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Lara Molino, abruzzese di San Salvo (Ch) esordisce con questo disco, dal titolo scontato, ma da un significato profondo. “Forte e gentile” è l’allocuzione con cui viene definito l’abruzzese, che la cantautrice ha voluto utilizzare, rivendicare e fare sua a tutti gli effetti. Il disco è frutto delle poesie del padre, che lei ha tradotto in canzoni. Tuttavia, il disco è nato soprattutto grazie a Michele Gazich, il violinista e violista (che ha lavorato a lungo con Mark Olson e Michelle Shocked) che dopo averla sentita cantare l’ha stimolata a registrare queste dieci canzoni, che lui stesso ha prodotto e accompagnato con i suoi strumenti. Nel disco poi di tanto in tanto sono presenti una fisarmonica e un’altra chitarra, oltre a quella della Molino.
Le canzoni, tutte rigorosamente in dialetto abruzzese, se si ispirano alla tradizione del folk abruzzese, sono tutte inedite, inserendosi nel folk process definito da Charles Seeger (padre di Pete Seeger), perché la nostra cantautrice riprende la tradizione della trasmissione di generazione in generazione di storie. Le tematiche affrontate se sono tutte in linea con la tradizione, con il concetto di forte e gentile nella title-track viene utilizzata per rivendicare l’autorevolezza e l’essenza della donna abruzzese. Tra i tanti temi affrontati, oltre a quella della tradizione mistico-religiosa-magica (“Lu fòche de San Tumasse”), ci sono quelli dei briganti (“Pomponio”) e degli emigranti abruzzesi, che circa un secolo fa furono tantissimi, in alcuni anni furono la maggioranza tra gli italiani (L’emigrande”). Nel disco ci sono anche alcuni momenti malinconici e melanconici, tradotti nella ballata de “Lu vecchie e lu quatràle” e nel folk-valzer de “Lu Sand’Andonie”. La vera forza di questo disco sta nel mostrare le fragilità di una terra.
