È giovedì mattina, la testa pesa per le poche ore di sonno ma il cuore è leggero: ho vinto una scommessa. Una scommessa fatta ormai anni fa (ed il mio cavallo vincente è proprio lei, Emma). Per capire di che parlo, facciamo un passo indietro.
Anno 2010.
Io che ancora non ho un’opinione ben precisa sui talent show, adocchio una ragazza di “Amici di Maria De Filippi”. Ha un anno in meno di me, una bellezza pulita e non costruita. Appare determinata, senza presunzione. Mostra già carisma, la presenza scenica è un po’ acerba ma per quello c’è tempo. Che voce, però. A pelle mi piace ed è evidente che io non sia la sola ad apprezzarla: il talent, quell’anno, lo vincerà proprio lei. Ma che ne sarà del futuro? Questa Emma Marrone, nata a Firenze ma cresciuta in provincia di Lecce, che fine farà? Sarà mica una meteora, come altri prima di lei? No, io non credo.
Torniamo ad oggi, anno 2023.
Sono le 20 di mercoledì sera, Roma a metà novembre rimane indecisa se rassegnarsi all’autunno o concedere ancora qualche abbraccio caldo, ricordo sbiadito di un’estate ormai andata. Il risultato è un dopo cena piacevole, forse un po’ umido ma con temperature clementi. Condizione tutto sommato ideale per i fans accampati in zona sin dal mattino, in attesa dell’apertura cancelli. Le lunghe attese, va detto, sono una delle dimostrazioni di affetto e fedeltà più importanti che possano esistere e fuori dal Largo Venue questo scenario si sta ripetendo per la terza volta. Quella del 15 novembre è infatti l’ultima occasione per vedere live Emma nel club di via Prenestina.
Partito dal Vox di Nonantola (Modena), il “Souvenir In Da Club Tour” porta live l’ultimo album di Emma. Rispetto ai tour nei palazzetti e per l’artista che è oggi, la trovo un’iniziativa bellissima: la dimensione del club annulla le distanze, rende il concerto un evento inclusivo e, se possibile, ancor più coinvolgente. Non mi sbaglio, lo si intuisce sin dalle prime battute della serata.
Luci basse, band sul palco, Emma arriva in penombra sulle note di ‘Iniziamo dalla fine’. È questione di attimi e non è più lei da sola a cantare ma un locale intero, unito in una voce sola, che esplode. Prima di ‘Sbagliata ascendente Leone’ si ferma, saluta e sorride. È emozionata e felice: si percepisce l’entusiasmo. Tra la folla riconosce alcuni fans, interagisce con loro: è cordiale, amichevole, autentica. Emma è l’amica che ogni tanto incontri e con la quale passi il tempo a cantare, ballare, divertirti. È straordinario notare l’attitudine magnetica e ammaliante, il suo essere al contempo rock e seducente. Il palco è la sua casa, canta e si diverte. Osserva il pubblico e si sofferma sulle persone, dedicando loro tempo come se stesse cercando di capire cosa pensano. Se incroci il suo sguardo non è per una frazione di secondo, un passaggio veloce: lei dona attenzione. Dona, dal verbo donare: è ciò che meglio definisce Emma come artista. Ai brani di “Souvenir”, uscito da poco, si alternano in scaletta anche altri successi – ‘Io sono bella’ (2019), ‘Io dimentico tutto’ (2013), ‘Non è l’inferno’ (2011).
Emma è ormai sulla cresta dell’onda della musica italiana sin da quel 2010 ma cos’è che la rende tra le artiste più amate di casa nostra? Il linguaggio col quale racconta sé stessa attraverso i suoi brani. È un linguaggio nel quale ci incontriamo tutti, sono frammenti di vita traslati in musica. Vita vissuta da lei, vissuta da noi, il che la rende ancor più vicina. Vi state chiedendo qual è la scommessa che ho vinto? Proprio questa. Non il fatto che nella vita abbia raggiunto il successo e la notorietà, molto più semplicemente quella del suo essere rimasta fedele a sé stessa.
Emma non è più la ragazza alle prime armi nel mondo dorato dello spettacolo ma una donna di successo, dal talento straordinario, che resta ben ancorata coi piedi per terra – sia che indossi un tacco a spillo, sia che porti un mega anfibio di pelle (a me piace in entrambe le versioni!).
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