Intervista di Serena Lotti | Foto di Dario Pasta
“Amore e Rinascita di una Donna Transgender” è il primo libro di Nina Gaia, autrice milanese al suo esordio come scrittrice. Nina, che ha intrapreso il percorso di transizione spronata anche da una sofferta perdita personale, in questo suo romanzo d’esordio non solo ha messo a nudo in modo onesto e sincero le sue fragilità e le sue paure in questo viaggio ai confini con se stessa, ma ci ha impartito una grande lezione di vita, ovvero che l’amore è capace di travalicare i confini dell’identità di genere e del possibile, l’amore può diventare un inno a noi stessi, proprio nel momento in cui lo perdiamo.
In questa lunga intervista che mi ha rilasciato per Rockon ho avuto l’opportunità di parlare con lei di diversi temi e ho scoperto quante numerose possano essere le sfumature e i sottotesti attraverso i quali l’amore per l’altr* ci parla di noi e ci spinge al cambiamento. Non serve solo il coraggio di voler cogliere, ma di avere dentro di sè la consapevolezza del qui e ora.
Ciao Nina, complimenti per il libro. Come sta andando?
Grazie a voi di Rockon! Il libro sta andando bene, ho già fatto 5 presentazioni dal vivo, per ora tutte in Lombardia. Sono assolutamente a disposizione di tutti coloro vogliano parlare di Amore e Rinascita di una Donna Transgender, posso raggiungere qualsiasi destinazione! Quello che mi entusiasma non è solo parlare del libro ma anche della tematica di cui tratta.
Questo libro parla di rinascita e di autodeterminazione. Racconta di una sofferenza che nonostante tutto ti ha dato la spinta di librarti in volo, verso un cambiamento, una rivoluzione personale. Questo libro ci insegna che si può rinascere dal dolore, sebbene per la maggior parte delle persone sia difficile prenderne coscienza. Raccontaci come un cuore spezzato può andare oltre.
Il libro racconta di un percorso di rinascita ma la prospettiva da cui bisogna guardare a questa storia è che se è vero che il dolore per la separazione da una persona può scatenare in noi emozioni devastanti, dall’altra crea il desiderio di risvegliarci a qualcosa di piu’ profondo. Nel momento in cui c’è un distacco da questo genere di di relazioni fortissime, che a me piace chiamare karmiche, è vero che si apre una ferita profonda e si può anche correre il rischio di perdersi e crogiolarsi nel dolore, ma c’è anche la possibilità che questi amori (per qualche misterioso motivo dell’esistenza) siano destinati ad accompagnarti in una sorta di iniziazione, guidandoti verso una maggiore consapevolezza di te e del senso della tua vita.
Tentando di guarire da un amore perso è possibile intraprendere un sentiero verso un amore più grande, ovvero uno stato quasi trascendente dove il dolore viene trasformato in amore per se stessi, un’apertura alla vita, alla vita anche come mistero perché nessuno sa veramente che cosa sia la vita…il mistero è qualcosa che ci apre a stati di coscienza sempre più sottili e ci riporta sempre più a contatto con con noi stessi, con un fluire più spontaneo e naturale alla vita e ai rapporti.
Quindi sì il dolore ci può mettere in ginocchio ma abbiamo sempre la possibilità di rialzarci e iniziare un percorso di cambiamento e di evoluzione interiore.

Hai raccontato con grandissimo coraggio i lati più oscuri delle tue fragilità e delle tue paure. La speranza e la bellezza con cui racconti questo tratto di vita, anche nei sui momenti più bui, non mancano mai di essere constantemente presenti nella tua narrazione come se in qualche modo tu sia perfettamente in grado di padroneggiare i tuoi demoni. Consapevolezza o inclinazione naturale?
La scrittura del libro in sé è stata per me una sorta di atto psicomagico, un percorso incentivato e promosso anche dal mio psicoterapeuta. Nel momento in cui scrivi un libro come questo non puoi più raccontarti scuse, non puoi più guardarti indietro ma puoi solo spingerti più possibile in avanti. Ho tentato quindi di trasformare questa sofferenza intensa attraverso la scrittura, cambiarla attraverso la narrazione. Ho cercato di offrire ai lettori e alle lettrici una storia sì di fragilità ma anche di resilienza, parlando del mio vissuto e delle mie emozioni, anche quelle più drammatiche. Ci sono state anche delle scelte puramente stilistiche volte a stimolare un coinvolgimento emotivo. Oggi viviamo in un mondo altamente competitivo in cui sembra necessario il bisogno di nascondere le proprie vulnerabilità. Io ho fatto deliberatamente il contrario, mostrando a tutti chi sono. Questo in un libro è stato per certi aspetti un atto di ribellione.
Nell’ultimo capitolo scrivi “Tante voi donne, ma non solo, probabilmente avete provato tutto questo struggimento in alcuna delle vostre relazioni”. Questa storia va oltre il genere, va oltre le scelte personali, va oltre la rivendicazione di un diritto. Chiunque si può immedesimare in questa storia perchè parla, semplicemente, d’amore.
Questo libro porta con sè un messaggio che è universale: da una separazione può nascere una trasformazione immensa. Questo riguarda tutti, ho voluto rivolgermi a tutti coloro che hanno sofferto per amore a causa di queste relazioni karmiche, destiniche. Questo è l’aspetto universale di questo libro in cui spero che tutti leggendolo si possano riconoscere. L’amore è in grado di farci soffrire perché va a toccare le nostre fragilità più profonde, paure che ancora portiamo dentro di noi da dall’infanzia, dal passato.
A tal proposito mi ha colpito il capitolo numero 5 dove racconti di come tu e il tuo partner foste così tanto legati perché entrambi eravate stati bambini soli, poco amati.
