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Reportage Live

Quando Mantova diventa “Mecca” del punk per accogliere IGGY POP

L’evento che non ti aspetti: Iggy Pop irrompe a Mantova portando il punk in una location surreale.

Articolo Chiara Amendola | Foto di Roberto Finizio

E Iggy fu. A inizio luglio l’annullamento last minute del concerto di Iggy Pop con la Mantova Chamber Orchestra in piazza Sordello è stato accolto dai fans come una vera e propria tragedia, considerando la distanza di cinque anni dalla sua ultima esibizione in Italia. 56 giorni dopo eccoci finalmente ad acclamare il nostro Iguana in una dimensione anomala e poco fascinosa per gli affiliati del genere, l’Esedra di Palazzo Te.

La prima impressione che ho al mio ingresso è quella di essere circondata da persone estremamente irritate. In effetti per vedere dal vivo il Padrino del punk l’ultima cosa che ci si immagina è una location con sedie e un palco illuminato da fari soffusi – capace di accogliere al massimo l’Orchestra Casadei. L’intro lento e soave, che scandisce un incipit molto tranquillo, fa aumentare quel fastidio. La confusione mentale termina bruscamente quando compare il Messia: Iggy Pop si palesa ai comuni mortali e in un balzo la folla si alza dalle sedie e corre verso il palco, creando un pit pronto a scatenarsi. Già durante le prime canzoni Iggy ritrova la sua natura e inizia a saltare lasciandosi l’ingombrante giacca dietro di sé sulle note di “Loves missing”.

Le luci si accendono e sfodera quel sorriso enorme e incontenibile. Eccolo qui, dominare il suo concerto con migliaia di fan estasiati che lo acclamano, e lui pare non averne mai abbastanza: allunga le mani accettando l’amore e la gioia di tutti, toccando il famoso torso nudo, abbronzato in Florida e ora leggermente panciuto, come se volesse spalmarselo addosso – e può permetterselo considerando che farebbe invidia a molti trentenni.

Tutta la scaletta della serata è scandita dal prepotente tocco magico di Enrico Gabrielli dei Calibro 35 che ha curato gli arrangiamenti trasformando l’orchestra in una band punk di altissimo livello.

È una fottutissima notte qui a Mantova“, dice Iggy in tutta sincerità. Ma non è il più felice nella sala, almeno dopo aver suonato 21 delle più grandi canzoni di tutti i tempi, brani ahimè che non sono mai stati realmente un successo in senso letterale, perché in effetti la storia ci racconta proprio ciò. “Lust for Life”, per esempio, lo è quasi stata, dopo che il suo immortale ritmo di tom-tom ha dato il via al film del romanzo di Irvine Welsh Trainspotting. Ma questo è avvenuto solo nel 1996, 19 anni dopo la sua uscita originale.

Mi chiedo, come sia possibile che “Lust for Life” non sia stata una hit nel 1977, l’anno in cui il punk è esploso? La risposta è che la morte di Elvis Presley fece sì che l’etichetta di Iggy all’epoca, la RCA, riversasse le sue risorse nella ristampa del catalogo del Re a scapito della promozione di quello che avrebbe dovuto essere il più grande successo della carriera del Ragazzo Dimenticato dal Mondo.

A Mantova Iggy tira fuori questa eterna opener o showtopper (non è proprio una canzone di mezzo) in un intervallo di due canzoni – “James Bond” e “Dirty Sanchez” – e dopo “The Passenger” – cantata come da tradizione con il microfono nei pantaloni – creando qualcosa di molto simile alla fine del mondo, con tanto di invasione di palco da parte di un giovane ubriaco.

Un momento che non lascia ossigeno e che vale per molti tutto lo show, intorno a me vedo floride sessantenni che ancheggiano, selfie di amori fluidi e senza età, birre che cadono giù come pioggia, uomini dalle chiome argentate (o senza chioma) che traballano sulle gambe per reggere il confronto con la star, il tutto in un’atmosfera di euforia che esprime la natura stessa del live.

La maggior parte del resto della scaletta è tratto dal profondo pozzo scavato dagli Stooges, i cui tre album pre-punk tra il 1969 e il 1973 non hanno venduto un bel niente, se non a coloro che hanno avuto la mente così sconvolta da formare le proprie band, che a loro volta hanno influenzato la generazione successiva, eccetera eccetera nei secoli dei secoli.

Ci sono così tanti livelli di inverosimiglianza in questa storia che quasi non ci si crede. Il primo, naturalmente, è che Iggy è ancora vivo, seppur zoppicante, essendo sopravvissuto non solo ai suoi più stretti coetanei e mentori, David Bowie e Lou Reed, ma anche a tutti i membri principali delle due formazioni originali degli Stooges, tranne uno (James Williamson). Per non parlare di innumerevoli musicisti meno fortunati che hanno lasciato questa spoglia mortale dopo aver subito danni apparentemente molto minori.

Quest’anno l’uomo nato James Osterberg ha compiuto 75 anni. Sembra in salute come un puledro, nonostante un’evidente zoppia dovuta a un’anca malandata, il che significa che il suo fisico flessuoso non può più muoversi come un tempo. La voce di Iggy, tuttavia, è incredibilmente in forma, sia che utilizzi il suo ricco baritono nella squallida strisciata da dancefloor di “Nightclubbing” sia che evochi il piagnisteo da adolescente annoiato terminale di “Glow in the dark”.

Il finale è epocale “I Wanna be your dog” “Tv Eye” “Search and destroy”. Tutti sono raggianti adesso, ma nessuno lo è più del superuomo sul palco. È un’affermazione totale della vita, espressione assoluta del punk.

Lui è Iggy Pop e noi no, non ci resta che prenderne atto.

Clicca qui per vedere le foto di Iggy Pop in concerto a Mantova (o sfoglia la gallery qui sotto)

Iggy Pop

IGGY POP – la scaletta del concerto di Mantova

01. 5 foot 1
02. Loves Missing
03. Sonali
04. The Passenger
05. James Bond
06. Dirty Sanchez
07. Lust for Life
08. The endless sea
09. Sister Midnight
10. Mass production
11. Free
12. Gimmie Danger
13. Sick of you
14. Page
15. Nightclubbing
16. Glow in the dark
17. I wanna be your dog
18. Tv Eye
19. Death Trip
20. Down on the street
21. Search and destroy

Written By

Cinefila e musicofila compulsiva. Quando qualcosa mi interessa non riesco a tacere.

1 Comment

1 Comment

  1. Massimiliano

    09/09/2022 at 12:43

    Buongiorno, non avrei mai pensato tirasse fuori tanta grinta! Ti ricordi in che momento preciso è salito sul palco l’invasore? (Ammetto che mancava poco che lo facessi anche io)
    Grazie, W Iggy!!

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