ASIAN DUB FOUNDATION SOUNDSYSTEM @ C.S.O. RIVOLTA – DUB, RAPCORE E REGGAE IN SALSA ELETTRONICA INDOASIATICA
“Stasera quindi?”, “Beh ci sono gli Asian Dub Foundation al Rivolta, sarebbe ora di vederli no?!”, aggiudicato! Piadina e birra finite in tutta fretta e via verso il C.s.o Rivolta di Marghera (VE).
Il Rivolta ci ha abituati a concerti abbastanza affollati e mi aspettavo un centro sociale un po’ più pieno per un gruppo storico come gli Asian Dub Foundation ma, complice il tempo non proprio fantastico che invogliava a stare sotto il piumone e complice il fatto che qualcuno se li era già goduti qui nell’ormai lontano aprile 2011 (vederli due volte non fa mica male, restano pure sempre una delle migliori band dal vivo riconosciute al mondo! n.d.r.), il pienone non si è realizzato e forse è stato meglio così (per chi c’era, la situazione ricordava un po’ quella degli Atari Teenage Riot di marzo 2012). I presenti, comunque non pochi, si sono così goduti un super live con gli spazi necessari a ballare per ore al ritmo della musica caratteristica e subito riconoscibile degli ADF, una musica composta da sonorità eterogenee che accontentano tutti i gusti, dal rap al punk, dal reggae alla dub, dal tradizionale suono indiano dei sitar all’ambient e jungle, il tutto condito in salsa elettronica indoasiatica.
Niente chitarre né batteria sul palco stavolta, solo consolle, campionatore, voci e percussioni; c’è chi rivuole gli Asian Dub Foundation vecchia scuola, addirittura quelli pre-Virgin Records, ma sono i soliti discorsi prevenuti che impediscono a certa gente di gustarsi un live che in realtà è davvero potente e voluttuoso. Basta e avanza un Cyber che batte come un forsennato su bonghi e tamburo divertendosi come un pazzo per ammettere che la serata vale eccome, tra l’altro ci terrei a sottolineare i capelli perfetti del percussionista che neanche il Diego dalla Palma più in forma avrebbe saputo lisciare e tagliare con tanta maestria! Ad ogni modo, capigliatura di Cyber a parte, il live ha inizio con un’ottima performance di elettronica ambient in solitaria da parte di un Dj Pandit G in formissima, seguita dall’entrata sul palco dell’mc Aktivator che trasporta il concerto in fase rapcore elettronica. Un po’ di panico per chi aspettava con ansia anche gli ADB percussioni e dub, non è che adesso cavalcano l’onda del rap su base elettronica e fanno solo questo?! No panic, il dubbio è sciolto quando arriva on stage anche Al Rumjen, ex cantante dei King Prawn, seguito da Cyber e il gioco è fatto. Gli Asian Dub Foundation sono un Sound System, e da lì in poi il live diventa esattamente questo, un sistema di suoni perfettamente combinati tra loro, un cross-over di generi che scorrono lisci come l’olio e di remix di brani vecchi e nuovi che lasciano le orecchie piacevolmente fischianti e soddisfatte una volta fuori dal Rivolta.
Non dimentichiamo che gli Asian Dub Foundation sono, sin dagli inizi, un gruppo impegnato e interessato al sociale (si formano a Londra nel 1993, alla London’s Farrington Community Music House, un’organizzazione nella quale il bassista Dr Das ed il dj Pandit J insegnavano ai bambini asiatici i fondamenti della musica tecnologica) e sullo sfondo scorrono infatti le immagini più diverse, dalle metropoli americane ai lavoratori dei campi messicani (sempre caro fu Zapata agli ADF). Sul palco da vent’anni, gli Asian Dub Foundation continuano a lottare per la parità dei diritti e contro le discriminazioni razziali con linguaggi musicali evoluti oggi verso il socio-tecnologico come dimostrato dall’ultimo lavoro “History of now” del 2011 e non c’è dubbio, davanti a loro tutti ballano goduriosamente allo stesso modo, bianchi, gialli, neri o rossi.
«Dub is the place we come to argue and debate», “Dub Mentality”, Asian Dub Foundation
Articolo di Veronica “TheBeast” Drago
