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Interviste

Intervista a La STANZA DELLA NONNA

A dispetto del nome, c’è ben poco di noioso e antiquato ne La Stanza della Nonna e l’ultimo album, dal titolo Dove gli occhi non possono arrivare, è una dimostrazione più che valida di quanto la band messinese riesca a giostrarsi tra svariati generi senza mai risultare banale. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con La Stanza della Nonna per scoprire qualcosa di più sul loro percorso artistico.

La Stanza della Nonna è un luogo fisico o un luogo astratto? In che modo vi rappresenta?
Ebbene sì. Tutto è iniziato in una stanza in disuso a casa dei nonni di Milko e Dario (due componenti del gruppo della primissima formazione). Ci rappresenta ancora in pieno perché è stato il luogo dove si sono consolidate delle amicizie ed un modo tutto nostro di ascoltare e scrivere musica.

Se doveste racchiudere la vostra musica in un solo genere, quale scegliereste?
Rispetto al precedente, su quest’album ci siamo sbizzarriti a spaziare proprio perché eravamo e siamo alla ricerca di un suono. Per adesso non ci rinchiudiamo in un etichetta, però siamo aperti a suggerimenti!

Dove gli occhi non possono arrivare è il vostro secondo disco ed è stato prodotto grazie ad una campagna di crowdfunding. Pro e contro di questa iniziativa? La ripetereste?
Siamo sicuramente pro, ma non la ripeteremmo! Abbiamo già approfittato abbastanza della generosità dei nostri fan.

Negli ultimi anni la vostra formazione ha subito qualche modifica, infatti siete passati da sette a quattro membri. Questo cambiamento ha in qualche modo influenzato la vostra musica?
Fortissimamente. Quello che dicevo prima è legato anche a questo. Abbiamo approfittato di questi cambiamenti per provare a sperimentare cose nuove, allontanandoci dai lavori precedenti ma rimanendo fedeli allo “spirito della nonna”.

Avete voglia di parlarci del vostro modus operandi? Come avviene la creazione di un vostro brano?
Abbiamo la fortuna di passare tanto tempo insieme quindi condividiamo tante idee, suoniamo tanto e le varianti sono infinite, a volte uno porta una bozza, altre volte si evolve da una jam.  Ad esempio Torri, cattedrali, strade e cimiteri prima era totalmente diversa e per tanto tempo l’abbiamo suonata in un modo, prima di entrare in studio non ci piaceva più e l’abbiamo stravolta, stesso destino quello di Hai mai visto asini volare?

Come possiamo continuare a seguirvi?
Nel 2020 per fortuna è semplice! Basta andare su Google e scrivere “La Stanza della Nonna” e spunteranno tutte le piattaforme dove siamo (come Spotify) e i canali social.

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