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Interviste

CELESTOPOLY e l’importanza di fare quello che si vuole

Vuoi fai è il secondo singolo di Celestopoly, artista di Maciste Dischi. La canzone è nata dall’insieme di contraddizioni ed emozioni vissute dal giovane marchigiano, che lo hanno portato a una completa saturazione. Le contraddizioni di cui parla Celestopoly sono relative a regole, consigli e indicazioni rivoltegli. Con Vuoi fai egli si svincola da tutto ciò, scegliendo di agire soltanto secondo il suo pensiero.

Il brano arriva dopo Autostrade. Questo è il disegno di un viaggio, un nuovo viaggio che si appresta a partire, mettendo da parte fretta e impazienza. Potrebbe sembrar banale ma a volte fermarsi è necessario. Vivere e far le cose freneticamente, in alcuni casi, può risultare deleterio. 

Celestopoly è un ragazzo che ha viaggiato molto e, dopo aver diviso la sua vita tra Montpellier e Bratislava, ha deciso di trasferirsi a Milano per dedicarsi completamente al suo progetto musicale.

In occasione dell’uscita del nuovo singolo abbiamo scambiato con lui quattro chiacchiere per avere una visione più ampia del suo mondo. Buona lettura!

“Ho messo in questa canzone l’insieme di contraddizioni ed emozioni vissute in un determinato periodo della mia vita, poco tempo fa”. Qual è la contraddizione più grande che ti è stata detta o che hai vissuto?
La più grande è anche quella da cui il brano è probabilmente scaturito. Alcuni eventi mi avevano costretto in una situazione in cui non volevo stare, in un momento in cui non volevo starci, e non potevo farci assolutamente nulla. La scrittura del pezzo è nata da lì ed è anche stata mezza catartica.

A che periodo della tua vita corrisponde la scrittura del brano?
A uno bruttino, appunto. Verso l’inizio del lockdown, a causa del quale avevo appena perso il lavoro e quindi avevo dovuto lasciare Roma e tornare dai miei.  Questo brano, meglio di tutti gli altri che ho scritto in quel periodo, descrive la prima reazione che ho avuto alla cosa. Diciamo che ne è stato il punto di arrivo e quindi, per fortuna, anche l’inizio di altro.

Raccontaci un po’ di te, so che prima di trasferirti a Milano hai vissuto a Montpellier e a Bratislava.
È vero, ho girato parecchio negli scorsi anni, per cazzeggio inizialmente, poi per studio e alla fine per lavoro, fino a non poterne più. Mi metti in difficoltà perché non sono una persona troppo interessante. Basti sapere che probabilmente detengo il record mondiale per cambi di casa in una stagione.

Il tuo artista italiano preferito.
Non lo so, ne ho più di uno e va moltissimo a periodi. Ci ho rimuginato troppo quindi riporto in maniera sincera i primi tre che mi sono venuti in mente a flusso di coscienza: Venerus, Fulminacci e Vasco Rossi fino a Buoni o Cattivi (escluso).

Penso che il concept dietro Autostrade sia azzeccatissimo con il fatto che questo rappresenti il tuo primo singolo. È stata una scelta “obbligata” pubblicarlo come primo singolo oppure è stata una scelta fortemente voluta, poiché avevi a disposizione più brani?

È stata una cosa voluta.Ne avevamo a disposizione un tot e abbiamo scelto insieme quello che ci sembrava il pezzo migliore per presentarsi, che poi coincideva pure con quello che volevo pubblicare per primo. Tra le 7 miliardi di cose che ho cambiato in vita mia, la musica e la persona cui il brano è rivolto sono stati gli unici due punti fissi costanti. Quindi a livello strettamente personale iniziare con quello aveva un valore in più.

Celestopoly. Da cosa proviene questo nome?
Ero molto fissato coi Pokemon. Celestopoli è una città di Kanto, quella dove stava Misty e quindi dove, tipo a 8 anni, per la prima volta incontrai l’amore.

Maciste Dischi è una tra le più importanti realtà indipendenti in Italia. Quando hai avuto il primo contatto con loro?
Ci sentiamo da un tot ormai, quasi due anni. Tra invii di demo, chiacchierate, incontri, collaborazioni inizialmente non Maciste labeled, alla fine mi hanno preso in squadra!

“Quello che vuoi fai”. Tu cosa vuoi fare nel futuro più vicino?
Mentre scrivo è il 26 Aprile, oggi hanno appena riaperto i bar. Nel futuro più vicino sicuramente mi siederò al tavolo del bar sotto casa e mi prenderò qualche gin tonic.

di Alessandro Pirrone

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