Foto credits Stefano Michelin
Vincenzo Parisi dei Kafka On The Shore, band alternative rock attiva dal 2011 al 2015, ha vinto il premio Umberto Micheli 2021 (assegnato dal Conservatorio G. Verdi di Milano) arrivando quindi a presentare dal vivo la sua composizione “Colombre” giovedì 20 gennaio 2022 alla Sala Verdi. L’esecuzione sarà affidata ai giovanissimi musicisti della Oscom, l’orchestra sinfonica formata dai migilori studenti del conservatorio di Milano, con la direzione di uno massimi esperti di contemporanea di oggi, il M° Yoichi Sugiyama.
Un background si fonde quindi con la classica, “Colombre” (che si ispira ad un racconto di Dino Buzzati) è un affresco allucinato di un’onda che si ripete sempre uguale eppure sempre diversa nella cui trama si osservano alcuni dei tratti caratteristici della scrittura di Parisi: tutta l’orchestra utilizzata per dare voce ad un flusso ipnotico da rave-party, la struttura formale che deve all’elettronica e a certe atmosfere tipiche della narrativa cyberpunk le diverse tecniche di montaggio utilizzate per costruire la trama musicale più globale.
Per l’occasione gli abbiamo chiesto quali sono i suoi 5 brani preferiti.
1) Pink Floyd – Set The Controls For The Heart Of The Sun
Fissazione totale per questo capolavoro dei Pink Floyd. Per l’ipnosi che riesce a creare, per i mille impressionanti colori della batteria di Nick Mason, per gli incredibili squarci dello spazio sonoro aperti dalla chitarra di Gilmour e il meraviglioso lirismo punteggiato delle tastiere di Richard Wright. Un trattato di orchestrazione che viaggia nello spazio più profondo e allucinato.
2) Rocco Meli, Elio Perconte – Surfarara
Tra il ‘53 e il ‘54 l’etnomusicologo Alan Lomax gira per tutte le campagne italiane registrando i canti popolari ancora non spazzati via dall’avvento della TV. Questo canto di minatori dello zolfo lo pesca vicino a Caltanissetta. Un marranzano e un vecchio sdentato che canta un canto di una sofferenza inaudita: “Mi son scordato di mia madre, di mio padre, di me stesso…”. Ci trovi mondi melodici arabi, il drone creato dallo scacciapensieri che potrebbe essere scritto da post-minimalisti tedeschi, una storia antica come l’uomo moderno.
3) Mombao – Toi Pa
Studio canti popolari da una decina d’anni, e poi li rimescolo in una salsa tutta mia. E’ quello che fanno anche i Mombao, letteralmente miei vicini di casa, coi quali condividiamo alcool, insulti di altri vicini quando si cantano canzoni serbe fino a notte fonda, e infiniti discorsi sulla musica popolare e di come calarla in una veste più vicina ai nostri rispettivi bisogni. Sono fichissimi, la band italiana dell’anno. E questa canzone una bomba. (Nei cori, laggiù in basso ma un pò tagliata dal produttore Giacomo Carlone perché… si sentiva solo lei…, anche la mia voce!)
3) Fausto Romitelli – Professor Bad Trip
Il viaggio negli acidi del Professor Bad Trip, famoso fumettista underground italiano, messo in musica dal grandissimo e compianto compositore Fausto Romitelli. Prendetevi 14 minuti del vostro tempo in assoluta concentrazione e entrate anche voi in questo trip di suoni distorti e allucinati che sono ormai entrati nella storia della musica contemporanea. L’esecuzione che ascolterete è di uno dei migliori ensemble in Italia, l’Eutopia Ensemble diretto dal bravissimo compositore e direttore d’orchestra Matteo Manzitti.
5) Terry Riley – A Rainbow in a Curved Air
Viaggione dei viaggioni. Terry Riley sbanca con “A Rainbow in a Curved Air” anche nel mondo del rock, lui padre del minimalismo insieme al guru La Monte Young. Siamo nel ‘69, melodie indiane e ritmi africani vengono esplorati e assorbiti da Riley e dagli altri minimalisti come Steve Reich e Philip Glass, influenzando anche tutta la scena rock da lì in avanti.
Ottimo disco da ascoltarsi per meditare ma consigliatissimo anche per gran viaggi in compagnia del proprio/propri partner…
