Ormai è diventato un appuntamento dalla cadenza annuale quello de La Tempesta al Rivolta, l’evento che ad ogni Dicembre fa sbarcare a Marghera le numerose band dell’etichetta discografica indipendente La Tempesta Dischi, ed arrivati alla terza edizione si è deciso di festeggiare con nuvole di zucchero filato per tutti i presenti.
Realtà sempre più importante dunque quella di questo “collettivo di artisti”, così piace venga chiamata a casa dei Tre Allegri Ragazzi Morti, fondatori dell’etichetta e onnipresenti alle varie edizioni del festival. Realtà che ormai ha raggiunto ogni angolo della nostra penisola e non solo: sembra infatti che il nuovo obiettivo dopo la presa d’Italia sia la conquista dell’Europa intera! A prova di ciò ricordiamo “La Guerra Lampo dei Tre Allegri Ragazzi Morti”: il minitour europeo nel quale si sono buttati i nostri artisti mascherati giusto qualche mese fa. Ma la presa dell’Europa si fa sempre più concreta ogni giorno che passa con la nascita de La Tempesta International: progetto con il quale si sta raccattando anche artisti della scena underground estera, artisti che abbiamo avuto il piacere di incontrare e sentire a quest’ultimo festival!
Tanti i gruppi in programma, così tanti da esser arrivati ad allestire ben quattro location distinte (a differenza dei soliti due palchi degli eventi precedenti), troppi forse, sia per la necessità di spostarsi di continuo da una struttura all’altra sia per delle sospette e continue interruzioni di corrente avvenute in serata (che ci sia stato un sovraccarico di potenza per i troppi impianti?).
Ad aprire le danze alle 18:30 è The Sleeping Tree, progetto di Giulio Frausin, già membro dei Mellow Mood, aggraziando e cullando il Rivolta con il suo indie-folk, un dolce benvenuto per il pubblico, un modo per prepararlo al rock blues più crudo dei Bachi da Pietra, prima band a mettere piede sul main stage.
Contornato da una scaletta potentissima il duo ha presentato Festivalbug, il nuovo EP che mostra un altro loro viso, storie successe per caso mixate con il resoconto del baratto tra fan e band, tra suoni e cortesie, raccontate da movimenti più blues, con qualche nota ripetuta lentamente.
Sette pezzi ed è già il turno degli svedesi Kristal And Jonny Boy nello Spazio Brocante, i primi artisti esteri della serata, come per i Bachi da Pietra anche stavolta si tratta di un duo molto scenico, che si presenta con visi bianchi e vesti chiare, le cui canzoni spaziano da atmosfere di pura felicità pop fino ai confini del misticismo e della malinconia capaci di mescolare le caratteristiche dei cantautori acustici con elementi elettronici e con la danza contemporanea, uno spettacolo piacevolmente inaspettato se non fosse stato interrotto a causa del primo blackout di una lunga serie.
Passano la parola ai Green Like July in un altro palco minore, mentre nell’Hangar del Rivolta si cominciano già a sentire le prime temute distorsioni de Il Teatro degli Orrori, ma nulla di importante, è solo il soundcheck.. ma la corrente va via ancora una volta, chi veniva dallo Spazio Brocante comincia ad innervosirsi mentre nel Nite Park si conclude lo spettacolo del trio rock folk.
È la volta del Teatro finalmente, tutto il Rivolta accorre per entrare in questo fantomatico teatro degli orrori che tanto è legato a questo luogo, è qui infatti che molti anni addietro si conobbero Pierpaolo Capovilla e Giulio Ragno Favero ed ogni volta omaggiano questo luogo suonando il loro pezzo strumentale di chiusura “Rivolta” a concludere con le sue distorsioni questo macabro e poetico live. Sia pubblico (a parte qualche crowd surfing isolato) che band però si dimostrano molto più quieti rispetto al loro solito, con un Capovilla capace di stare in posizione eretta senza barcollare, ma comunque in grado di far esplodere l’Hangar con “Non Vedo l’Ora”.
Un’altra lunga ora buca nel palco principale, prima dell’arrivo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, riempita prima dall’esibizione acrobatica del Magda Clan, e poi dai live di Universal Sex Arena ed Altro che purtroppo si sovrappongo negli orari spartendosi i vari palchi secondari, impossibile assistere ad entrambi gli spettacoli per intero dunque, i fan dei ragazzi morti non hanno paura di annoiarsi, andandosi a prendere le prime file in transenna nell’Hangar ed estraendo le maschere da zaini e borse.
Ore 22.45, eccoli entrare, salutare cortesemente ed iniziare con “I Cacciatori”, continuano con “Puoi Dirlo a Tutti”, ma il pubblico non è quello di una volta, è ancora spento, solo con le note de “Il Mondo Prima” si sveglia e un’ondata umana spinge le transenne quasi fino a toccare il palco, gasando così i Tre Allegri Ragazzi Morti e facendo continuare il live nel migliore dei modi e modificando un qua e là la scaletta che era in programma. Verso la fine del live pettirosso e due allegri lasciano la scena a “El Tofo” col suo solito vestito da yeti, utilizzato alla prima edizione de La Tempesta al Rivolta e da allora mai tolto, si spera lo tolga almeno per farsi la doccia di tanto in tanto ma non siamone certi, quello che è certo è che l’abito è ormai consumato all’inverosimile, ha perso gran parte della sua “pelliccia” e forse anche un po’ di grinta, rimpiangiamo i vecchi tempi quando per salire sul palco gli bastava una giacca di jeans, la solita maschera ed una chitarra. Toffolo continua a suonare, ma sarà già la fine del concerto? Non ancora, rimane una sola canzone da poter ascoltare, ecco che rientrano i tre componenti con un imprevisto cambio d’abito: una maglietta bianca con un bel numero a due cifre stampato sul retro, la band vuole festeggiare l’inizio dei 20 anni passati assieme, il 2014 sarà una grande festa dicono ed è così che ci lasciano, sulle note de “La Tatuata Bella”, amata dalla band e amata dai fans. In questo dolce modo ci salutano, non vogliono esser mandati “a fanculo”, la tempesta non si conclude ancora qui.
A continuare un’altra esibizione dei Magda Clan, con il susseguirsi di un’altra sovrapposizione di live: i bidoni di metallo degli Hard Core Tamburo e il Dj Set di Dente, quale seguire?
Ma ecco l’orologio segnare l’una in punto, è l’ora dei Massimo Volume, finalmente un altro gruppo nell’Hangar, l’ultimo.. quello che dovrebbe essere il palco principale con il maggior numero di artisti a quest’edizione si è trovato un bel po’ scarno con quattro live in croce, tutto ciò lascia un po’ la bocca asciutta a chi ha preferito restare tutto il tempo al main stage.
La band bolognese si incentra quasi totalmente nell’ultimo disco accompagnato da qualche classico di Cattive Abitudini, dopo un’ora di concerto se ne vanno facendo calare il sipario. La tempesta non si è ancora dileguata, c’è ancora qualche temporale sparso e si fa mattina con i Dub Files nel Nite Park, dove al mixer si possono incontrare vari componenti dei Mellow Mood e… un Davide Toffolo a ballare nel pubblico!