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LIGABUE – Mondovisione

Abbiamo partecipato all’ascolto in anteprima dell’album Mondovisione di Ligabue, ecco cosa possiamo anticiparvi sul nuovo lavoro in studio, traccia per traccia.

La tracklist è composta da 14 pezzi, 2 dei quali strumentali, che qui di seguito analizziamo in dettaglio:

– “Il muro del suono” apre l’album, è un brano rock, che mescola chitarre e synth, dalla ritmica sincopata caratterizzata da un riff di chitarre e basso ad ogni apertura di verso. Il testo è una dichiarazione d’intenti dell’intero album, una fotografia dell’Italia odierna, tra quelli al di qua e quelli al di là del muro: “chi doveva pagare non ha mai pagato”, recita più volte, ma la conclusione è positiva, perché “c’è qualcuno che può rompere il muro del suono”.

– “Siamo chi siamo”, è una ballad melodica, con commistioni pop e soul, unite dal suono del bouzouki, insieme a quello più asciutto di chitarra e basso. Il testo è meno incisivo di quanto il titolo vorrebbe far credere, ok fare i conti con ciò che si è fatto, ma l’importante è non prendersi troppo sul serio, accettando serenamente chi si è diventati, difetti compresi.

– “Il volume delle tue bugie”, mischia elementi dal carattere folk con altri più pop, una mescolanza tra classico e moderno, con un riff ben presente di chitarra e un contrappunto di piano. Dal punto di vista testuale è un brano molto asciutto e che si rifà a quanto accennato in conferenza stampa in merito alla propria visione di realtà: quanto più è distorta, tanto più genera fraintendimenti e bugie.

-“La neve se ne frega” è la classica ballad alla Ligabue: intima, personale, una chitarra acustica introduce il pezzo, in un crescendo sempre più alto, enfatizzato dall’entrata della batteria. La conclusione è lasciata in sospeso dall’assolo di piano rarefatto, tanto impalpabile quanto quei cristalli di neve che una volta caduti diventano gelo e freddo.

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“Il sale della terra” è il singolo d’esordio dell’album ed è il pezzo più “cattivo” di Mondovisione. Cattivo per i suoni: riff pesanti di chitarra, basso e batteria a pompare, cattivo anche per il suo testo, la fotografia di quella parte della società italiana che purtroppo esiste e che dà il peggio di sé. In conferenza stampa Ligabue parla molto di questo pezzo, ci tiene a sottolineare che l’Italia non è solo questa, ma quella che ha raccontato è la parte più brutta del nostro Paese. Il sentimento che sta alla base è l’indignazione, “non se ne può davvero più, siamo arrivati allo sfinimento” – sostiene Ligabue, in questa sua denuncia.

“Capo Spartivento” è il primo brano strumentale di circa 40 secondi che svolge la funzione di accompagnare il brano precedente che si chiude in do minore, a quello successivo, che si apre in do maggiore. L’autore ci racconta che questo strumentale è stato il seme primario dell’album, che agli inizi avrebbe dovuto intitolarsi come questo soundscape, partorito in una settimana vissuta da eremiti in Sardegna, nell’omonimo Capo. Gli eventi e lavori successivi sui pezzi, che hanno coinvolto l’artista in più di un anno di lavorazione, hanno poi fatto scegliere ad un altro titolo per questa decima pubblicazione.

– “Tu sei lei” sarà il secondo singolo dell’album ed è un brano di rock romantico, con un riff di piano e chitarra piuttosto pop, che sicuramente piacerà anche ai meno puristi e agli amanti del rock melodico. Dal punto di vista testuale racconta l’incontro inaspettato con una ex fiamma che fa rinascere nuovi sentimenti e riflessioni, facendo affiorare ricordi del passato.

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-“Nati per vivere (adesso e qui)”, è ritmo ed è un inno al rock fatto per essere vissuto, non per far dell’artista il cantante maledetto che l’immaginario collettivo ci ha imposto di attribuire al poeta rock. Con un po’ più di coraggio sarebbe potuta essere la canzone di lancio per il secondo singolo, ma il testo più difficile e un sound molto affine al rock duro, forse sono i due elementi che hanno fatto scartare questa scelta, a favore del brano precedente, “Tu sei lei”.

“La terra trema, amore mio”, un testo composto, intimo e commovente, che rimanda alla tragedia del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna. Un racconto autobiografico, che parla di figli, di padri e di madri, nel momento della paura e nell’attimo successivo, quando un’altra scossa può fare la differenza tra vita o morte, e la vicinanza, il contatto, il farsi forza diventano la base per poter andare avanti. Da punto di vista melodico ricorda molto un’altra famosa ballad del cantautore “Il mio pensiero”.

“Per sempre” un’altra fotografia rubata alla quotidianità, il padre, la madre, il bambino. Attimi di semplice vita che durano nella memoria e vengono così consacrati all’immortalità.

ligabue-mondovisione

“Ciò che rimane di noi”, mi arrischio a scommettere che potrà essere il terzo singolo dell’album. Se non lo sarà, ha le carte in tavola per esserlo: la voce autentica di Ligabue, contiene un augurio positivo sul presente, nonostante la chiusa strumentale del pezzo risulti più cattiva di quanto il testo invece esplicita.

“Il suono, il brutto e il cattivo”: è il secondo brano strumentale, e come rivela Ligabue in conferenza, è un gioco, sulla melodia western di Morricone, rifatta sulla base del chorus chorus de “Il muro del suono”.

 “Con la scusa del rock ‘n’ roll”, il brano chiude le trilogia del rock’n’roll , dopo “I sogni del rock’n’roll” e “In pieno rock’n’roll”. Una punta di punk-rock dall’impronta indie, che sul finire si aggiunge di un sapore vintage, il cui riff ricorda molto “Tra palco e realtà”. Anche questo pezzo è tra i candidati del terzo singolo, fatto apposta per “quelli là…quelli tra palco e realtà”.

– “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo”, una ballad di speranza e positiva, che chiude l’album con un ossimoro “sono sempre i sogni a fare la realtà”, con una conclusione tutta strumentale, dall’atmosfera onirica e pacata.

“MONDOVISIONE” è già disponibile in pre-order su iTunes in una versione che contiene i 14 brani dell’album, il digital booklet e una bonus track (un filmato con la versione acustica e inedita de “Il Sale Della Terra”). Sarà acquistabile dal 26 Novembre nelle rivendite abituali oppure online su amazon.it.

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Milanese, classe 1983, sono appassionata di musica, cinema e cultura pop. Adoro viaggiare, mangiare, dormire, viaggiare, ballare, sorridere e fare l'amore. Oltre a scrivere di musica su Rockon sono digital producer per il tuo canale tv preferito. Amo il rock in tutte le sue forme, i gatti, fotografare il cibo che mangio (e lo faccio da anni, non per moda social) e perdermi per le vie delle città che non conosco. Bulimica di serie tv, collezionatrice di vestiti, scarpe, borse e tutto ciò che può entrare in una grossa cabina armadio puoi chiedermi di tutto e ti darò la risposta che cerchi (altro che Google e il libro delle risposte!), basta non domandarmi: “qual è il tuo artista preferito?”.

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