Stephen G. Trollip, sudafricano, ma cresciuto a Londra, approdato in Veneto ha messo su questo questo progetto con Elio De Simone e Sebastiano Ziroldo per omaggiare il garage della fine degli anni ’60 e il primissimo punk. Infarcito di tanto soul e beat, questo esordio non è un pura operazione nostalgia, ma un modo per rendere attuali quelle sonorità, per fortuna mai passate di moda. Il trio ci regala bei momenti spensierati con l’easy pop di stampo californiano di “The sad surfer” o ancora con la velvettiana “What you say”, passando per i viaggi lisergici doorsiani di “The river song”.
Brani come “Nothing to say”, It makes me sick” o “You put spell on me” sono dei beat-garage-soul irresistibili e che fanno venire voglia di ballare, anche col caldo annichilente di questa orrenda estate. Tra tanto rock, incuriosisce un pezzo come “A little time”, in cui il trio riesce coniugare il blues e il beat con il folk valzerino, alla stessa stregua della Band.
È grazie a dischi come questi, che nel 2012 si mantiene vivo e giovane il rock’n’roll.
Vittorio Lannutti

