Articolo di Giulio Taminelli | Foto di Elia Pisani
Presentare ai lettori un concerto di Elio e le Storie Tese nel 2023 non è facile. Troppe vicende alle spalle, troppi episodi che hanno segnato il mondo della musica italiana, troppe citazioni. Il mio approccio sarà quindi quello di sempre: cercare di analizzare il concerto senza pregiudizi di sorta, concentrandomi su cosa effettivamente succede sul palco.
Il concerto
L’ingresso dei componenti della band, totalmente vestiti in bianco, viene accompagnato da una predica ecclesiastica di stampo comico che dà loro il tempo di sistemarsi a semicerchio sul palco. Gli Eelst scelgono di portare in scena un concerto dai tratti narrativi. Nelle oltre due ore d’esecuzione, infatti, ogni pezzo verrà introdotto da una spiegazione, un siparietto comico o una favola, con quest’ultima opzione che verrà spesso usata come base per i vari assoli di basso, chitarra, batteria e tastiere.
Ok, la parte noiosa è finita.
Partiamo da un presupposto: lo spettacolo offerto dagli “Elii” non può essere definito solo un concerto. I componenti della band infatti non si limitano a suonare, ringraziare il pubblico e distribuire assoli con tanto di chioma bionda al vento (anche perchè per età dei musicisti in questione, lo stesso concetto di “chioma” comincia a venir meno). Per oltre due ore, tutte le le persone presenti sul palco hanno parlato, litigato, recitato e, più in generale, dato spettacolo. È stato chiaro sin da Unanimi, la prima canzone in scaletta, che la formazione a ferro di cavallo adottata sul palco servisse per creare uno spazio in cui i protagonisti dei vari siparietti potessero “giocare” con voci e note. Ecco quindi che dall’esecuzione de La terra dei cachi, il brano che ha portato il combo a conquistare il secondo posto a Sanremo nel 1996, partirà tutta una sequela di siparietti in cui ogni canzone racconta momenti di vita e abitudini degli abitanti della terra dei cachi. Avremo quindi la descrizione della vita del Servo della Gleba e le sue caratteristiche, la narrazione delle avventure di Supergiovane alla guida della sua fida vespa munita di “petomarmitta” e delle origini leggendarie di chiavi e borselli.
Grande perla sul finale l’intervento sul palco di Tony Hadley ad interrompere una (volutamente) pessima reinterpretazione di Gold da parte di Elio.
L’ex frontman degli Spandau Ballet, dopo aver apostrofato il cantante degli Eelst con un lapidario “Baralfüs”, ha preso posto sul palco per regalare al pubblico una Gold eseguita a dovere e, a sorpresa, anche Suspicious Mind di Elvis Presley.
Scaletta ed esecuzione
La quasi totalità dei pezzi in scaletta è presa da Italyan, Rum Casusu Çikti, album del 1992 anche detto “quello della mucca coi piedi” per via dell’immagine in copertina.
Nonostante inizialmente l’idea di far poggiare l’esibizione su un singolo album mi abbia fatto storcere il naso, a concerto finito posso dire che la scelta si è rivelata azzeccata in termini di coerenza. Molti pezzi sono stati riarrangiati per meglio adattarsi ai vari siparietti comici e l’ordine stesso d’esecuzione ha permesso l’aggiunta di altri brani storici.
Trovano quindi spazio perle come Gimmi I. dall’album Cicciput, Parco Sempione da Studentessi e, ovviamente, la grandiosa Tapparella usata come gran finale d’esibizione e in cui tutto l’Arcimboldi si è animato al grido di “Forza Panino”.
Dal punto di vista esecutivo, ogni singolo componente si è rivelato (come da aspettative) tecnicamente ineccepibile. Citandone due per tutti, vorrei segnalare le performance della cantante Paola Folli, simpaticissima intrattenitrice dalla voce angelica, e del batterista Christian Meyer, in grado di intrattenere la sala per diversi minuti con un solo di percussioni eseguito unicamente su di un Hi-hat (quello che noi chiamiamo “piatto charleston”).
Poi parliamoci chiaro, quanto è esaltante vedere un batterista suonare pezzi hard rock con la mano sinistra in traditional?
Cos’hanno da dire gli EELST nel 2023 e perchè dovrebbe essere Mangoni a dirlo
Se pur sia innegabile la fine dell’attività creativa a pieno regime della formazione milanese, gli Elio e le Storie tese continuano a rappresentare ancora oggi quello che per molti musicisti dovrebbe essere il traguardo dal punto di vista dell’esibizione.
Suonare bene, fare ciò che piace e far sì che il pubblico sia partecipe delle emozioni scaturite sul palco dovrebbe essere il mantra di ogni show musicale. Molti gruppi storici, anche di livello internazionale, spesso cadono vittima del proprio successo e smettono di ricercare l’emozione nel pubblico, spinti dalla convinzione che ormai i propri pezzi siano abbastanza famosi da “autosostenersi”.
Va detto però che gli Elii per ottenere certi risultati utilizzano una tecnica oscura e proibita, nata agli albori della musica e condivisa con gli Iron Maiden.
Se la formazione inglese era infatti solita invocare il cadavere di Eddie the Head durante le proprie esibizioni per generare sgomento tra il pubblico, gli Eelst si affidano ad una creatura ben più antica e potente. Un supereroe dai mille volti che compare nei momenti apicali dello show: il temibile Mangoni!
Tornando seri, io adoro Mangoni. É l’equivalente vivente delle diapositive di repertorio nei telegiornali, dei commenti a bordo pagina nei tomi più complicati o degli intermezzi di Woody Allen in Che fai, Rubi?. La rappresentazione in diretta dell’emozione che la canzone vuole esprimere. Gloria eterna al grande trasformista in grado di interpretare il supereroe Supergiovane, la sexy vamp, il vitello o la ballerina di burlesque senza lasciar trasparire stanchezza.
In definitiva, il concerto degli Elio e le Storie Tese all’Arcimboldi di Milano è stato un successo.
Il mio consiglio è quello di approfittare di questo tour per poter assistere dal vivo all’esibizione di questa grande band perché, qualsiasi cosa succeda, lo spettacolo è garantito
Clicca qui per vedere le foto del concerto di Elio e le Storie Tese al teatro degli Arcimboldi di Milano o sfoglia la gallery qui sotto:
La scaletta di Elio e le Storie Tese in concerto al teatro degli Arcimboldi di Milano
Unanimi
La terra dei cachi
Arriva Elio
Uomini col borsello (ragazza che limoni sola)
Supergiovane
Il vitello dai piedi di balsa
Valzer transgenico
Pork & Cindy
Servi della gleba
La follia della donna
Parco Sempione
Cameroon
Gimmi I.
Storia di un bellimbusto
Il vitello dai piedi di balsa reprise
Urna (Suonata nella versione Peerla)
Born to Be Abramo
Arrivederci
Encore:
Gold
Suspicious Minds
Tapparella