
Hardcore Superstar
Finalmente, all’ennesimo ritorno in italia, riesco ad andare ad un concerto degli Hardcore Superstar, che dopo l’uscita a giugno del loro nuovo disco, Beg For It, tornano in italia per 4 date.
Questa di Milano, è in compagnia degli Avatar, gruppo metal (credo svedese), che sfodera una bella performance, tamarra all’ennesima potenza, ma un po penalizza da i suoni non proprio ottimali.
Dopo un non molto rapido cambio palco, dalle casse si sente “This worm For Ennio”, intro del nuovo disco degli Hardcore Superstar, seguita a ruota(come immaginavo) da “Beg For It”.
Fin dalle prime note si sente che i 4 sono dei maestri. Perfetti in tutto, nessuna sbavatura, e una botta che non capita spesso di sentire.
Dopo “Beg For It” si va in ordine come sul disco con “Into Debauchery”. Poi Jocke ci racconta che l’estate scorsa a un festival, mentre faceva la doccia, vede arrivare Nikki Six, che dopo aver visto i suoi attributi, gli dice che “Beg For It” spacca, ma la migliore del disco è “Shades Of Grey”. E via con “Shades Of Grey”, che da ragione al buon Nikki Six!
Devo dire che i brani dell’ultimo disco, dal vivo rendono molto di più, il disco in se non mi fa impazzire, ma dal vivo i pezzi hanno molta più carica. Dopo l’apertura dedicata ai brani dell’ultimo disco, iniziano coi loro vecchi successi.
“My Good Reputation”, “Wild Boys”,”Bag On Your Head”,”Standin On The Verge”, la maggior parte dal loro album omonino, loro capolavoro. Tutto invervallato da molte pause purtroppo, in un ora e mezza di concerto circa 4 o 5 uscite. (Solo a Vasco ne ho viste fare cosi tante!).
Ma pause a parte, l’esecuzione dei brani è perfetta. La voce di Jocke non ha mai un calo, il nuovo chitarrista Vic Zino sfodera riff e assoli in maniera impeccabile, il batterista Adde ha una botta vista raramente e alterna colpi alle pelli, a occhiate alle fighette in prima fila.

Hardcore Superstar
Simpatiche un paio di scenette dove il loro rodie suona i timpani nell’intro di “Bag on Your Head”, o suona metà di “We Don’t Celebrate Sunday” mentre il batterista gira per il palco a bere birra, e dare cinque alle prime file.
Dopo un pezzo tratto a da “Dreamin In A Casket” e qualche altro pezzo che purtroppo non conoscevo, i 4 chiudono con la mitica “We Don’t Celebrate Sunday”, e dopo un paio di inchini ci regalano “Someone Special”, l’unica della serata tratta da “Bad Sneakers And A Piná Colada”.
Tirando le somme, un concerto quasi perfetto.
Bravissimi e divertenti.
