Il ritorno. Il più atteso. Quattro anni di lavoro. Un improvviso scioglimento. Un falso scioglimento. La falsa pubblicità che manda a puttane il mercato discografico. I contratti che si bruciano, che si firmano. Progetti solisti. Progetti paralleli. Le collaborazioni (per qualsiasi informazione rivolgersi alla signora Ciccone). Le produzioni. I N*E*R*D nella loro veste, nella loro formazione tipo, sotto il loro mondo. Pharrell Williams è l’universo, la mente che domina la scena, il marchio che diventa una linea d’abbigliamento, Mr. Billionaire. Con lui, Chad Hugo, l’altro pilastro, e Shae, il semisconosciuto senza ruolo.
I N*E*R*D e il nuovo, terzo, album, “Seeing Sounds”. In copertina un gorilla. Dodici tracce, cinquanta minuti. “Seeing Sounds”, il patrimonio degli States, il patrimonio della musica nera. Perché questa volta Pharrell e Chad sono soli. Nessun super-ospite. Nessuna sorpresa. “Seeing Sounds” è una bandiera americana, è il pop, è il rock radiofonico, il funky, il soul, il cuore nero. “Time For Some Action” e “Everyone Nose” sono cattivissime, gommose, piene di groove. La parte centrale dell’album viene invece lasciata al rock da classifica, quello di Mtv. “Sooner or Later” è un pastone di sette minuti con tanto di riff finale. Chiudono il (black)pop di “You Know What” e “Love Bomb”.
I N*E*R*D, le anime della black music del futuro. “Seeing Sounds”, l’ennesimo colpo ad effetto di Mr. Pharrell. “Seeing Sounds”, la solita stima, il solito, doveroso, rispetto.
