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Fiori, farfalline e vittorie scontate: perché Sanremo è Sanremo!

Gli strascichi delle polemiche si sa, vanno avanti per mesi. E credo proprio che questo Festival di Sanremo, il 62° per la precisione, le polemiche se le porterà avanti fino a Febbraio 2013. Dalla conduzione contestata del duo Morandi – Papaleo, al vedo – non vedo dell’abito con scollatura vertiginosa dell’aitante Belen, alla vittoria annunciata della “donna rock” (secondo lei, visto il parere contrastante del pubblico sulle dichiarazioni un po’ avventate della giovane vincitrice) Emma, fino alle discusse scelte degli artisti in gara. Per non parlare del premio assegnato come vincitore della categoria giovani. Ma bisogna andare con ordine, in maniera da dare il giusto peso ad ogni argomento, e non sottovalutare la pochezza e la scarsa originalità, dell’ormai noto Festival musicale.
Che la musica italiana fosse in declino da anni, questo ormai è risaputo. Talent show, dischi venduti come se fossero noccioline, e successi stellari sin da subito. Per poi terminare, nelle migliori delle ipotesi, dopo una manciata di anni. Ma il cielo della musica italiana si sa, che sin dalla notte dei tempi, ospita stelle e meteore pronte ad esaurirsi poco dopo. Anche se quello che sta accadendo negli ultimi anni è veramente singolare. Si partecipa ad un talent show (che di talento ha solo il nome in lingua inglese), si sta sotto i riflettori per circa sei mesi, si partecipa a sfide ad eliminazione diretta, tramite televoto (l’ultima frontiera nel campo del giudizio, come se di esperti musicali non ce ne fossero a sufficienza e in grado di giudicare le reali abilità) e alla fine chi è più bravo (sempre a detta del presentatore di turno) vince un contratto discografico.
Esce il disco nel giro di circa due mesi e si vendono migliaia di copie. Disco di platino, partecipazione a Sanremo, e vittoria finale. Si ok, non è sempre così, anche perché alcuni si perdono ancor prima del disco di platino, ma la strada tracciata è quasi sempre la stessa. E a parlare non è solo la presunzione di un giovane giornalista in erba che vuole farsi strada nel mondo della musica, ma solamente un dato di fatto. O meglio, dati di fatto.
Nel 2008 Marco Carta vince Amici, il noto show televisivo, condotto da Maria de Fillippi. Precisamente il 16 Aprile. Nel Giugno dello stesso anno, esce “Ti rinconterò” primo album del giovane cantante. Settantamila copie vendute e disco di Platino. Partecipa a Sanremo e vince con il brano “La Forza mia”. Pubblica altri due dischi, ma le vendite calano vistosamente (30.000 circa le copie vendute dell’ultimo album in studio), i live diminuiscono e da ben due anni che il giovanissimo cagliaritano non fa avere sue notizie.
Passa un anno e la musica non cambia. O meglio, lo fanno solo i protagonisti, ma la storiella è sempre la stessa. Valerio Scanu appena diciottenne viene investito dal successo immediato per la seconda piazza nell’ottava edizione del solito talent show. Va a Sanremo e vince anche li, tra le furiose proteste dell’orchestra, che addirittura si rifiutò inizialmente di suonare (almeno qualcuno che abbia buon senso e anni di musica alle spalle esiste ancora da quelle parti), ma poi fu calmata da Antonella Clerici, scelta per la presentazione dell’edizione 2010. Disco di platino per il nuovo album e poi sparito nel nulla anche lui.
Storia che varia leggermente nell’ edizione 2011. Al Festival c’è anche lei, Emma Marrone fresca vincitrice anch’essa di Amici. La vittoria finale da parte della giovane cantante fiorentina è data ormai per scontata, e tutti i media già le assegnano il primo premio per questa edizione. Colpo di scena, il premio va a Roberto Vecchioni, e lei in coppia con i Modà arriva seconda. Ma la vittoria è rimandata di un solo anno, perché sarà proprio lei a trionfare sul palco dell’Ariston. Coincidenze? Mah, i dubbi ci sono eccome. Talmente tanti che i più ironici lo hanno già soprannominato “Festival di Amici”. Nessuno chiaramente vuole mettere in dubbio la bravura di questi ragazzi, ma farsi strada attraverso una o più sfide vinte al televoto non è di certo la cosa migliore che possa accadere ad un artista. Nessuna critica anche per gli spettatori del noto format, ma non credo che ogni cittadino italiano che segue il programma, abbia il bagaglio cultural – musicale e la giusta dose di esperienza nel settore adatti per giudicare le vere abilità dei ragazzi.
Dopo la doverosa parentesi sul binomio Sanremo – Amici con l’ennesima e contestatissima vittoria di uno dei “ragazzi di Maria”, l’occhio cade sulla categoria giovani. Molti anni fa la sezione ospitava ragazzi talentuosi, con già due o tre album alle spalle e un’esperienza nel mondo musicale non indifferente. Quest’anno a trionfare nella sezione giovani è stato il giovanissimo Alessandro Casillo, vincitore di Io Canto, programma del buon Gerry Scotti. Anche qui sarà un caso che il vincitore sia un ragazzo uscito da un programma tv, ma la cosa inconcepibile è il discorso legato all’anagrafe. Il ragazzo è dell’96 e alle spalle non ha nessun tipo di esperienza, anche per partecipare alla categoria giovani. Ci dovrebbe essere una rigidità diversa quando vengono scelti i criteri, e soprattutto quando vengono scelti gli artisti che dovranno poi partecipare ed esibirsi sul palco. Tirare fuori la storia del penultimo posto di Vasco Rossi, o di Zucchero oppure del terzo posto di “Vattene Amore” sarebbe scontato e banale. E quindi concludo il paragrafo “selezioni” con un’unica domanda: non sarà mica il caso di alzare un pochino il livello? Anche perché gli ascolti sono in calo e nessuno segue più l’evento come accadeva 20 anni fa.
