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ASIA ARGENTO: è uscito il nuovo album “Music from my bed”

Da oggi è disponibile in digital download, in streaming, in CD e in un’esclusiva versione in vinile “Music from my bed” (Ammonia Records), il nuovo disco di Asia Argento,  artista a tutto tondo apprezzata a livello internazionale per la sua anima ribelle e per la capacità di abbattere i confini artistici, dalla musica allo spettacolo, infrangendone i limiti a favore di un’espressione personale e libera.

“Music from my bed”, che vede i feat. di DJ Gruff, Young Signorino, Luca D’Aversa, Vera Gemma e Anna Lou, è un lavoro originale che si muove con naturalezza tra l’inglese e il romanesco in una tempesta di suoni che miscelano elettronica, trap,  rap e world music, prodotto dal portoghese Holly e letteralmente concepito da Asia Argento in camera da letto durante un isolamento forzato da un incidente.

Asia Argento commenta la genesi del disco, affermando: “Non avrei mai scritto questo disco se non mi fossi spaccata il ginocchio. Ero partita per fare un lavoro in Thailandia. Sarei dovuta rimanere cinque settimane, ma dopo cinque giorni sono caduta fracassandomi la rotula e mi hanno rispedita a casa. L’ortopedico mi ha intimato di restare a letto per sessanta giorni, perché se avessi poggiato il piede a terra, c’era una grossa probabilità che la frattura si sarebbe scomposta e quindi invece di un mese e mezzo, sarei dovuta rimanere immobile per sei mesi. Prima di partire per quel lavoro, avevo conosciuto un giovane musicista portoghese di nome Holly. Avevamo lavorato insieme ad una canzone con il featuring di Young Signorino. Mi ero trovata benissimo con lui, e dopo la sua partenza eravamo diventati “amici di penna”. Quando tornai a Roma gli scrissi per raccontargli le mie vicissitudini. Ero abbastanza depressa, per una persona come me che non riesce a stare ferma, l’idea di rimanere immobilizzata a letto mi metteva un’enorme angoscia. Holly mi raccontò di quando da ragazzo si era rotto un braccio, e questo era stato uno dei momenti più importanti della sua vita, una benedizione, perché aveva usato quella pausa obbligata per lasciare l’università dove studiava sociologia e diventare musicista. Mi domandò: “perché non usi questo momento per metterti a scrivere delle canzoni? Ti mando dei beats, provaci!” Mi mandò circa trenta tracce, una più bella dell’altra. Chiesi al mio amico Claudio Donato di Goody Music di aiutarmi a settare un mini studio accanto al mio letto per registrare la mia voce. Pensavo fosse una mossa azzardata per una persona come me, completamente anti tecnologica, totalmente analogica. Ma avevo un bisogno disperato di trovare una scappatoia artistica per non finire nell’auto commiserazione, e quindi mi attaccai a questa speranza con le unghie ed i denti, ed imparai ad usare Ableton, con l’aiuto di Holly che nel frattempo viveva a Los Angeles e con il quale comunicavo ogni giorno, di solito quando da me era mattina e da lui notte fonda. Così è iniziato tutto…”

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