Articolo di Philip Grasselli
Il titolo di questo tour, che volge alle due date al Blue Note di Milano, è, a mio parere, un geniale ermetismo: 60 + 40 100% Mario Venuti. Proprio lui che ha compiuto i 60 anni il 28 ottobre 2023, ma anche i 40 anni di carriera proprio con il primo EP del 1984 con i Denovo (“Niente insetti su Wilma”).
Il jazz club di via Pietro Borsieri è colmo di gente nonostante la tarda ora, con un pubblico tendenzialmente adulto (finalmente un concerto in cui abbasso l’età media, ndr), ma carico un karaoke di tutte le canzoni della lunga carriera di Mario Venuti.
L’assetto del live è quello classico, quasi tipico di una formazione di calcio: Mario Venuti, il numero nove, alla voce e alla chitarra classica; Pierpaolo Latina, inamovibile trequartista, al pianoforte e ai cori; Vincenzo Virgillito, solido difensore centrale, al contrabbasso; Giuseppe Tringali, tra i pali, alla batteria e alle percussioni.
Il concerto
Fa troppa luce la parola “sempre”.
Mario Venuti – “È stato un attimo”
Ed è subito Festivalbar 2006, uno dei miei primi che ricordo alquanto vividamente, con “È stato un attimo”, tratto dal suo quinto album “Magneti”. Subito una ventata di nostalgia: il caldo di luglio, l’indecisione di prendere la compilation arancio o blu, i Mondiali vinti. Da qui ci porta con mano attraverso il mondo bossa nova e della samba, due dei generi che più si apprezzano nell’ultimo album “Tropitalia” uscito il 7 settembre 2021. Un mix di grandi hit della storia della musica italiana e del suo repertorio rivisitate in chiave fusion, dalla sanremese “Crudele” a “Figli delle stelle”, grande successo del 1977 di Alan Sorrenti.
Legami le mani, legami con doppi nodi all’anima
Mario Venuti – Crudele
Porta la mia vita a correre da qualche parte e stancala
Solo mi farai felice se sarai crudele con me
E se sono prigioniero io mi sento libero
Il primo vero momento coro, ma coro forte, è quando parte “Mai come ieri”, grandissimo successo del 1998 in compartecipazione con una Carmen Consoli all’epoca sulla cresta dell’onda (“Confusa e felice” era uscito da pochissimo). Le ugole sono ufficialmente calde, pertanto il climax ascendente con “Io che amo solo te”, “Fortuna” e “Il mondo” sono letteralmente dietro l’angolo, così come gli straordinari assoli di Pierpaolo Latina al pianoforte in “Veramente” e nella rivisitazione del ben noto brano di Nada del 1968 “Ma che freddo fa”.
Il bis
Allora direi che possiamo anche festeggiare i prossimi anni
Mario Venuti nella post-ovazione prima del bis
Una frase ben chiara che fa accrescere il clima danzereccio partito proprio con l’ultima canzone pre-bis: prima con “Il cuore è uno zingaro” di Nicola Di Bari, quasi un coro da stadio Meazza, poi con “Caduto dalle stelle” versione samba. Una coppia di ragazzi balla sulle transenne del Blue Note, mentre io, da buon batterista incallito, che mi gusto i tre minuti di assolo di batteria di Giuseppe Tringali.
Insomma: non c’era modo migliore di celebrare una carriera ricca di musica di altissimo livello, dalla cosiddetta Nuova musica italiana cantata in italiano del periodo dei Denovo, all’esperienza da solista.
MARIO VENUTI – La scaletta del concerto di MILANO
È stato un attimo
Crudele
Vita
Napoli-Bahia
Per causa d’amore
Arrivederci
Un altro posto nel mondo
Figli delle stelle
Paradiso
Mai come ieri
Io che amo solo te
Fortuna
Il mondo
Veramente
Ma che freddo fa
Encore:
Il cuore è uno zingaro
Caduto dalle stelle