Comunque visto che gli ascolti sono in picchiata, mi pongo un’ altra questione: non sarà mica stato fatto apposta il giochino “Belen e le sue mutandine fantasma”? La cosa incredibile non è il fatto che la nota show girl sia scesa dalla scalinata con uno spacco vertiginoso sui gioielli di famiglia, che traeva in inganno anche gli occhi più esperti. E nemmeno il fatto che portasse o meno la biancheria intima strettamente necessaria. Il fatto preoccupante è stato che il giorno dopo, nelle prime pagine di telegiornali e carta stampata non ci fosse più nessuna notizia di stampo politico o di cronaca nera, ma la famosissima farfallina della Belen (mi riferisco chiaramente al tatuaggio). E ancor più preccupante che tutta Italia ha saggiamente ricoperto le bacheche di tutti i social network, con le futuristiche mutandine che indossava la Rodriguez. La diretta interessata in più di un’occasione, ha apostrofato la sua bravura nel provocare e suscitare scalpore, ma la cosa sembra più studiata a tavolino. Com’è quella frase? “Non importa se si parli bene o male di me, l’importante che se ne parli”. Ecco appunto.
Come le polemiche e le critiche avvenute nel periodo pre- festival. Potrebbero essere frasi strumentalizzate per ottenere la giusta visibilità mediatica? Nessuno lo sa con certezza, ma la scelta di un attore (secondo il mio modestissimo parere molto professionale e con un gran talento, ma solo nel suo ambito) ad affiancare il Morandi nazionale, puzza di bruciato. Credo che per una manifestazione imponente ed importante come il Festival bisogna far salire sul palco personaggi con un bagaglio personale consono alla conduzione, ma anche che si avvicini alla musica, proprio come il buon vecchio Gianni.
Ultima ma non per ordine di importanza è la polemica Celentano. La gente infuriata, si è scagliata contro il “Molleggiato”, a causa del suo chachet elevato (si parla di cifre intorno ai 350.000 € per l’apparizione durante la prima serata) Lui stesso, tramite le agenzie di stampa, ha subito abbassato il polverone dicendo di voler devolvere interamente il suo compenso in beneficienza. Placata l’ira dei contribuenti, Celentano è intervenuto con un monologo in cui sottolineava alcuni “errori” della Chiesa e dei frati durante le celebrazioni della Santa Messa o durante i dibattiti in tv. Caro Adriano, non è che io non sia d’accordo su alcuni punti da te analizzati, ma non ti sembra il caso che alcuni determinati argomenti (la tua domanda sull’esistenza o il perché viviamo è una domanda fantastica su cui alcuni “preti” non si soffermano più di tanto) debbano essere discussi nelle opportune sedi? Anche perché accaparrarsi le simpatie del pubblico andando a “punzecchiare” una questione così delicata non è nel tuo stile. Almeno che i simpatici autori Rai non abbiano provveduto a tutto ciò, o sono stati occupati solamente ad organizzare i fischi mentre parlavi? Una bella gatta da pelare lo so, e io poi a dircela tutta, ti preferivo quando cantavi molleggiando “Svalutation”: eri molto più credibile e il testo della canzone azzeccatissimo.
E a conclusione di tutto ciò arriva anche la super discussione del trombettista Roy Paci. Una polemica sana, genuina. L’artista siciliano, si è arrabbiato tantissimo quando negli appelli youtube del Festival sono state menzionate solo le popolazioni di Genova e La Spezia e non quelle di Messina. Giustamente il noto leader degli Aretuska non ha sopportato questa disparità di trattamenti ed è esploso, invitando Morandi a liberarsi di autori e colletti bianchi della Rai, e far fronte a questo razzismo che si sta sviluppando all’interno dell’Italia stessa, non con gli stranieri, ma con gli stessi compatrioti.
Polemiche, strascichi, presunti trucchetti o scappatoie, per rialzare gli indici d’ascolto ormai arrivati ai minimi storici, o ancor peggio, per nascondere problemi di natura superiore : questo ormai è Sanremo, ma nonostante tutto, la manifestazione va avanti. Che poi a pensarci bene sembra l’identità che la nostra amata, quanto contestata patria sta assumendo nell’ultimo periodo. Uno scenario inquietante, che anno dopo anno va in onda sul palco dell’Ariston, e sulle nostre televisioni. Sono ormai lontani i tempi in cui, il Sabato della finale, eravamo tutti incollati al televisore fino a notte inoltrata, per conoscere il vincitore. In cui per settimane, mesi e anni cantavamo le canzoni, e che tutt’ora ricordiamo la posizione in classifica e l’anno in cui era stata in gara. Non ci resta ora di vedere come si svilupperanno le prossime contestazioni e le prossime edizioni. Nel frattempo nella testa mi rimbombano le parole di Massimo Ranieri: “E adesso andate via, voglio restare solo, con la malinconia”. Si con la malinconia, visto che se si andrà avanti di questo passo, non avremmo più quelle bellissime e avvincenti sfide di metà Febbraio. Almeno che, quelli che hanno creato questo scempio, se ne vadano veramente via. Le farfalline le vorremmo vedere nei documentari, e non in prima visione mentre mangiamo.

Patrick Iannarelli

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