Questa tipologia di rapporti, quando va bene si sviluppano in grandi amori, purtroppo nella maggior parte dei casi finiscono per essere distruttivi o per mettere a nudo alcune tendenze, come nel mio caso l’autolesionismo o inclinazione al disamore. Questo tipo di relazioni vanno a toccare ombre del nostro passato ma allo stesso tempo ci fanno capire anche che, per quanto dolorose aprono le porte alla libertà, alla catarsi, ad un amore più grande. Quello per noi stessi.
Sempre più spesso la comunità Lgbt+ fa della propria vita un atto politico, un’azione per rivendicare la propria libertà, i proprio diritti, una call to action forte verso la conquista di un mondo inclusivo dove le dimensioni personali e sessuali diventano atti di rivoluzione, a volte pubblici, necessari. Questo libro vuole essere anche questo?
Questo libro è naturalmente anche legato a questo tema, è vero ho scritto di un amore finito e del percorso che ne è nato e questo è stato il motore, ma nel momento in cui mi sono messa a scrivere ho capito che la storia e le caratteristiche di questo personaggio e di questo libro (che sono io) sono particolari, perché sono quelle di una donna transgender. Sì quindi sì, assolutamente sì, questo libro è il manifesto della vita sentimentale di una donna transgender. Ho voluto raccontare tante delle difficoltà che una persona come me deve affrontare, così come le affrontano tanti ragazzi e ragazze, anche quando ad esempio ci si apre al mondo del dating. Non c’è minimamente consapevolezza del grado di discriminazione che le persone trans subiscono solo per essere quello che sono, se è vero che tutti abbiamo la libertà di scegliere la persona con cui vogliamo passare una serata o la nostra vita, è altrettanto vero che non c’è l’obbligo di scegliere una donna trans. Può capitare a tutti di non essere scelti per i più svariati motivi, ma nel momento in cui tu hai combattuto per essere quella che sei, conquistando autonomia, riconoscimento sociale, lavorativo e anche perchè no anche un’immagine fisica, allora perchè devo sentirmi dire che il mio corpo è un limite, che posso piacere sì, ma il fatto che io sia trans diventa in qualche modo un ostacolo? Eccoli lì gli stereotipi e pregiudizi sociali.

La verità Nina è che forse si parla ancora troppo poco di mondo transgender.
Noi transgender dobbiamo passare attraverso un cambiamento rivoluzionario, questo l’ho voluto mettere in luce. Siamo ancora vittime di pregiudizi e idee sbagliate, sì hai ragione, forse se ne parla troppo poco, è un tema di cui bisognerebbe dibattere di più. Il mio libro nasce anche con questo obiettivo.
Parliamo di salute mentale, se ne parla molto in questo libro e voglio cogliere l’occasione per parlarne con te. In questo momento storico è diventato un tema fondamentale, è urgente parlarne, dibatterne e proteggere l’equilibrio mentale. Immagino che durante il tuo percorso personale spesso il tuo benessere psichico sia stato messo in discussione. Vuoi parlarmene?
Oggi si tende ancora a considerare il malessere mentale meno importante del malessere fisico ma sappiamo bene che non è così. La salute mentale è importantissima, se stiamo bene mentalmente riusciamo anche a esprimerci meglio nel lavoro, con la nostra famiglia e nelle relazioni: il consiglio che posso dare è quello di appassionarsi alla conoscenza e alla comprensione di se stessi e degli altri, essere coscienti della propria intelligenza emotiva. Questo libro si propone anche di essere uno strumento non da “utilizzare” solo nel momento in cui si soffre ma come qualcosa che può arricchire di senso e di significato la nostra vita, partendo da una storia personale e di vissuto. Il libro è al femminile non a caso: ho individuato nel mondo delle donne, e del femminile in generale, questa capacità di osservarsi, di ascoltarsi.
Dobbiamo abbattere l’idea che si possa sempre fare tutto da soli o che chiedere aiuto possa essere sintomo di debolezza, sono sovrastrutture che non hanno più fondamento: io ho voluto raccontare del tema anche nei minimi dettagli proprio per evitare che qualcuno compiesse la stessa azione disperata di cui parlo io nel libro.
Questo libro che è un punto di partenza ma è anche un punto di arrivo. Ci sarà un altro romanzo nel tuo futuro?
Ho voluto iniziare a scrivere partendo da me anche se in realtà questo libro è strutturato come un romanzo, non solo come un’autobiografia. Non volevo limitarmi allo scrivere solo la mia storia bensì traghettare i lettori e in una narrazione più ampia. Mi piacerebbe in futuro raccontare di storie di altre persone, mi fa stare bene l’idea di parlare di veri vissuti, di vere emozioni.
Facciamo un volo pindarico. Il tuo libro diventa una sceneggiatura di un film. Quale sarebbe il disco o l’artista che sceglieresti come colonna sonora ideale?
Premetto che sono un’amante del cinema e delle serie TV, sono letteralmente impazzita per The White Lotus e per la suacolonna sonora, composta da Cristobal Tapia de Veer, che è capace di tenere in equlibrio degli angelici cori femminili con un ritmo tribale molto caldo. Quindi direi senza ombra di dubbio che se mai il mio libro diventasse un film e potessi sognare, chiederei a Cristobal Tapia de Veer di musicare il film.
Ultima domanda di rito. Vuoi consigliare 3 canzoni ai lettori di Rockon?
Lo sai vero che sono tutte e 3 canzoni d’amore quelle che ho scelto?
1- “The Look of Love” di Burt Bacharach: un brano suggestivo, parole profondissime. Non mi stancherei mai di ascoltarla.
2 – “Everybody Hurts” di R.E.M.: un testo molto diretto sincero.
3 – “Do You Know Where You’re Going To?” di Diana Ross: una voce meravigliosa, unica.
