Nati dieci anni fa, dopo diversi cambi di formazione i milanesi Using bridge, nel 2004 hanno pubblicato il loro esordio e a seguire questo disco, giunto nei negozi dopo molti travagli interni al gruppo. In effetti, la cosa è percepibile, dato che le intenzioni sono apprezzabili, ma queste non sempre vengono veicolate nel modo giusto. Il problema di questo disco è l’essere troppo sospeso tra il sound dell’hard rock degli anni ’70 ed il grunge.
All’interno del disco ci sono pezzi troppo distanti tra loro e questo fa intuire che il gruppo deve lavorare ancora molto prima di giungere alla quadratura del cerchio, che probabilmente l’avrà trovata con il disco di imminente uscita “A night in Acusticland”. Troppi i riff che sostengono un cantato spesso troppo melodico per il genere. Questo è il difetto più evidente, che si contrappone alle belle sonate, soprattutto quando il gruppo tende a prendere la strada della jam.
Vittorio Lannutti

