Articolo di Cecilia Passetto | Foto di Federico Buonanno
Già alle porte di VIGEVANO c’è un traffico inconsueto per la cittadina, anche la pioggia incessante forse non aiuta la viabilità e sicuramente rende ancora più trepidante l’arrivo al PALAZZETTO DELLO SPORT. Le pozzanghere, i vestiti inumiditi dalla pioggia e l’aria un po’ troppo fresca per essere una serata di fine maggio non sono sufficienti a rovinare l’umore dei tantissimi che hanno visto rimandare questo momento per tre anni e di certo non saranno “quattro gocce” a compromettere le aspettative dell’attesissimo concerto dei PENTATONIX.
I tre amici di infanzia, SCOTT RICHARD HOYING, KIRSTIN TAYLOR MALDONADO E MITCHELL COBY MICHAEL GRASSI, si sono fatti conoscere attraverso il loro canale YouTube interpretando a cappella brani di grandi artisti. Da allora, si sono uniti a loro KEVIN OLUWOLE OLUSOLA e più recentemente MATT SALLEE, che ha preso il posto di Avriel Kaplan. Hanno vinto tre GRAMMY AWARD e numerosi dischi di platino, hanno venduto oltre diecimila dischi e portato la loro musica in tournée in tutto il mondo.
A Milano erano attesi già a marzo del 2020 ma sappiamo tutti quello che è successo. Dopo diversi rinvii e il cambio di location da Milano a Vigevano è grande l’attesa per l’unica data italiana dei Pentatonix.
Entrano silenziosi, nella penombra del palco illuminato di rosso e quello che si percepisce fin dai primi brani sono i sorrisi e la voglia che hanno di divertirsi insieme a noi.
Semplici balli, repentinamente si muovono nello spazio alternando le posizioni che occupano, le cinque voci che si intrecciano alla perfezione creando delle melodie di facile ascolto ma di grande impatto in cui ogni voce risulta essenziale per accompagnare le altre sono gli unici elementi che riempiono il palco.
Non c’è bisogno di visual, effetti scenici d’effetto o corpi di ballo professionisti, bastano questi cinque giovani, riempiono il palcoscenico con delle semplici camminate, dei saltelli divertiti sulle canzoni più ritmate, con delle giravolte durante i medley per enfatizzare il cambio di brano o anche una coreografia fatta solo di battiti di mani che mette alla prova la loro coordinazione e crea il ritmo su cui intonano “White Winter Hymnal” dei FLEET FOXES.
Propongono diverse cover, mantenendo lo stile originale adattandolo però al canto a cappella conferendogli così uno stile personale. Spaziano diversi generi dal pop, alla dance, al rock fino alla classica riproponendo il preludio di “Cello Suite n.1” di J. S. BACH accompagnandolo solo con l’esecuzione polifonica delle sole voci e dal beatbox che riprende la ritmica della batteria”
“The Sound of Silence” di SIMON & GARFUNKEL è una delle canzoni più emozionanti di sempre, esistono diverse cover, fra cui la più nota e fra le più recenti è la versione dei Disturbed, e in molti l’hanno riproposta, in un passato ormai remoto l’avevo suonata addirittura io ma ciò che riescono a creare i Pentatonix è qualcosa di strabiliante. I musicisti cantano in cinque diverse tonalità formando una “scala pentatonica” da cui prendono il nome e in questo brano dimostrano tutta la loro bravura, solo con un ascolto attento si percepisce l’assenza di un accompagnamento musicale. La melodia è composta solamente dalle loro voci e il risultato è da pelle d’oca.
Eseguite con molto trasporto sia dei musicisti ma soprattutto del pubblico“Creem” dei RADIOHEAD e “Hallelujah” di LEONARD COEN.
Anche i generi musicali sono molto diversi fra loro, sembra quasi di essere all’interno di in una delle mie playlist.
I brani pop si alternano a dolci ballate, medley rock a cui seguono medley che raccolgono il meglio della dance dagli anni 90. Nel complesso non è un concerto in cui si cantano a squarciagola tutti i brani, sarà anche l’assenza di strumenti, l’ascolto diligente e il non voler disturbare l’esecuzione degli artisti che spesso però, sempre con il sorriso, ci invitano a seguirli nei ritornelli e a creare atmosfere con il movimento delle braccia, con l’uso delle torce dei telefoni o a tenere il ritmo con il battito delle mani.
Su alcuni brani però come “Livin’ On A Prayer” di BON JOVI e “Bla Bla Bla” di GIGI D’AG non è possibile non cantare e scatenarsi.
Questa contrapposizione fra un ascolto silenzioso e un canto travolgente è messa in risalto fino a gli ultimi due brani: durante l’esecuzione a cappella, con solo tre microfoni centrali, di “My Heart With You” c’è un gran silenzio rispettoso, riesco quasi a sentire il rumore del respiro di chi mi sta accanto e subito dopo, stiamo tutti intonando, con grande trasporto il ritornello di “Bohemian Rhapsody”.
É stato un concerto in cui si è ballato, si è cantato, in cui si è ascoltato tantissimo e le emozioni sono state molte.
Mentre il palazzetto lentamente si svuota un gruppo si sofferma nel parterre e celebrano la serata, accompagnando l’uscita , con un coro a cappella. Ultimo regalo di questa serata.
Ha smesso di piovere, gli ombrelli sfilano ormai chiusi e la lunga attesa è stata finalmente ripagata.
Clicca qui e guarda la gallery fotografica dei Pentatonix in concerto a Vigevano o sfoglia qui sotto gli scatti del live
PENTATONIX – la scaletta del concerto di Vigevano
Sing
Na Na Na
Can’t Sleep Love
Aha! (Imogen Heap cover)
The Sound of Silence ( Simon & Garfunkel cover )
Love Me When i Don’t
Lucky Ones Medley
Daft Punk
Creep (Radiohead cover)
Tik Tok
Julie-O
Bach Cello Suite No.1
Kevin’s 5th
Shallow
White Winter Hymnal (Fleet Foxes Cover)
Matt & Kevin Moment Rock Medley
90’s Dance Medley
Hallelujah (Leonard Cohen cover)
ENCORE:
My Heart With You
Bohemian Rhapsody (Queen)