Articolo di Simona Ventrella | Foto di Roberto Finizio
Le nubi di tanto in tanto
ci danno riposo
mentre guardiamo la luna.
(Matsu Basho)
Probabilmente il maestro giapponese Matsuo Basho quando scrisse questi bellissimi versi non pensava che le nubi milanese non sempre sono propense a dare riposo alla città, per nostra fortuna, però, almeno per una sera, ci hanno pensato Ben Bridwell e soci.
Il live al Magnolia di Milano della band di Seattle è stato infatti una fresca sferzata di energia e una piacevolissima conferma per una formazione longeva, in continua mutazione e baciata tante volte dalla fortuna e dal successo, tanto da renderli una grande anomalia nel panorama della musica indie. Molti di noi, infatti, avranno sentito le loro canzoni usate come colonna sonora in svariate serie televisive e sitcom (Psych, Fringe, FlashForward, Numb3rs, Criminal Minds, One Tree Hill, Gossip Girl, How I Met Your Mother, The O.C. , Strappare lungo i bordi e La casa di carta) senza avere la minima consapevolezza della mente dietro a quelle bellissime liriche.

E così quelle canzoni sono diventate parte del nostro sostrato culturale e quando le ascoltiamo, inevitabilmente, scatta qualcosa nella memoria, un’emozione, una sensazione, un ricordo… sarà per questo, per la bravura dei musicisti, per il suono compatto e preciso della band, per l’attenzione e la cura della perfomance, che non ci stancheremo mai di ascoltare questa grande band live.
Ci sono band che naturalmente perdono rilevanza nel tempo, e poi ci sono band che cadono con una tale velocità e determinazione che ti chiedi se hanno mai avuto una vera comprensione del proprio fascino. Sulla scia dell’entusiasmante e del travolgente debutto nel 2006 con Everything All the Time, Ben Bridwell ha fatto tutto il possibile per assicurarsi che la sua magia non potesse essere replicata, prima spogliando il gruppo di tutti gli altri membri originali, poi cambiando diverse etichette discografiche, ma soprattutto allontanandosi dall’indie rock più pungente a favore di un dolce e colorato country rock. Questi immensi sforzi distruttivi e in parte evolutivi non hanno, per fortuna, mai compromesso la consistenza e la profondità del suono, anzi si potrebbe quasi affermare che le tortuosità del percorso sono servite solo a cristallizzare l’attenzione e la determinazione di Ben Bridwell, nel perseguire una precisa idea di canzone, focalizzata nella cura per gli arrangiamenti maniacale, che trovasse il perfetto equilibrio con la propria vocalità, e che potesse sempre trasmettere un senso di rassicurazione emotiva, consapevolezza, e grazie resiliente.

C’è un candore e un’umiltà intrinsechi da uomo qualunque nelle sue parole che ti attirano ad ascoltare in modo più attento ed empatico. Una familiarità che conoscono bene Ben e i suoi, che nella scelta della scaletta, cercadi di ripercorrere attraverso la loro produzione musicale, pescando a mani basse dai tutti e sei gli album, dando però grande spazio a quei brani del passato, così maledettamente capaci di trasformare lo sconforto in maestosità. Ne risulta uno show bilanciato tra intrecci melodici e ritmici capace di creare una grande partecipazione da parte del pubblico, senza mortificare la parte suonata.

Non ci sono tante parole condivise o spazio per lunghi discorsi, la musica prevale e rimane la protagonista assoluta, tenendo le persone costantemente ingaggiate per un’ora e mezza filata. Un climax che passa da cult come Is there A Ghost e No One’s Gonna Love You e che raggiunge l’apice emozionale grazie alle prime note della celeberrima Funeral.
Non sono mancati i momenti di divertimento con la tiratissima cover di Never Tear Us Apart degli INXS. Ineccepibile, niente da criticare o a modificare, solo la sensazione di aver dedicato del tempo ad una delle oe milgiori che si possa fare e nonostante la pioggia fuori dal tendone del Magnolia non si sia arresa, la magia dei Band of Horses è riuscita a prevalere e a lasciare a tutti un bellissimo ricordo di un altro live eccezionale.
Clicca qui per vedere le foto dei Band of Horses in concerto a Milano o sfoglia la gallery qui sotto
BAND OF HORSES: la scaletta del concerto al Circolo Magnolia di Milano
Monsters
The First Song
NW Apt.
Casual Party
Warning Signs
No One’s Gonna Love You
Island on the Coast
Factory
Crutch
Laredo
Lights
Is There a Ghost
The Great Salt Lake
Marry Song
Older
Never Tear Us Apart (INXS cover)
Cigarettes, Wedding Bands
The Funeral
Encore:
The General Specific

giunia
16/11/2022 at 13:52
Comunque il Magnolia e’ un posto terribile dove ascoltare musica. L’acustica ieri era abbastanza orribile e mi sembra che se ne sia accorto anche Ben :/