Articolo di Roberta Ghio | Foto di Oriana Spadaro
È il Fabrique di Milano ad ospitare il 26 ottobre, l’unica del 2018 di George Ezra. Un concerto sold out per il giovane cantautore inglese, molto amato in Italia fin dai suoi esordi, quando ha spopolato con la ben nota Budapest; tuttavia, come spesso accade a Milano, in particolar modo quando ad esibirsi sono artisti d’oltremanica, non sono solo i fan italiani, ma anche molti inglesi, ad accorrere nel locale di via Fantoli per lo show.
La serata inizia con Ten Tonnes, il fratello minore di George Ezra, che porta sul palco insieme ai suoi amici e la sua giovane età, tanto bel pop in pieno stile UK, riscuotendo i consensi della platea, che vede già diversi suoi fan che, alla presentazione di G.I.V.E. alzeranno palloncini color oro con il nome del brano.
Il live del fratello maggiore George Ezra inizia alle 21.20 con un bell’omaggio all’Italia: è l’aria de La donna è mobile, tratta dal “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, ad annunciare l’ingresso sul palco di George e la sua lovely band, come la definirà poco dopo. Un ensemble di musicisti giovani, eleganti per abbigliamento e portamento, ben posizionati sul palco a cornice del cantante: alle sue spalle sulla destra fiati e corde, a sinistra tastiere e batteria. Nonostante la semplicità della scena il colpo d’occhio è di classe e molto d’effetto!
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Il concerto inizia con Don’t Matter Now, brano tratto dall’album Staying at Tamara’s uscito lo scorso marzo. Il pezzo ha un bel ritmo, che ti fa sentire leggero e ballare, ma è solo l’inizio di un continuo crescendo. La magia di Ezra è che, se anche la sequenza dei brani alterna stili e ritmi differenti tra loro, l’esecuzione, l’arrangiamento e l’interazione con il pubblico fanno sì che lo spettatore abbia un coinvolgimento sempre crescente di brano in brano. Un coinvolgimento che nasce dalle sonorità, ma anche dalla partecipazione alla “vita” o “storia” della canzone stessa: cosa non usuale infatti e resa apprezzabile grazie alla capacità di eloquio, concretezza e simpatia di George, è che ogni brano viene introdotto da racconti o aneddoti attraverso i quali scopriremo qualcosa di lui, come ad esempio dei suoi viaggi zaino in spalla in treno attraverso l’Europa o la sua ‘scoperta’ di Barcelona, cui dedicherà appunto un brano; questo intercalare non smorzerà il ritmo, bensì sarà un ingrediente per entrare a fare ancora più parte dello show.
E oltre che con le parole, Ezra ci accompagna attraverso diversi luoghi, grazie ai ritmi che sanno di libertà, come con Paradise, in cui le pareti del Fabrique sembrano comprimere una platea festante che farà fatica a smettere di saltare. Si va anche in Sudafrica, con Sugarcoat, brano che sa di danza e ti trasporta con le sue sonorità piene e dolci, che ti fanno ondeggiare e immaginare spazi aperti, per poi arrivare alle terre sconfinate americane con il country incalzante e saltellante di Cassy O’, ovviamente passando da Budapest e dalla esaltante Blame It on Me, che vede sul finale un rumoroso e scatenato momento strumentale, in cui a farla da padrone sono i due fiati, supportati da percussioni e fischietti. A dare robustezza a questo viaggio, la stupenda, profonda, baritonale, ma allo stesso tempo elastica, voce di Ezra.
Un live dinamico, pieno di ritmo e cambi immagini, che ti fa rientrare a casa leggero e spazi aperti nella mente. George Ezra tornerà in concerto il prossimo 17 Maggio al Forum di Milano, biglietti in vendita a questo link > http://bit.ly/georgeezra2019
GEORGE EZRA – La scaletta del concerto di Milano
Don’t Matter Now
Get Away
Barcelona
Pretty Shining People
Listen to the Man
Savior
Did You Hear the Rain?
Paradise
Song 6
Hold My Girl
Sugarcoat
All My Love
Blame It on Me
Budapest
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Cassy O’
Shotgun
Rob
19/05/2019 at 17:32
You
Rob
19/05/2019 at 17:32
Yes