Articolo di Giulio Taminelli | Foto di copertina di Sergio Piana
La seconda edizione del Revel Summer Festival di Treviglio (BG) si apre al pubblico con una serata dalle sonorità decisamente mediterranee. A salire sul palco sarà infatti Antonio De La Cuesta, in arte Tonino Carotone (e che arte), per promuovere il nuovo album Etiliko Romantiko.
“Ciao mortali!“
Tonino Carotone entra sul palco con la sigaretta in bocca ed è subito show.
Fiati, batteria, chitarra e tastiera portano il pubblico in quella dimensione musicale unica in cui canzone all’italiana e ritmi latini si mescolano per creare il sottofondo adatto all’esperanto “Toninesco”.
L’intero concerto prende pian piano la forma di un racconto. Lo stesso cantato diventa narrativo e lo spagnolo italianizzato di Tonino Carotone rapisce il pubblico pezzo dopo pezzo.
Durante l’esibizione, il cantante cercherà di coinvolgere i presenti – riuscendoci alla grande – stravolgendo i brani pur di citare paesi del circondario, arrivando splendidamente a El Ultimo Cliente, traccia proveniente dal suo “Etiliko Romantiko” uscito lo scorso marzo.
Proprio sull’etilico mi soffermerei, poiché Tonino Carotone imposta tutto il suo concerto in modo che, per lo spettatore, lui sia il compagno chiassoso e divertente al bancone del bar (Abuela Vuela è stata spettacolare per goliardia e sana ignoranza).
Totalmente diversa invece l’esperienza legata alla band. Macchine votate al groove latino con evidente accento sul lato brass.
Mai un errore, mai un’esitazione, mai un’incertezza nonostante i controtempi alcolici del buon Tonino.
Durante Borracho non posso che bermi un buon bicchiere, anche se di birra e non del vino citato, cercando di immedesimarmi nell’ubriaco che ammira la darsena (e, nel dubbio, mi son dato al bis su Tuyo).
L’ultima fase del concerto si apre con una magnifica cover di Un Ragazzo di Strada, emblema dell’amore di Tonino Carotone per la canzone italiana e la sua musicalità.
Dato, da buon Pamplonese, il giusto tributo a San Fermìn cantando il tradizionale stornello legato alla tradizione della Navarra, si arriva alla celeberrima Me cago en el amor (con giro di batteria in apertura stranamente simile a Run to the Hills degli Iron Maiden, ma questa è un’altra storia).
È durante questo pezzo che Tonino, in un brillantissimo sbiascichio, presenta i vari componenti della band. Questi, finalmente messi nelle condizioni di mostrare le proprie reali capacità, si esibiscono in un momento tecnicamente altissimo che si concluderà “splendidamente in vacca” con una riproposizione latina di I Was Made for Loving You Baby.
Voletemi! Io sono così e basta!
Così viene introdotta la carrellata finale di cover comprendente Il Cielo In Una Stanza di Gino Paoli e Buonasera Signorina di Buscaglione (un pochino rivisitata in modo da mandare “a quel paese” -per essere gentili- la povera signorina)
Per tirare le somme, Tonino Carotone è un fantastico ubriacone che, con il suo grammelot da balera, racconta semplici momenti della vita quotidiana in grado di nascondere insegnamenti profondi. Forse non avrà centrato tutte le note, forse non avrà spinto di diaframma in ogni momento ma, a dirla tutta, non si può dire che non abbia dato spettacolo.