto “Fight” e com’è nato questo pezzo? A che periodo del tuo percorso artistico risale?

La scrittura nasce dall’ascolto del brano “home with you” di Magdalene di fka twigs (sempre lei, giuro che è un caso). Del disco, quando è uscito qualche anno fa, mi hanno molto impressionato le dinamiche e gli arrangiamenti, che a volte mettono in scena dei contrasti estremi. Abbiamo cercato di realizzare qualcosa di simile, scrivendo una strofa molto scarna e quasi parlata e un ritornello dove la voce esplode.

Tra le tue esperienze notiamo anche un tour in Marocco. Ci racconti com’è andata e come è stata accolta la tua musica?

È stato un tour meraviglioso, in un paese straordinario per cultura e per persone. Sarei tornata in breve tempo, ma la pandemia ha reso complicato mantenere una continuità, così come il recente terremoto che ha causato danni devastanti. I giovani marocchini che abbiamo conosciuto avevano ascolti internazionali molto simili ai nostri e hanno accolto la musica con grande attenzione e interesse. Certo, suonare nel cortile di una riad a Fez è un’esperienza unica.

Che cosa significa fare musica in inglese in Italia, oggi?

Significa sentirsi forse un po’ isolati, perché gli artisti italiani che cantano in inglese sono e sono percepiti come una minoranza. Però è la lingua che mi rappresenta di più in questo momento e molte esperienze internazionali, come quella del Marocco di cui abbiamo appena parlato, non sarebbero stata possibile cantando in italiano a mio avviso.

Come hai vissuto la notizia dell’interesse editoriale, sia da parte di Spotify che da parte di MTV, per il tuo brano? Sono cose effettivamente importanti per portare avanti un percorso?

Sono sicuramente cose importanti per me, perché comunque coerenti con il tipo di progetto che mi piacerebbe portare avanti: non è detto che siano importanti in assoluto. Per me è altrettanto importante di quando incontro qualcuno e mi dice che il pezzo che è appena uscito gli è piaciuto. In questo caso però si tratta di riconoscimenti privati, mentre quando i riconoscimenti hanno una dimensione pubblica o industriale possono essere un fattore importante per far crescere il progetto.

Prossimo passo?

Il mio primo tour in Italia e poi a breve diverse sorprese!

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