Articolo di Chiara Amendola | Foto di Oriana Spadaro
Milano è buia, fredda. Sono le 22 di un giorno feriale e per le strade c’è una considerevole desolazione, siamo ancora troppo in cima alla settimana per lasciarci andare. Il Circolo Ohibò è però stranamente pieno, così tanto che dal palco non si vede dove finisce la coda di persone in platea che vuole assistere al concerto.
È la prima volta che mi capita di ascoltare i Siberia dal vivo e sono quasi nervosa. Le aspettative sono altissime.
Manifesto eloquente di questi nostri anni musicali, i quattro ragazzi from Livorno, grazie a un forte amore per la canzone italiana, hanno creato una robusta sinergia tra il meglio del pop e dell’indie nostrano. Un “non esasperare” che ha permesso di mantenere buono il livello dei testi e di inserire qualche chicca d’autore qua e là.
Il loro stile è un ricco melting pot di qualcosa di già sentito che trova la sua unicità proprio in quell’essere e non essere.
Nel 2018 hanno realizzato uno degli album italiani a mio parere più preziosi di quell’anno, Si vuole scappare, un disco introspettivo e delicato che ha risvegliato il loro ricordo di uno sbiadito Sanremo nella memoria degli appassionati del genere. Tutti amiamo senza fine, ultima fatica, ha rafforzato quell’Amarcord, definendo uno stile più mainstream e aggiungendo alla classica attitudine rock alternative idee pop più vicine ai suoni di oggi.
Il piccolo palco dell’Ohibò impone, un ingresso non trionfale, ma le luci si abbassano totalmente ed in effetti l’attesa si fa sentire.
I Siberia decidono di aprire lo spettacolo con Ian Curtis, pezzo dalle sonorità più indie rock che pop, ma scelta azzeccatissima per sciogliere il ghiaccio. E a proposito di ghiaccio, Eugenio Sournia, cantante e autore, prende la parola per salutare il pubblico e mostrare da subito il suo carisma “Prima canzone e ho già rovesciato il mio vodka tonic”. Ho sempre pensato che il gin rappresentasse il rito di iniziazione ai 30 anni, non a caso Eugenio è un giovanotto affascinante del 91.
Si procede con i pezzi nuovi Canzone dell’estate e Piangere. In prima fila uno schieramento di ragazzine appena maggiorenni, tutte rigorosamente in tiro, osservano ammiccanti i componenti della band scongiurando uno sguardo.
I Siberia si pavoneggiano, posano per le luci dei telefoni che spuntano dalla platea, hanno l’atteggiamento giusto, quell’essere sbruffoni ma senza supponenza, sanno di essere bravi (e belli).
La voce baritonale del frontman Sournia inserisce senza dubbio un valore aggiunto alla profondità dei brani e alla loro interpretazione, allo stesso modo la band (Luca Pascual Mele, Cristiano Sbolci Tortoli e Matteo D’Angelo) riesce a costruire la giusta cornice in questa atmosfera.
Sbolci, il bassista, ruba la scena destreggiandosi in uno stile ricercato, punta lo strumento come un’arma, lo innalza al cielo come se fosse un premio importante. È una sfida continua tra lui e Sournia a chi ci crede di più. Due personalità interessanti capaci di incantare tutti quando si cimentano nella loro arte. Sembra che non abbiano fatto altro nella vita che questo.
Ginevra diventa un pretesto per fare casino e appagare i fan più fedeli con i vecchi pezzi, seguita da Mare che da spazio anche al chitarrista e al batterista, fino ad ora silenziosi. Adesso sul palco è tutto un sorridere e dimenarsi come se i ragazzi fossero in sala prove lontani da tutto e tutti a fare la cosa che più gli piace. Ed in effetti paradossalmente la situazione è molto intima.
L’ultima parte del live è propriamente dedicata all’amore, quello giovane, leggero e spensierato di My love e Mon Amour, che diventa più complesso è maturo con Tutti amano senza fine, pezzo d’autore, senza mezzi termini, e Cuore di rovo, che riscalda subito gli animi, con la sua lezione e il suo invito al rimanere “sulla stessa barca” il più a lungo possibile.
L’encore regala grandi emozioni con Ritornerà l’estate, Nuovo Pop e infine Non riesco a respirare, che chiude il concerto con un tripudio di suoni facendo riaffiorare una piacevole nostalgia.
Rimpiango di non avere più vent’anni per lasciarmi andare a sentimenti del tutto immotivati nei confronti di ogni singolo componente del gruppo. Ma a prescindere dal look irresistibile, l’atteggiamento sfrontato e quell’essere un po’ spacconi, che piace tanto, consiglio vivamente di puntare su questo cavallo (d’altronde l’ha fatto prima Maciste Dischi e poi Sugar) ripassate quindi tutta la discografia, perché sono certa che ne sentiremo parlare ancora, ancora e ancora.
Clicca qui per vedere le foto dei Siberia in concerto a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto)
SIBERIA – La scaletta del concerto di Milano
Ian Curtis
Canzone dell’estate
Piangere
Strangers
Ginevra
Carnevale
Mademoiselle
Peccato
Mare
Sciogliti
My Love
Mon Amour
Tutti amiamo senza fine
Cuore di Rovo
Encore:
Ritornerà l’estate
Nuovo pop
Non riesco a respirare
